gonews.it

Sicurezza a Castelfiorentino, Urso (FdI): "I cittadini non siano ostaggio di situazioni fuori controllo"

Quando affrontiamo questioni delicate come questa, riteniamo sia importante cercare di capire piuttosto che accusare. Ciò non significa rinunciare a essere un partito che ha fatto della sicurezza delle città e dei cittadini un tema primario e identitario da sempre. Una cosa, infatti, è contestare con fermezza il degrado e l’abbandono delle città, la riduzione degli organici della polizia municipale e le scelte politiche scellerate di certa sinistra sui temi e l’organizzazione della sicurezza urbana – e di quella che governa l’Empolese-Valdelsa in particolare – altro è affrontare vicende specifiche, come quella di cui oggi si discute, che richiedono valutazioni di natura giuridica prima ancora che politica.

I fatti riportati dalla stampa locale a seguito degli ennesimi episodi che hanno visto protagonista, nel centro di Castelfiorentino, un uomo con – si dice da parte del sindaco sui social - problematiche psichiche, ripropongono con urgenza una questione che non può essere liquidata con facili slogan: la tutela della sicurezza pubblica in presenza di soggetti che, per condizioni di salute e per condotte penalmente rilevanti, pongono seri problemi di gestione.

Per chi amministra e fa politica, il tema non è semplice. Non è infatti corretto, né giuridicamente fondato, parlare di “mancata applicazione” di misure senza conoscere lo stato dei procedimenti in corso e senza avere piena cognizione dei profili sanitari e giudiziari. L’ordinamento italiano prevede strumenti precisi, ciascuno con presupposti stringenti, tra questi:

· il Trattamento Sanitario Obbligatorio (TSO), attivabile in presenza di gravi disturbi psichici con pericolosità immediata e accertata, disposto dal sindaco su proposta medica e convalidato da un giudice;

· le misure di sicurezza provvisorie, come il ricovero in REMS (Residenze per l’Esecuzione delle Misure di Sicurezza), per soggetti non imputabili ma socialmente pericolosi;

· le misure cautelari penali, ove si ravvisi la commissione di reati da parte di soggetti imputabili, a tutela della collettività in attesa del giudizio, proposte da un pubblico ministero e disposte da un giudice;

· i fogli di via obbligatori per chi commette reati o non è residente nel comune, disposti dall’autorità di pubblica sicurezza;

· l’espulsione dello straniero, se irregolare, o se regolare ma ritenuto pericoloso per la sicurezza pubblica;

· l’arresto nella flagranza di reato, ma occorre che il soggetto sia colto nel momento in cui commette un fatto per il quale la misura “pre-cautelare” dell’arresto ad iniziativa della polizia giudiziaria – obbligatorio o facoltativo - sia previsto.

Questi strumenti hanno una logica giuridica chiara: bilanciare il diritto alla salute e alla dignità della persona con la necessità primaria di proteggere la collettività. Ma il punto critico, oggi, è la tempestività. Perché, al di là dei cavilli e delle lentezze burocratiche, ogni ritardo nell’assunzione di decisioni ricade direttamente sui cittadini, che si trovano a convivere con situazioni di rischio non tollerabili.

È dunque essenziale che le autorità preposte – sanitarie, giudiziarie e di pubblica sicurezza – esercitino fino in fondo le proprie competenze, assumendosi la responsabilità di decidere nei tempi più rapidi possibili, senza nascondersi dietro interpretazioni elusive o rimpalli procedurali… laddove ciò sia consentito dalla legge.

A noi, come comunità politica, spetta un’ulteriore riflessione. La sicurezza non è solo una questione di norme di diritto positivo: è anche una questione etica e politica. Difendere la dignità di chi è malato non può significare abbandonare la cittadinanza al timore quotidiano, né consentire che un centro cittadino diventi teatro di episodi di pericolo e degrado.

Per questo, come Fratelli d’Italia, riteniamo che sia urgente agire nei modi e nei tempi che garantiscano i diritti di tutti, ma soprattutto quelli dei cittadini che non possono restare ostaggio di situazioni fuori controllo. La libertà e la sicurezza delle persone oneste devono rimanere il punto fermo delle nostre scelte: uno Stato e delle istituzioni credibili si misurano anche – e soprattutto – nella capacità di proteggere i più deboli, senza esitazioni e senza compromessi, magari – in mancanza di altre possibilità - rinforzando il controllo del territorio data la situazione di pericolo contingente.

E con la stessa chiarezza va detto che, quando si chiede l’adozione di provvedimenti urgenti contro qualcuno – sia esso italiano o straniero – bisognerebbe usare lo stesso criterio anche nei confronti di quei delinquenti “di casa nostra” che si rendono autori di rapine ai danni di donne anziane. Fosse solo perché il principio generale, e di coerenza civica prima ancora che politica in democrazia, è che la legge è uguale per tutti… Ma soprattutto, bisognerebbe essere consci che: non esistono soluzioni semplici per problemi complessi, e le soluzioni a problemi complessi non si discutono sui social dove – più che in politica – si sublima “l’arte del possibile”.

Serena Urso - FdI Castelfiorentino

Exit mobile version