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Liceo Virgilio di Empoli occupato: "A sostegno della Palestina, contro le guerre. Vogliamo l'attualità in classe"

Liceo Virgilio, via Cavour (foto gonews.it)

Il collettivo studentesco ha avviato la mobilitazione nei plessi del classico, linguistico e artistico. "Non si tratta di un'azione violenta. Ma di una presa di posizione consapevole"

"A scuola ci insegnano a non dimenticare, per non commettere nuovamente gli errori del passato. Eppure ad oggi avviene tutto sotto i nostri occhi, ma il silenzio della politica internazionale vince di nuovo". Striscioni e stop alle lezioni, così questa mattina si è svegliato il liceo Virgilio di Empoli, con studenti e studentesse che da oggi martedì 21 ottobre hanno dichiarato occupazione.

Liceo Virgilio, via Fucini (foto gonews.it)

"Il Virgilio ripudia la guerra" si legge in una lettera del collettivo Sav, Studenti autogestiti Virgilio. Fuori dai plessi, in via Cavour dove si trovano Classico e Linguistico e in via Fucini, sede del liceo Artistico, appesi slogan alle finestre e ai cancelli che dichiarano l'inizio della mobilitazione. A muoverla il sostegno alla Palestina, la condanna a tutte le guerre e la richiesta di ragazzi e ragazze di affrontare in classe le questioni che animano l'opinione pubblica.

"Non si tratta di un'azione violenta nei confronti dei quattro plessi dell'Istituto, della Dirigente, degli insegnanti, del personale Ata e più in generale dell'intero personale interno alla scuola. Si tratta invece di un atto volto a condannare ogni tipo di violenza fisica e verbale, come quelle che da decenni si stanno perpetrando in luoghi non molto distanti da noi" continuano dal collettivo. "Il nostro è un gesto di autocoscienza, una presa di posizione consapevole volta a guardare oltre i confini segnati da queste quattro mura, per intervenire contro una politica che cerca di annebbiarci la vista".

Contemporaneamente questa mattina è partita anche una circolare della dirigente Valeria Alberti, che informa dell'occupazione studentesca, oltre ai plessi già citati anche in quelli di via Fabiani e via Giovanni Da Empoli.

Le richieste degli studenti: "Più spazi di discussione. Temi di attualità in classe"

Liceo Virgilio, via Cavour (foto gonews.it)

"Vorremmo che il nostro gesto fosse compreso da tutti, senza ripercussioni ingiuste. Vorremmo vivere dei giornate pacifiche per poter esprimere il nostro dissenso, le nostre opinioni, tornare protagonisti del nostro futuro". Così Matilde Malattino, studentessa del liceo Classico parte del collettivo Sav, che insieme a Valentina Bonfanti spiegano le ragioni dell'occupazione. "Vogliamo condannare quello che a pochi passi da noi sta accadendo" dice Malattino. "La repressione totale di un popolo, un genocidio. E vorremmo che all'interno della nostra scuola, così come in tutte le scuole, gli studenti potessero avere più attività, assemblee, incontri, per poter parlare di questa tematica. Vorremmo che più in generale l'attualità entrasse a far parte del programma scolastico, e potesse essere conciliato con quello che si studia sui libri". E precisa ancora Bonfanti, "non si tratta di un'azione violenta. Il nostro obiettivo è condannare ogni tipo di violenza".

Tra le richieste degli studenti, continua la lettera, "chiediamo la possibilità per noi studenti di organizzare un maggior numero di attività e incontri in cui parlare liberamente della questione, portando l’attualità all’interno delle classi ed integrandola con i programmi svolti. Se non possiamo applicare i contenuti di ciò che studiamo alla realtà che ci circonda, allora il tempo passato sui libri si vanifica". E proprio la "promozione di momenti di riflessione pubblica" è stato uno dei temi al centro della recente lettera di un gruppo di professori di Montelupo Fiorentino, che hanno preso posizione sulla situazione in Palestina.

"La scuola deve essere apartitica ma non apolitica - aggiunge Malattino - non si tratta di una questione di destra, sinistra o centro, ma di umanità e riconoscenza della storia". "Vogliamo essere parte del cambiamento", aggiungono dal collettivo che, sulle tempistiche dell'occupazione, dichiara di non avere ancora un limite preciso. "Fino a che ce ne sarà bisogno. Pensiamo più o meno pensiamo a una settimana, ma valuteremo cosa fare anche sulla base degli accordi con la Dirigente".

Il collettivo studentesco: "Condanniamo la complicità di un governo che non ci rappresenta"

Nel resto della lettera il collettivo afferma che "le informazioni sul conflitto vengono raggirate con uno scopo propagandistico da testate giornalistiche e telegiornali filogovernativi, nei quali la maggior parte della popolazione ripone ciecamente la propria fiducia. Elementi fondamentali vengono censurati, in primis, ancora dopo due anni, il fatto che quella in atto non sia una guerra tra due entità statali ma un vero e proprio genocidio". Parlando della storia continuano: "Ogni libertà di cui godiamo, ogni diritto che possiamo esercitare è il frutto della lotta attiva ed incessante di chi non si è mai tirato indietro. Di chi non ha mai avuto paura di contrastare ogni tipo di repressione. Di chi ha dato voce a coloro che non ne avevano. Di chi ha deciso di stare dalla parte giusta della storia. Ad oggi a Gaza si contano oltre 70000 morti, di cui 20000 bambini. È la panoramica di un sterminio di massa, una continua violazione dei diritti umani che viene costantemente sostenuta e finanziata. Il governo italiano si trova in prima linea. Questo perché quando il presidente del consiglio Giorgia Meloni, intervistata qualche giorno fa nella trasmissione di Bruno Vespa, afferma che l’Italia dopo il 7 ottobre non ha autorizzato nuove forniture di armi ad Israele, manca di ricordare che non ha però interrotto quelle vecchie.

Manca di ricordare che l’azienda Leonardo, a seguito del 7 ottobre, ha fornito assistenza tecnica da remoto, senza presenza di personale nel Paese, riparazione materiali e fornitura ricambi per la flotta di velivoli addestratori M-346. Leonardo, che ha come azionista di maggioranza proprio il governo italiano. Solo nel 2024 l’Italia ha ufficialmente continuato ad esportare "materiale di armamento" ad Israele per un valore di 7 milioni di euro. E nonostante tutto pochi giorni fa, non appena la Flottilla, volta a portare aiuti umanitari, era stata abbordata in acque internazionali, abbiamo sentito il ministro degli Esteri Tajani dichiarare che "il diritto internazionale vale fino ad un certo punto". E nonostante tutto Matteo Salvini ha recentemente ringraziato Netanyahu, l’incarnazione di un tiranno dispotico e sanguinario. Ha elogiato un assassino dicendo che "grazie a lui i bambini israeliani e palestinesi torneranno a giocare insieme".

"Il "Virgilio" oggi occupa per condannare tutto questo. Condanniamo la complicità di un governo che non ci rappresenta, condanniamo il silenzio di fronte all’oppressione di un popolo e condanniamo quella che ci è stata recentemente venduta come una “tregua”, ma che in realtà è unicamente un tentativo di mettere a tacere il dissenso sconvolgendo la realtà dei fatti. La verità è che i bombardamenti non sono mai cessati. Vorremmo che il nostro gesto venisse compreso da tutti" e ancora "il "Virgilio" occupa poiché si schiera a sostegno della causa Palestinese in rispetto dell’articolo 11 della Costituzione. Il nostro istituto si schiera per una rottura tra il mondo scolastico ed il genocidio". Ricordando ancora "che si tratta di un’azione che esclude qualsiasi tipo di violenza e confidiamo nella vostra comprensione e partecipazione. Questo perché, come scrisse Fabrizio de Andrè: "Per quanto voi vi crediate assolti, siete per sempre coinvolti"".

Dall'artistico: "Siamo contro tutte le guerre. Ci sono anche problemi strutturali"

(foto gonews.it)

Al liceo artistico gli studenti confermano i motivi dell'occupazione: "Il genocidio è sotto gli occhi di tutti. Ma la Palestina è un simbolo, siamo contro tutte le guerre" affermano due studenti fuori dalla scuola, "vorremmo che fossero introdotti più dibattiti e veri e propri spazi dedicati a questo. Non ha senso studiare la storia se poi sta succedendo di nuovo". Ma da via Fucini vengono inoltre aggiunti "problemi strutturali: ci sono da tanto tempo. Piove dentro in alcune aule se diluvia. Inoltre è stato richiesto di dover pagare dei materiali scolastici". Sulla Palestina, sottolinea una studentessa, "vogliamo attivarci come comunità. È come quando la gente scende in piazza a manifestare. Stiamo facendo la stessa cosa".

Fuori dal liceo Artistico, questa mattina, c'è anche chi non è rimasto contento dell'occupazione. A segnalarcelo due studentesse del corso di Architettura: "Abbiamo bisogno di stare in classe". Le due giovani riferiscono che, insieme ad altri compagni di classe, sono in finale a un concorso a Venezia: "Ci avevano garantito che saremmo potute entrare. Abbiamo la consegna dei progetti, uno tra l'altro trattava della ricostruzione della Palestina. Ma di fatto non possiamo entrare" con il rischio di "non terminare prima della scadenza".

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