Attentato a Sigfrido Ranucci, i messaggi di solidarietà dalla Toscana: "Un attacco alla vita democratica del nostro Paese"
Solidarietà dalla Toscana per Sigfrido Ranucci, il giornalista e conduttore della trasmissione Report, che nelle ore precedenti ha subito un grave atto intimidatorio con l’esplosione di un ordigno davanti al giardino della propria abitazione a Pomezia. L’episodio è avvenuto ieri sera, intorno alle 22. L’ordigno, posizionato di fronte all’abitazione, è esploso coinvolgendo le due automobili della famiglia del giornalista: una è stata parzialmente distrutta, l’altra - quella della figlia, rientrata da poco a casa - danneggiata. L’esplosione ha distrutto anche il cancello di ingresso del giardino. Fortunatamente non si registrano vittime né feriti, ma l’allerta è alta: il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha annunciato il rafforzamento delle misure di sicurezza a protezione del giornalista. La procura di Roma ha aperto un'inchiesta per danneggiamento con l'aggravante del metodo mafioso. Indagano sul caso Digos e Antimafia.
Immediate le reazioni dalle istituzioni e dell’informazione toscana.
"È una solidarietà che nasce dal cuore nel vedere il tipo di ordigni collocati. È chiaro che si tratta di un attentato che mirava alla vita di Sigfrido Ranucci, di sua figlia, della sua famiglia e questo è qualcosa di inaccettabile. Quando viene colpita la libertà di pensiero, la libertà di azione, il diritto di un giornalista d’inchiesta di straordinario valore a svolgere il proprio lavoro, si colpisce l’essenza stessa della democrazia”. Così il presidente Eugenio Giani che questo pomeriggio ha partecipato al presidio davanti alla Rai organizzato dal Comitato di redazione delle sede di Firenze a cui hanno partecipato rappresentanti dell’Associazione Stampa Toscana, dell’Ordine dei Giornalisti e dell’Ussi Toscana.
"Ho avuto modo di conoscere personalmente Ranucci - ha proseguito Giani - e di presentare il suo libro a Fucecchio solo pochi mesi fa. Mi ha profondamente colpito questo episodio, perché dimostra quanto il libero pensiero possa ancora spaventare chi vorrebbe invece ingabbiare, controllare o zittire le voci libere. Ritengo che questo sia un attentato gravissimo – ha concluso Giani – e che sia necessaria una sollevazione civile e morale in tutto il Paese. Di fronte a fenomeni di criminalità organizzata e di stampo mafioso come questo, la risposta delle istituzioni e della società deve essere fortissima, unitaria e senza esitazioni".
"Quanto accaduto è un atto di una gravità inaudita che non può e non deve trovare spazio nella nostra democrazia - ha dichiarato Domenico Capezzoli, presidente di Toscana 2030 -. L’uso di ordigni esplosivi per intimidire chi svolge il proprio dovere d’informazione non è solo un attacco a una persona e alla sua famiglia, ma è un attacco diretto ai principi fondamentali della nostra Repubblica e alla libertà di stampa". Capezzoli ha poi aggiunto che Ranucci, "con il suo lavoro e le inchieste di Report, rappresenta un baluardo essenziale del giornalismo investigativo in Italia. Chi ha voluto colpirlo, ha voluto colpire la nostra capacità collettiva di conoscere la verità".
Solidarietà anche dal Consiglio dell’Ordine dei Giornalisti della Toscana, che in una nota definisce l’episodio "un atto intimidatorio e inquietante che ci riporta a periodi bui della nostra storia, che pensavamo definitivamente superati". Il presidente Giampaolo Marchini ha espresso "vicinanza a Sigfrido Ranucci, alla sua famiglia e ai colleghi di Report per questo vile attentato, che rappresenta un attacco alla vita democratica del nostro Paese. Saremo sempre al fianco di chi, come loro, racconta con coraggio anche gli aspetti più oscuri dei nostri tempi".
"La bomba fatta esplodere sotto la casa di Sigfrido Ranucci rappresenta un inquietante salto di qualità degli attacchi contro il giornalismo d’inchiesta e la libertà di informazione" ha scritto in una nota Carlo Bartoli, presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine.
"Siamo certi che saranno rafforzate le misure di protezione: c’è una parte delle istituzioni che protegge il giornalismo, mentre un’altra fomenta irresponsabilmente l’odio - ha proseguito Bartoli - C’è un attacco concentrico all’autonomia dei giornalisti e il ritorno delle bombe ci riporta ad anni bui della storia italiana. Dopo gli insulti, le accuse di faziosità, le campagne di diffamazione, le aggressioni in piazza, adesso si alza il tiro: come ai tempi di Cosa Nostra, come ai tempi delle Brigate Rosse. Chi non china la testa viene colpito. Il Consiglio nazionale dell’Ordine intraprenderà ogni azione per denunciare minacce, violenze e intimidazioni e per contrastare questo clima di caccia al giornalismo che rischia di riportarci agli anni più bui della Repubblica".
Dura condanna anche dall’Associazione Stampa Toscana e dal Cdr della Tgr Rai Toscana, che parlano di "un gesto che evoca gli anni di piombo e gli ordigni della mafia". Il presidente Sandro Bennucci ha ribadito la "grande preoccupazione per l’attentato al collega Ranucci" e ha chiesto "alle Autorità un rapido intervento affinché si possa fare luce su questo inquietante episodio".
Sulla stessa linea il presidente del Corecom Toscana, Marco Meacci, che in una nota parla di "rammarico e sgomento per questo nuovo e particolarmente grave attacco contro il giornalismo d’inchiesta e la libertà di informazione. Un attacco a un giornalista in prima linea nello svolgimento di inchieste approfondite, e che svolge un servizio alla comunità e alla democrazia italiana; l’efferatezza di questo attacco ci riporta alle pagine più buie del nostro paese, ed è del tutto inaccettabile".
Meacci sarà presente oggi pomeriggio al presidio-assemblea convocato dalla Tgr Rai davanti alla sede Rai di Firenze, insieme a rappresentanti dell’Associazione Stampa Toscana, dell’Ordine dei Giornalisti e dell’Ussi Toscana, "in segno di solidarietà e vicinanza a Ranucci e all’intero mondo dei giornalisti".
Messaggi di solidarietà anche dal mondo politico regionale. "Sigfrido Ranucci rappresenta una delle voci più autorevoli e coraggiose del giornalismo d’inchiesta nel nostro Paese - hanno dichiarato Irene Galletti e Luca Rossi Romanelli, rappresentanti del Movimento 5 Stelle in Consiglio regionale -. Colpire un giornalista significa colpire la democrazia e il principio di trasparenza che deve guidare ogni società libera.
È indispensabile che venga fatta immediata chiarezza su quanto accaduto e che le istituzioni garantiscano piena tutela a chi, ogni giorno, lavora per assicurare un’informazione libera e indipendente. A Sigfrido Ranucci va la mia più sincera solidarietà e quella dell’intera comunità del Movimento 5 Stelle Toscana".
La deputata toscana di Forza Italia, Chiara Tenerini, ha definito "inaccettabile il contesto di minacce rivolte a un cronista affidabile e indipendente come Ranucci", sottolineando che "l’integrità, la libertà e l’indipendenza dell’informazione sono pilastri della nostra democrazia". Tenerini ha poi auspicato "un rapido accertamento della matrice e delle responsabilità, anche di natura mafiosa o intimidatoria".
"A nome personale e di Forza Italia - ha concluso -, esprimiamo la piena vicinanza a Sigfrido Ranucci e a chi opera per l'informazione libera e responsabile. Continueremo a lavorare, in tutte le sedi, per garantire tutte le tutele necessarie ai cronisti che svolgono un servizio pubblico fondamentale per la verità e la giustizia".
Da Firenze è arrivata anche la voce della sindaca Sara Funaro, che ha detto di essere rimasta "sconvolta" dalla notizia e ha voluto esprimere la propria "vicinanza a Ranucci e alla sua famiglia per condannare fenomeni come questi fenomeni. Desta preoccupazione perché quando accadono cose come queste la preoccupazione aumenta"
"Il messaggio che mi sento di mandare - ha aggiunto Funaro - è che non bisogna farsi intimorire, ma bisogna andare sempre avanti a testa alta e sono sicura che Sigfrido Ranucci questo continuerà a fare".
Anche da CGIL Livorno arriva la severa condanna per l'attentato e la vicinanza al giornalista: "La Cgil Livorno esprime profondo sconcerto e rabbia per l’attentato perpetrato ai danni di Sigfrido Ranucci. Un atto criminale da condannare severamente. La libertà d’informazione e il giornalismo d’inchiesta rappresentano perni fondamentali su cui si poggia la democrazia: devono pertanto essere sostenuti e protetti. Siamo certi che Ranucci non si lascerà intimidire e continuerà a svolgere il proprio lavoro con la serietà e la professionalità di sempre, dimostrando ancora una volta il proprio valore. Al conduttore di Report la totale solidarietà e vicinanza da parte di tutta la Cgil Livorno".