Regionali, Tomasi (FdI) senza etichette, ma più 'sfumature': "Parliamo anche a indecisi e delusi del Csx"
È rimasto talmente a lungo candidato in pectore, da diventare l'uovo di Colombo del centrodestra toscano. Alessandro Tomasi la sua campagna elettorale per la Regione Toscana, però, l'ha iniziata da mesi, ben prima della ufficializzazione arrivata solo lo scorso 25 agosto, dopo la distribuzione di Regioni e candidati fatta a Roma.
La coalizione, è bene ribadirlo, non è mai stata a rischio, ma qualcuno ha provato fino alla fine ha strappare dalle mani di Tomasi il ruolo di portabandiera del Cdx: Forza Italia si è massicciamente mobilitata, a suon di comunicati stampa e comparsate, mettendo sul tavolo addirittura due candidati e il peso di tutta la vecchia classe dirigente toscana, mentre nella Lega, reduce dal ribaltamento dei rapporti di forza alle scorse elezioni locali e nazionali con FdI, qualcuno ha avuto qualche 'cattivo pensiero' che porta il nome e cognome di Roberto Vannacci. Alla fine da Roma, forse con un po' di ritardo, si è deciso che Tomasi fosse la scelta migliore.
L'INTERVISTA SU RADIO LADY 97.7
Tomasi è quindi tornato da candidato ai microfoni di Radio Lady, per raccontare la sua visione della Toscana. Come avevamo già evidenziato, il centrodestra, dopo il tentativo della 'Lady-Lega di ferro' Susanna Ceccardi, ha ribaltato la strategia, affidandosi ancora ad un sindaco, ma con un programma che oltre allo 'zoccolo duro' del centrodestra, parla anche agli "indecisi, alle persone di centrosinistra, mondi sociali e produttivi che storicamente non erano nostri, ma che ci guardano con attenzione e ci giudicano per quel che stiamo facendo".
Tomasi è tanto il candidato del centrodestra meloniano, lui che è cresciuto tra Alleanza Nazionale e Azione Giovani ed oggi è il coordinatore regionale di FdI, tanto il "garante" dell'alleanza, "nella coalizione ci sono anime diverse, che ovviamente discutono, e poi trovano una sintesi, sempre verso l'alto", quanto quel 'profilo rassicurante' che serviva ad una Regione che un passo a destra non l'ha mai fatto nella storia repubblicana.
E, non a caso, più che di immigrazione, diritti civili o Nazioni da tutelare, Tomasi parla di "giovani e diritto allo studio, come garantire l'affitto di una casa, incentivi alle famiglie" o di contributi ai Comuni per erogare servizi nel sociale. Ovviamente nessuna concessione, però, al reddito di cittadinanza regionale: "è fallimentare, lo ha dimostrato l'esperienza nel paese che non ha aiutato a trovare lavoro", ed è "controproducente", perché "andando in giro per le aziende c'è fame di lavoratori, di giovani formati che hanno voglia di lavorare e crescere, anche con buoni stipendi".
Il programma del centrodestra "è a buon punto, c'è un gruppo di lavoro da tempo, lo stiamo scrivendo con i rappresentanti dei partiti uniti e anche tutti i consiglieri regionali", ma in attesa della presentazione ufficiale, è possibile ripercorrere i temi su cui Tomasi sembra aver impostato la campagna.
Accanto alle già accennate politiche di welfare Tomasi ha intanto mostrato forte attenzione al tema dei rifiuti: "Siamo in emergenza, ci sono tantissime discariche e il nuovo piano rifiuti chiede di ampliarle. Nel 2025 una regione deve accelerare per non seppellire rifiuti. Quindi più raccolta differenziata, più riciclo, più riutilizzo dei materiali, ma anche più termovalorizzatori, che oggi hanno tecnologie avanzate che inquinano meno di un traffico normale su una strada di punta come la Fi-Pi-Li"; poi "innovazione tecnologica, a partire dalla digitalizzazione in Sanità e nei servizi all'impresa e l'ampliamento della fibra ottica", o ancora il potenziamento delle "infrastrutture legate allo sviluppo economico", perché "un investitore che trova infrastrutture adeguate si insedia, crea lavoro e opportunità".
Tomasi ha parlato anche della questione dei servizi pubblici e della Multiutility: "La holding è uno strumento che può dare frutti negativi o positivi. Gli impianti della Toscana sono comprati da altre Multiutility che si arricchiscono sui nostri rifiuti e fanno aumentare le nostre tariffe alleggerendo le loro; ci sono Multiutility che producono ricchezza facendo abbassare le tariffe, ad esempio Hera. L'importante è quindi che questo soggetto ci protegga da aggressioni esterne, faccia sì che abbia introiti per diminuire tariffe e riesca a fare transizione ecologica".
La ricetta tomasiana è insomma molto raffinata: una insolita attenzione da destra per la "giustizia sociale" su cui Tomasi arriva a definirsi "radicale", a cui si accompagnano temi più consoni alla tradizione di destra liberale, dallo sviluppo economico e sostegno al mondo delle imprese, un tocco di 'civismo' e tanto 'sindachismo', "per me parlano le cose fatte, vogliamo convincere con i nostri programmi", e poi l'ombra-Vannacci proiettata sulla coalizione che porta 'quanto basta' qualche 'accento' delle cosiddette 'nuove destre populiste'. Sugli effetti di una possibile "vannacizzazione" della Lega sulla coalizione, Tomasi però tranquillizza: "Nessun pericolo, la Lega ha la sua storia, siamo diversi ma c'è un ottimo rapporto e collaborazione".
È questo il profilo di un 'moderato di destra'? Qualcuno da sinistra, come la sua sfidante Bundu, lo esclude, mettendo sul tavolo la questione dello sgombero di Vicofaro, della posizione sui CPR o proprio della troppo grande ombra-Vannacci sul Cdx toscano, lui ribatte un concetto espresso in più occasioni: "Non so cosa si intenda per moderato, io sono chi sono. Per me parlano le cose fatte da sindaco più che tanti aggettivi che uno ti può dare. In alcuni casi sono radicale: sulle idee, sui temi della giustizia sociale, sul rapporto che il pubblico deve avere con il privato. Questo me lo ha insegnato fare il sindaco".
Tomasi non rientrerà perfettamente nell'abito del 'moderato', ma sicuramente in un abito con molte sfumature di colore: lo dimostra, ad esempio, la sua posizione sulla legge elettorale regionale, al centro di critiche in queste settimane per la vocazione bipolare e una sorta di diritto di prelazione delle liste già esistenti. Alla tradizionale vocazione maggioritaria della destra, basti pensare che proprio il partito di Tomasi sta portando avanti la riforma maggioritaria del 'premierato', il candidato toscano propone un altro inedito spartito: "Questa legge elettorale non mi piace, mi auguro ci siano più partecipanti possibile e che i cittadini toscani abbiano davanti una scelta più completa possibile per capire come vogliono la Toscana. La legge va modificata". Che la proposta arrivi da destra, mentre governa il centrosinistra, è forse un vero e proprio calembour politico.
Sul centrosinistra, e sull'accordo PD-M5S, Tomasi non risparmia critiche, "non mi piace quell'accordo e credo sia un patto che vincolerà molto l'eventuale mandato. Se vinceremo noi lo prenderemo come spunto per fare esattamente il contrario"; il candidato del centrodestra fa capire a chiare lettere di voler erigere la sua 'Toscana non più-rossa' proprio sulle macerie e i calcinacci delle mura di una cittadella rossa che sembra sempre più fragile e assediata in primis dalla 'quinta colonna' dei 'delusi', a cui Tomasi parla in tutte le lingue possibili.
L'obiettivo principale è in primis "portare le persone a votare", perché "in pochi sanno che si vota il 12 e 13 ottobre ed è un male", ed è un male anche per il centrodestra che proprio su gli "indecisi" e i "delusi" deve per forza di cose costruire la sua nuova Toscana. Al momento non ci sarebbero sondaggi e numeri sulle intenzioni dei voto, Tomasi però guarda con fiducia al 12 e 13 ottobre: "Riconosco che questa è una battaglia difficile, ma secondo me ci sono le possibilità di vincerla".
Nella coalizione del centrodestra convivono diverse anime, da quella liberale a quella moderata o civica, c'è anche un'anima 'vannacciana': come si tiene insieme il tutto e quanto pesa questa Lega di area-Vannacci?
Questa coalizione si tiene insieme da tempo: FI, FdI, Noi Moderati e la Lega sono insieme da tanti anni. Sono convinto che è stata insieme nel consiglio regionale, sta insieme nel Governo delle città e in quello nazionale, e starà insieme. Sono anime diverse, che ovviamente discutono, e poi trovano una sintesi, sempre verso l'alto e mai verso il basso. Sono convinto si trovi questa sintesi di cui mi faccio garante.
Nessun pericolo Vannacci quindi?
No, la Lega è la Lega, ha tanti eletti sul territorio, consiglieri comunali e regionali, questa mattina eravamo con Elena Meini a Cascina, tra la gente e c'è anche un ottimo rapporto, ma hanno storie che si sono intrecciate in questi anni.
A che punto è la costruzione del programma nel Cdx?
Il programma è in via di scrittura, da tempo c'è un gruppo di lavoro con i rappresentanti dei partiti uniti e anche tutti i consiglieri regionali che in questi anni hanno fatto opposizione e hanno portato le loro proposte. Siamo a buon punto.
Ma ho un desiderata. Ci sono temi che spesso escono dalla campagna elettorale e non vengono trattati, e il rischio è di parlare di cose di cui si è sempre discusso e che non rappresentano i problemi di oggi: penso ai giovani, come riuscire a trattenerli in Toscana garantendo più risorse per il diritto allo studio, magari anche come garantire l'affitto di una casa dato che i giovani sono quelli che soffrono di più dell'incidenza dell'affitto sui loro stipendi, come garantire la continuità di un ricercatore e come averne di nuovi; l'altro tema è la questione dell'innovazione tecnologica: siamo indietro nella digitalizzazione ad esempio in Sanità e nei servizi, che permettono un risparmio dei costi e un miglior rapporto con i cittadini che possono attraverso un App monitorare il proprio stato di salute o alle aziende di accedere ai servizi SUAP; poi il problema della fibra ottica, oggi la connessione è fondamentale per vivere e lavorare; un data center è oggi è un'infrastruttura strategica come una strada; o ancora il tema della transizione ecologica, come ricicliamo i rifiuti e li trasformiamo in energia o come salvaguardiamo un bene prezioso come l'acqua in un sistema idrico che oggi perde oltre il 35%. Vorrei si parlasse anche di questi temi.
Hai parlato di rifiuti e di 'impianti di rifiuti': intendi termovalorizzatori?
Sugli impianti di rifiuti è un'emergenza. Siamo una Regione che ancora mette rifiuti sotto terra, ci sono tantissime discariche aperte e nel nuovo piano rifiuti si chiede di implementarle o addirittura di conferire rifiuti urbani in discariche di rifiuti speciali perché c'è carenza. Io credo che nel 2025 una regione debba accelerare per non seppellire rifiuti. Quindi più raccolta differenziata, più riciclo, più riutilizzo dei materiali, ma anche più termovalorizzatori. Oggi ci sono termovalorizzatori con tecnologie avanzate che inquinano meno di un traffico normale su una strada di punta come la Fi-Pi-Li.
Ci sono tecnologie che permettono di produrre energia dai rifiuti, quello che fanno altre Regioni. Invece noi portiamo i nostri rifiuti ad incenerire in Piemonte o Lombardia, o anche fuori dall'Italia, producendo inquinamento. Se vogliamo salvaguardare la nostra salute e quella dei nostri figli, senza lasciare luoghi da bonificare come le discariche, dobbiamo investire in tecnologia e utilizzare tecniche che esistono in altri paesi, basta copiare, per trattare differentemente i rifiuti.
Quali infrastrutture servono alla Toscana?
Esistono due tipi di infrastrutture. La prima è legata alla mobilità del pendolare, una tramvia o una strada che unisce territori, ma ci sono altre su cui abbiamo posto poca attenzione come le infrastrutture legate allo sviluppo economico: ci sono arterie stradali, ferroviarie o i collegamenti con i porti, penso alla Darsena Europa di Livorno, che sono state trascurate. Noi dobbiamo concentrarci su quelle perché non dobbiamo indebolire il settore economico, industriale e manifatturiero perché le persone devono lavorare e questo settori si devono consolidare, e si può fare anche con le infrastrutture. Un investitore che trova infrastrutture adeguate si insedia, crea lavoro e opportunità.
Gli sfidanti saranno Giani e Bundu, riducendo molto il numero rispetto al 2020, anche per gli ostacoli per la presentazione delle liste; cambiereste la legge elettorale regionale?
Spero che Bundu possa riuscire a candidarsi, perché credo che il dibattito democratico si arricchisce se ci sono più visioni. Questa legge elettorale non mi piace e mi auguri ci siano più partecipanti possibile e che i cittadini toscani abbiano davanti una scelta più completa possibile per capire come vogliono la Toscana. Credo sia necessaria una modifica della legge elettorale anche per garantire la rappresentanza di tutti i territori, perché un consiglio regionale che è rappresentato da tutti, dagli esponenti del centrodestra o centrosinistra, è più ricco e fa bene alla Toscana.
Si è parlato di te come 'moderato', per la tua sfidante Bundu dice che non lo sei e ricorda la sgombero di Vicofaro o la posizione sui CPR...
Io non so Bundu cosa intenda per moderato, io sono chi sono. Per me parlano soprattutto i fatti e le cose fatte da sindaco, nei fatti sta la verità rispetto a tanti aggettivi che uno ti può dare. La invito a vedere il lavoro fatto, che mi descrive meglio. In alcuni casi sono radicale: sulle idee, sui temi della giustizia sociale, sul rapporto che il pubblico deve avere con il privato. Questo me lo ha insegnato fare il sindaco.
Accordo PD-M5S, cosa ne pensi? Sul reddito di cittadinanza regionale?
Non condivido niente, o quasi, del contenuto di questo accordo. Il reddito di cittadinanza è fallimentare, lo ha dimostrato l'esperienza nel paese che non ha aiutato a trovare lavoro o implementare i posti di lavoro.
Altra cosa è aiutare le persone che hanno bisogno, per farlo bisogna passare soprattutto dai comuni: i contributi che diamo devono essere filtrati dal Comune che conosce attraverso i servizi sociali le le famiglie o i bisogni, e ha una rete sul territorio di volontariato. Non deve quindi essere erogato da un Ente come la regione.
Sono contrario anche perché andando in giro per le aziende c'è fame di lavoratori, di giovani formati che hanno voglia di lavorare e crescere, anche con buoni stipendi. È quindi controproducente e soprattutto quelle risorse le potrei impiegare in altri modi: aiuto all'affitto alle giovani coppie, borse di studio, incentivi alla famiglia, aiutare i ragazzi a fare sport e le famiglie a pagare per fare andare i figli a scuola. L'ultima cosa che mi viene in mente è il reddito di cittadinanza.
Poi faccio un esempio sul piano rifiuti: quell'accordo mette in discussione il piano approvato sei mesi fa dalla stessa maggioranza, quindi implicitamente Giani riconosce firmando quell'atto che il lavoro è tutto da rifare.
Non mi piace quell'accordo e credo sia un patto che vincolerà molto l'eventuale mandato. Se vinceremo noi lo prenderemo come spunto per fare esattamente il contrario.
A Empoli ci sarà un referendum per abrogare la delibera di adesione alla Multiutility, con lo scopo di bloccare l'adesione in Borsa e andare verso una gestione in house: qual è la tua posizione?
Quando ci si confronta in un referendum con le persone non è mai male. Ma la Multiutility è uno strumento, che come ogni strumento dipende come sono guidati: possono dare frutti positivi o negativi, quindi non fare diminuire tariffe o non andare verso la transizione ecologica. Ma ci sono esempi come Hera che danno frutti positivi: gli impianti della Toscana sono comprate da altre Multiutility che si arricchiscono sui nostri rifiuti e fanno aumentare nostre tariffe alleggerendo le loro; ci sono Multiutility che producono ricchezza facendo abbassare le tariffe, ad esempio Hera si è occupata molto di efficientamento energetico e con quei guadagni mantiene tariffe basse. L'acqua è bene prezioso, abbiamo acquedotti vecchi che perdono il 35% e tariffe più alte d'Italia, così come la spazzatura. Transizione ecologica significa fare un piano per ridurre questo spreco, e gli impianti di cui ti dicevo prima. L'importante è che questo soggetto ci protegga da aggressioni esterne che comprano i nostri impianti, faccia si che abbia introiti per diminuire tariffe e che riesca a fare transizione ecologica. C'è bisogno di grandi investimenti.
Avete dati su intenzione di voto? Cosa percepisci nel tuo tour elettorale?
Non abbiamo sondaggi. Riconosco che questa è una battaglia difficile, ma secondo me ci sono le possibilità di vincerla. Innanzitutto dobbiamo portare le persone a votare, in pochi sanno che si vota il 12 e 13 ottobre ed è un male. Il futuro si gioca in queste settimane che impattano sulla vita di tutti. La gente deve sapere e andare a votare.
Il nostro compito è convincere gli indecisi, anche le persone di centrosinistra, mondi sociali e produttivi che storicamente non erano nostri, ma che ci guardano con attenzione e ci giudicano per quel che stiamo facendo. Sono convinto che possiamo recuperarli con la concretezza e i programmi; riportare a votare tante persone sfiduciate dalla politica a cui dico: attenzione, le scelte che la regione prenderà nei prossimi mesi saranno determinanti e se non colmiamo alcuni ritardi l'economia peggiorerà, la spazzatura aumenterà e i nostri ragazzi andranno via dalla Toscana per vivere, lavorare e essere ricchezza altrove.
