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Regionali, Rizzo: "Numeri e tempi per raccolta firme è da ladri di democrazia"

Polemica sulla raccolta firme per le elezioni regionali toscane. Marco Rizzo, ex leader del Partito Comunista e ora a capo di Democrazia Sovrana Popolare (Dsp), ha denunciato quella che definisce una pratica da “ladri di democrazia”: secondo Rizzo "oggi una forza politica nuova come la nostra, per presentarsi alle Regionali dovrebbe raccogliere quasi 9.000 firme ripartite in 13 circoscrizioni, non c'è nessun partito politico presente qua dentro che ha la forza di farlo, neanche il Pd".

Questa mattina, davanti al Palazzo del Pegaso, sede del Consiglio regionale, Rizzo ha sostenuto la candidatura di Hubert Ciacci, lamentando che la normativa elettorale sia stata introdotta all’ultimo momento “perché temono forze come la nostra”. Il leader di Dsp ha inoltre annunciato un ricorso al Tar per ottenere l’annullamento del decreto di indizione delle elezioni e il rinvio del voto, fissato per il 12 e 13 ottobre. "La sentenza dovrebbe essere oggi pomeriggio", aggiunge Rizzo.

Rizzo ha aggiunto di aver contattato "per una questione di educazione" più volte il presidente della Regione, in corsa per un secondo mandato, che avrebbe ammesso la difficoltà di raccogliere tante firme, ma “non è successo niente”.

"Mi ha detto che certamente la cosa era da considerare perché effettivamente - riporta Rizzo - anche lui ammetteva che 9.000 firme neanche il Pd riusciva a raccogliere. 'Ci sarà un dimezzamento, ci sarà una riduzione', mi diceva.
Se qualcuno vuol vedere ho anche i messaggi.... L'ho interpellato altre due-tre volte per chiedere se ci fossero novità e lui non ha più risposto, è un maleducato. È chiaro che quello che sta succedendo qua in Toscana, non lo faremo ripetere in altre parti d'Italia, perché noi stiamo per arrivare e quando arriveremo queste cose non ci saranno più". 

"C'è la necessità - ha detto Rizzo - di rompere il regime del Pd. Una volta queste erano le Regioni rosse, io le conosco molto bene. Oggi non c'è più un'idea da almeno 30 anni. Uno mi fece la battuta, 'è lo stalinismo senza Stalin', le idee che non ci sono più e c'è solo una formula di potere. E quando questa formula di potere permane diventa gangsterismo. Non è stalinismo senza Stalin, ma gangsterismo". Sull'accordo Pd-M5s: "Francia o Spagna purché se magna. Se ne sono detti di tutti i colori, poi però per il potere...".

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