Fondi sfitti a Empoli, Simonetti (FdI e Conflavoro PMI): "Rilancio del Giro non parte dal Comune"
Daniela Simonetti (foto gonews.it)
"Il comune di Empoli parla in questi giorni di "rilancio commerciale del Giro". Leggendolo, sembra quasi che il Comune abbia varato un nuovo piano coraggioso e lungimirante per restituire vita e dignità alle vie del centro, dove i fondi sfitti segnano da anni la mappa silenziosa di una crisi del commercio di prossimità. Sembra, appunto. Perché quel rilancio, in realtà, parte da altrove". Così in una nota Daniela Simonetti, presidente del commercio sezione Empolese Valdelsa di Conflavoro PMI e coordinatrice del lavoro per FdI che prosegue: "L’iniziativa è frutto di un bando regionale — e non comunale — che si chiama "Rigenerazione commerciale". Un progetto importante, che la Regione Toscana ha messo in campo per contrastare fenomeni di degrado urbano, insicurezza e, soprattutto, la desertificazione commerciale. Quel continuo svuotamento di vetrine, negozi, botteghe, che da tempo interessa la città e che da tempo denunciamo, è un'emergenza silenziosa che pare trovare spazio solo nel racconto di una scoperta improvvisa".
"Il bando regionale consente ai Comuni di tutta la Toscana di presentare progetti fino a 70.000 euro, con un finanziamento regionale a fondo perduto fino al 60%. Il principio è semplice ma efficace: riattivare locali sfitti o inutilizzati — anche attraverso comodato d’uso gratuito — per avviare nuove attività economiche o iniziative collettive. Il Comune di Empoli, che ha aderito al bando, ha annunciato la riapertura dei termini per mettere a disposizione alcuni fondi del centro. I proprietari, in cambio, dovranno stipulare un contratto di comodato gratuito fino al 31 marzo 2026. L’obiettivo, dunque, è dare un’opportunità a chi voglia sperimentare, creare, avviare qualcosa di nuovo.
Le spese ammissibili sono ampie e intelligenti: dalla progettazione alla gestione, dalla manutenzione alla comunicazione, dalle attrezzature alle attività di animazione del territorio. Non si tratta quindi solo di riempire spazi vuoti, ma di ripensare l’idea stessa di centro urbano, di "centro commerciale naturale", di comunità. Un’occasione preziosa - sottolinea Simonetti - che non va banalizzata con narrazioni autocelebrative e non basterà annunciare il rilancio come se fosse un fiore nato spontaneamente: bisogna curare il terreno, ascoltare i segnali, ammettere i vuoti. Non solo quelli dei locali, ma quelli di una politica che troppo spesso arriva tardi, o traveste iniziative esterne come vittorie proprie per continuare a non ammettere ciò che non funziona".