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Maialino usato per sfottò alla Giostra, scoppiano le polemiche ad Arezzo

Uno sfottò tra quartieri della Giostra del Saracino si è trasformato in polemica, diventando un caso che ha coinvolto forze dell’ordine, animalisti e istituzioni. Stamattina un maialino, con al collo il fazzoletto gialloblù di Porta Santo Spirito, è stato trovato davanti alla sede del quartiere dentro un recinto improvvisato, circondato da transenne e mele. Accanto all’animale campeggiava uno striscione con la frase: “Se siete boni correte anche con questo”.

La polizia è intervenuta subito, sequestrando l’animale e avviando accertamenti per verificare se possano configurarsi responsabilità per maltrattamento. Il maialino, recuperato in buone condizioni, è stato affidato alle cure veterinarie.

La vicenda, avvenuta durante la Settimana della Giostra, ha acceso un dibattito sul confine tra goliardia e rispetto degli animali. “Un maiale lasciato in un recinto con un messaggio offensivo può sembrare una burla, ma in realtà è un gesto volgare e un maltrattamento contro l’animale. Una violenza gratuita, tanto più grave se legata a una manifestazione che vuole rievocare valori di nobiltà”, ha dichiarato Alessandra Capogreco, presidente dell’Enpa di Arezzo.

Anche l’assessora Giovanna Carlettini è intervenuta, sottolineando il ruolo del web nel diffondere la notizia e nel mobilitare Enpa, Asl e Comune: “Si è aperta la possibilità che l’animale venga affidato a Francesco Cortonesi della Rete dei Santuari Animali Liberi, per essere accolto in una struttura adeguata e vivere dignitosamente. Dispiace che si continui a usare gli animali per fini che sembrano innocui ma che in realtà sono dannosi e rappresentano un decadimento dei valori”.

La Rete dei santuari di animali liberi in Italia ha chiesto che il maiale venga affidato a uno dei propri rifugi. La Asl di Arezzo, che sta svolgendo le analisi sull’animale, si è già resa disponibile ad accogliere la richiesta. “Speriamo che in futuro certe goliardate lascino in pace gli animali”, ha commentato Sara D’Angelo, coordinatrice della Rete dei santuari, un network di rifugi antispecisti che ospita in tutta Italia 3500 animali salvati dal macello e da altre forme di sfruttamento.

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