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Alessandra Nardini (Pd): "La Toscana rifiuta accorpamenti scolastici"

Alessandra Nardini

"Stiamo conducendo da oltre due anni una battaglia contro il dimensionamento scolastico del Governo Meloni. Il Ministro Valditara ha imposto tagli a tutte le Regioni, anche a realtà come la Toscana che aveva già dimensionato correttamente creando istituti comprensivi per garantire continuità verticale. Ci viene chiesto di accorpare scuole per risparmiare: noi diciamo no e continuerò a farlo fino all’ultimo giorno del mio mandato da assessora regionale".

Così l'assessora toscana all'Istruzione Alessandra Nardini, ricandidata in Consiglio regionale come capolista del Partito Democratico in provincia di Pisa.

"Il decreto interministeriale 2023 ha previsto tagli nel triennio 2024–2027: per l'anno scolastico 2024/25 da 470 a 455 istituzioni scolastiche in Toscana, poi 452 nel 2025/2026, e per il 2026/27 446, aggiornato poi a 450. In sostanza: 20 istituti accorpati in Toscana.
Il primo anno, a fronte di 15 tagli richiesti, li abbiamo ridotti a 4 grazie a una dura opposizione e a due ricorsi (Corte Costituzionale e TAR). L’anno successivo, lo scorso anno, ci siamo rifiutati di tagliare: il Governo è arretrato, salvaguardando tutte le attuali 466 autonomie che altrimenti sarebbero state 14 in meno".

"Sui criteri per il prossimo piano, il Ministero chiedeva 16 tagli: anche stavolta ci opponiamo e abbiamo presentato un terzo ricorso. Con la delibera approvata nell'ultima Giunta su mia proposta, m indichiamo ai territori di mantenere invariato, per l'anno scolastico 2026/27, il numero di 466 istituzioni autonome in Toscana, e ribadiamo la necessità di salvaguardare da qualsiasi fusione le scuole nei Comuni delle aree interne periferiche o ultraperiferiche".

"Davvero questo Governo - attacca Nardini - pensa che si possa tagliare e risparmiare sulla scuola senza compromettere la qualità dell’istruzione? Davvero pensano che dirigenti scolastici con plessi sparsi su più Comuni e centinaia di studentesse e studenti, in alcuni casi sfiorando persino quota 2.000, talvolta anche superandola, possano svolgere al meglio il proprio lavoro? Davvero pensano che nei piccoli Comuni, nelle aree interne e nei territori montani, si possa rinunciare ad avere una propria autonomia scolastica, magari dove ci sono già comprensivi su più Comuni?".

"Il Governo racconta che tutto questo sarà a saldo zero, a livello occupazionale, ma è una bugia. La scuola ha bisogno di investimenti, non di tagli e il risultato di questo assalto di Valditara-Meloni alla scuola pubblica sarebbe un peggioramento della qualità della didattica, dell’organizzazione delle scuole e anche una perdita di posti di lavoro. E i territori più periferici hanno bisogno di tutele, non vedere le proprie scuole accorpate".

"Fino all'ultimo minuto - conclude - continuo convintamente ad oppormi: contro il dimensionamento, contro le nuove indicazioni nazionali per la scuola dell’infanzia e il primo ciclo di istruzione, contro il valore educativo della scuola possa essere piegato alle esigenze del mercato e del profitto, contro il mancato investimento in edilizia scolastica. In questi anni sono orgogliosa di non essere mai rimasta in silenzio e di aver difeso la scuola pubblica, sempre".

Fonte: Ufficio Stampa

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