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Da sinistra: "Alia vieta bandiera Palestina su mezzi". La società risponde: "Preservare sicurezza e decoro"

Da una parte c'è la sinistra fiorentina e empolese che dice che "Alia ha scritto al suo personale che sui messi ambientali non siano apposti i colori della Palestina". Dall'altra che la stessa Alia, che risponde: "I mezzi e gli spazi aziendali, di norma e al di là di singole scelte di merito, rappresentano l’immagine della Società verso l’esterno e devono essere utilizzati e mantenuti in conformità con le disposizioni aziendali".

È scoppiata nelle ore scorse una polemica dopo un comunicato a firma di Leonardo Masi e Sabrina Ciolli di Buongiorno Empoli e Dimitrij Palagi di Sinistra Progetto Comune Firenze. Secondo loro Alia avrebbe scritto al personale per non avere i colori della bandiera della Palestina sui mezzi: "Il motivo? Alcune operatrici e operatori avrebbero scelto di esprimere solidarietà agli scioperi dello scorso venerdì e del 22 settembre, per ricordare l’importanza di non chiudere gli occhi rispetto al massacro in corso. I servizi essenziali vengono garantiti anche in caso di mobilitazioni generali importanti. È giusto che chi non può partecipare alla protesta possa attestare la propria solidarietà".

Ancora Masi, Ciolli e Palagi: "Vogliamo ricordare che parliamo di una società a partecipazioni pubbliche. Chiederemo ai nostri Comuni se hanno intenzione di ringraziare e solidarizzare con chi ha compiuto tale gesto, pretendendo che il Consiglio di Amministrazione di Plures sia coerente con una posizione di rispetto della dignità umana".

Alia ha deciso di rispondere e lo ha fatto, come si è visto, dicendo che mezzi e spazi dell'azienda sono l'immagine dell'azienda stessa all'esterno, quindi vanno utilizzati "in conformità con le disposizioni aziendali". Non è pertanto, secondo Alia, "consentito apporre o esporre scritte, bandiere, adesivi, cartelli, o qualunque altro materiale che non faccia parte della dotazione ufficiale fornita dalla Società o non sia espressamente autorizzato".

L'azienda prosegue dicendo che gli scopi della regola sono quelli di "garantire uniformità e coerenza nell’immagine aziendale, tutelare la neutralità e l’imparzialità della Società, evitare di esporre l’azienda su opinioni personali o atti di singoli dipendenti, preservare la sicurezza e il decoro dei mezzi".

"Deroghe a questo principio - conclude Alia - , non avendo l’azienda la possibilità di ottemperare ai consueti doveri di controllo e verifica, esporrebbero quotidianamente l’immagine della società a danni reputazionali che potrebbero derivare da scelte di singoli dipendenti attuate attraverso gli strumenti aziendali anziché, come legittimo, nella propria sfera privata e  individuale".

 

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