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Sanità, Campinoti e Salvadori (FI): "La realtà non si racconta con gli slogan"

"In questi giorni assistiamo a una narrazione trionfalistica sulla sanità toscana, promossa dal Presidente Giani, che dipinge un sistema in salute e in espansione. Ma chi vive la sanità da dentro e chi si serve del servizio sanitario, giorno dopo giorno, sa che la realtà è ben diversa. La sanità è competenza regionale, come stabilito dall’art. 117 della Costituzione. E in Toscana, le scelte gestionali degli ultimi anni hanno prodotto effetti tangibili e preoccupanti. Dopo la riforma del 2015 (L.R. 84/2015), che ha accorpato le ASL in tre grandi aziende, è iniziato un progressivo taglio del personale sanitario. Medici, infermieri e operatori sono diminuiti, mentre i carichi di lavoro sono aumentati in modo insostenibile" – sostiene Simone Campinoti di Forza Italia, e prosegue - "la politica non è pubblicità. È ascolto, confronto, responsabilità. E prima di erigere muri ideologici, sarebbe utile fermarsi ad ascoltare chi ha qualcosa da dire. Il resto è solo rumore. La Corte dei Conti ha recentemente evidenziato un disavanzo sanitario superiore ai 160 milioni di euro, e ha segnalato l’utilizzo parziale dei fondi statali e PNRR da parte della Regione. Non si tratta di responsabilità del governo centrale, ma di scelte locali che hanno inciso profondamente sulla qualità dell’assistenza, sulla qualità di vita di chi ci lavora e sulla salute di chi se ne serve".

"Chi, come me" – spiega Roberta Salvadori di FI - "lavora nella sanità da 37 anni, è testimone diretto del declino. Non parlo per slogan, né per appartenenza politica. Parlo per esperienza, per rispetto verso i cittadini e verso i colleghi che ogni giorno tengono in piedi un sistema sempre più fragile. Basti pensare alle liste d’attesa. Oggi non sono solo un problema per visite ed esami medici: riguardano anche servizi fondamentali per gli anziani e le famiglie, sempre più numerose e sempre più in difficoltà. Parliamo di RSA con costi spesso più alti rispetto alle regioni vicine, di strutture per la riabilitazione e di lungodegenze e ospedali di comunità, che dovrebbero essere un punto di riferimento ma che spesso non riescono a rispondere, tanto meno in tempi utili. La recente revisione della legge sulla non autosufficienza, presentata come una svolta, pare una semplice operazione di facciata: cambiano le parole, ma i problemi restano. Nessuna modifica concreta ai meccanismi che regolano l’accesso ai servizi, nessuna risposta alle attese che si allungano. È necessario affrontare la realtà: servono investimenti veri sul capitale umano, regole più chiare e un sistema che metta al centro le persone, non la burocrazia".

Fonte: Ufficio stampa

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