"La rete del Dopo di Noi", l'incontro a Firenze. L'esperienza della Cooperativa Valle del Sole in Valdelsa
Il 26 settembre a Palazzo Strozzi Sacrati, a Firenze, si è tenuto l’incontro dal titolo "La rete del Dopo di Noi. Istituzioni e comunità a sostegno del modello toscano", promosso da Regione Toscana, Anci e Osservatorio sociale regionale, al quale ha partecipato anche la Cooperativa Sociale Valle del Sole.
L’iniziativa ha rappresentato un importante momento di confronto sul tema dell’abitare e dei percorsi di autonomia delle persone con disabilità, con la presentazione di una ricerca pluriennale confluita in un volume che racconta e analizza le esperienze del modello toscano. Il lavoro, costruito attraverso interviste e focus group, ha permesso di mettere in luce la complessità e la ricchezza di questa rete, evidenziando al tempo stesso le nuove sfide da affrontare.
Ad oggi, la Regione ricorda che il Dopo di Noi in Toscana coinvolge 137 luoghi, tra cui 44 laboratori e centri diurni e 93 abitazioni, per un totale di 1.329 persone seguite con progetti di vita personalizzati. Dal 2018 sono stati investiti oltre 45 milioni di euro, con l’obiettivo di sostenere percorsi capaci di incidere sull’autonomia e sulla costruzione di un welfare comunitario.
Rebecca Francioli, presidente della Cooperativa Sociale Valle del Sole, ha portato l’esperienza di un lavoro quotidiano a fianco delle persone con disabilità nella Val d’Elsa, in area senese e nella zona fiorentina sud-est. Ha ricordato come il percorso della cooperativa sia iniziato nel 2019 con i primi progetti di vita indipendente e con il primo Dopo di Noi triennale, vissuto dagli operatori, dagli utenti e dalle famiglie come una fase di scoperta reciproca. «Abbiamo dovuto aggiustare il tiro – ha spiegato – perché la quotidianità e la vita in casa sono molto diversi dalle attività diurne». Da allora la Valle del Sole ha gestito tre appartamenti di co-housing e numerose attività legate alle residenzialità brevi e alle palestre di autonomia, sperimentando soluzioni diverse e modulabili sui bisogni delle persone.
La presidente ha posto l’accento sull’importanza di leggere l’autonomia in una dimensione ampia e personale, che non coincide necessariamente con il vivere da soli. «Per alcuni significa cucinare, fare la spesa, imparare a usare la lavatrice, per altri è riuscire a trascorrere una giornata fuori casa o affidarsi a una persona di fiducia diversa dal familiare». Ha ricordato come non tutti possano inserirsi nei progetti di co-housing tradizionali, che prevedono cinque persone per appartamento con un solo operatore, e ha portato l’esempio della sperimentazione avviata nella zona fiorentina sud-est con due operatori per quattro utenti, nata dall’ascolto delle famiglie e oggi in co-progettazione con i servizi. Rebecca Francioli ha inoltre richiamato l’attenzione sulla necessità di tempi lunghi e graduali per accompagnare le persone nel passaggio dalle residenzialità brevi al co-housing stabile, auspicando la creazione di soluzioni intermedie che possano accogliere chi non riesce a compiere un salto così netto.
Una parte significativa del suo intervento ha riguardato il ruolo delle famiglie, definite un pilastro insostituibile di ogni percorso di autonomia. «Senza il loro sostegno i progetti rischiano di fallire. Abbiamo attivato incontri che abbiamo chiamato "Incontriamoci fuori", spazi in cui i genitori potessero confrontarsi non solo come caregiver, ma come persone, condividendo paure e speranze con chi aveva già affrontato questo cammino». Importante anche l’attenzione al benessere degli operatori, che vivono quotidianamente accanto agli utenti e si trovano ad affrontare una responsabilità personale e professionale molto forte.
L’intervento della Cooperativa Sociale Valle del Sole ha raccontato uno spaccato concreto delle sfide e delle opportunità legate al Dopo di Noi, mettendo in luce i passi avanti compiuti in Toscana e le questioni ancora aperte. La sua testimonianza ha sottolineato come questi percorsi rappresentino non soltanto un sostegno essenziale per le persone con disabilità e le loro famiglie, ma anche un’occasione di crescita per l’intero tessuto sociale. In chiusura, Francioli ha richiamato l’importanza di dare continuità a quanto avviato: «Il Dopo di Noi ci ha permesso di guardare alle persone con cui lavoriamo con una prospettiva diversa. La sfida adesso è rendere questi progetti sempre più accessibili e inclusivi».
Fonte: Ufficio stampa
