Non si accorsero del tumore e lo dimisero, morì 18 mesi dopo: familiari risarciti con 2,5 milioni
Dopo diciotto anni da un errore dei sanitari, la famiglia di un sessantenne - deceduto da tempo - ha vinto una maxi causa in corte d'appello a Firenze: i giudici hanno disposto un risarcimento di oltre 2,5 milioni, comprese spese legali. Il sessantenne venne visitato in ospedale e, nonostante il sospetto di un tumore, non venne sottoposto completamente a colonscopia per difficoltà tecniche; i medici non si resero conto del tumore all'intestino e lo dimisero, ma lui morì proprio per quella patologia un anno e mezzo dopo.
I fatti risalgono a quasi venti anni fa all'ospedale Lotti di Pontedera. Dal 2005 l'uomo soffriva di anemia e emorroidi, il medico gli prescrisse una colonscopia che nel 2006 al Lotti venne eseguita in modo parziale. L'uomo morì diciotto mesi dopo.
Il tribunale di Pisa in primo grado aveva rigettato le richieste dei parenti, che hanno riportato il caso davanti alla corte d'appello e ottenuto parere favorevole. Cartelle cliniche alla mano, i parenti avevano ricostruito che la colonscopia aveva dato esito negativo, ma perché non era stata esaminata la parte di colon dove si stava sviluppando il cancro.
Secondo i giudici dell'appello, scrive Repubblica Firenze, se la diagnosi fosse stata effettuata in modo tempestivo "il tumore di avrebbe avuto caratteristiche tali da evitare, più probabilmente che non, la chemioterapia, ha affermato la responsabilità dell’appellata per la morte del congiunto degli appellanti". L'Asl ricorrerà in cassazione.