"Gravi criticità nell'informazione del Comune sul referendum": TpE scrive a Mantellassi
(foto gonews.it)
"Gravi criticità nelle modalità di informazione adottate dal Comune in vista del referendum abrogativo sulla Multiutility del 9 novembre". Questa è la denuncia da parte del Comitato Referendario “Trasparenza per Empoli” in una lettera aperta inviata al sindaco di Empoli Alessio Mantellassi.
Nel documento il comitato chiede che l’Amministrazione comunale intervenga "con urgenza per garantire una corretta e completa informazione a tutti i cittadini", in particolare ai 7.000 nuovi elettori non comunitari che per la prima volta saranno chiamati al voto.
Vengono ritenute "inaccettabili le carenze e le mancanze riscontrate e chiediamo correttivi concreti e tempestivi per assicurare trasparenza, partecipazione e pari accesso al voto".
La lettera aperta di Trasparenza per Empoli
Egregio Sig. Sindaco di Empoli Alessio Mantellassi
Il 9 novembre prossimo la città di Empoli sarà protagonista di un evento unico ed inedito in Toscana, poiché andrà al voto per il referendum comunale sull'abrogazione integrale della delibera 93/2022 che ha approvato lo statuto della Multiutility Toscana SPA e l'adesione del nostro Comune con le sue quote azionarie. Una scelta eminentemente politica, che riguarda l'intera popolazione in tutti i comuni della Toscana centrale, nelle province di Firenze, Pistoia e Prato, gran parte dei quali hanno aderito, ma che ogni comune era libero di accettare o meno, Empoli addirittura è stato tra i promotori. Ad Empoli si è arrivati a referendum grazie alle firme di 4.000 residenti ossia il 10% del corpo elettorale.
Di particolare rilievo il fatto che, per questa votazione, abbiamo 7.032 nuovi elettori sui 43.156 totali, ossia i residenti senza cittadinanza europea, oltre il 16 % degli aventi diritto, che per la prima volta vanno al voto su una scelta eminentemente politica e di rilevanza non solo locale ma indirettamente regionale. Riguardo il voto dei migranti, ci preoccupano alcune risposte ricevute dagli uffici su questioni di estremo rilievo e delicatezza. In primo luogo ci allarma la modalità scelta per l’informazione ai migranti circa il loro diritto al voto il 9 novembre ed il contenuto della scelta stessa. Ci viene risposto che sarà una comunicazione tramite manifesti e comunicazioni su giornali e sito web comunale e che verrà fatta una applicazione che consentirà a chiunque acceda di risalire dall'indirizzo di residenza alla propria sezione elettorale e alla propria sede di voto, una cosa che noi abbiamo già da tempo prodotto e ampiamente diffuso nel giro di 4 giorni dalla pubblicazione delle sedi. Ovviamente per i nuovi elettori senza cittadinanza europea, occorre una informazione individuale con almeno una lettera nelle diverse lingue o anche solo in italiano, ma con rimandi al sito comunale in più lingue, almeno con le stesse modalità con cui ricevono le bollette di acqua e rifiuti.
In secondo luogo è importante che siano resi pubblici per tempo i numeri dei residenti non comunitari per ciascuna sezione elettorale, che certamente l'Ufficio elettorale deve oggi avere a disposizione: Ci avete comunicato il numero totale di residenti non comunitari, 7.032, ma per ovvi motivi il Comitato Empoli del Sì, il comitato promotore e il comitato per il No devono poter usufruire di questi dati per molteplici motivi di trasparenza e per svolgere a pieno la campagna referendaria. Temiamo peraltro che questi elettori siano concentrati in poche sezioni e non distribuiti uniformemente e che in numerosi casi si vada ben oltre i limiti previsti dalla normativa, anche considerando le deroghe, sia per problemi di ordine pubblico, sia per possibili sovraffollamenti, anche considerando il raggruppamento di molte sezioni in un’unica sede di seggio. È necessario che questo dato venga reso accessibile quanto prima, visto che al Sindaco deve essere fornito, dall’ ufficio elettorale almeno 15 giorni prima del voto (come stabilito dal regolamento referendario).
C'è poi il tema della effettiva presenza di molti migranti formalmente residenti ad Empoli, ma di fatto assenti da molti anni perché tornati nel paese di origine o emigrati in altri paesi. I proprietari di case che hanno affittato a migranti non sono tenuti a segnalare la fine della locazione al Comune e suppongono correttamente che il comune abbia tutti gli strumenti, attraverso controlli incrociati con le utenze idriche e rifiuti per monitorare in tempi rapidi l'effettiva presenza di residenti, ma così non è. Noi non siamo in grado di valutare effettivamente la percentuale di residenti al 4 settembre 2025 che di fatto da oltre sei mesi tempi ragionevolmente necessari per i controlli incrociati, non vivono più ad Empoli, e tuttavia da valutazioni a campione nelle microaree a più alta densità di migranti, riteniamo che si tratti di alcune migliaia. Viceversa altrettanti vivono ad Empoli senza avere formale residenza qui. Questo referendum è una buona occasione per mettere in ordine una situazione che sappiamo fuori controllo e tuttavia è ovvio che se questa zona grigia, dovuta a responsabilità della A.C., dovesse essere decisiva per il raggiungimento del quorum, fissato a 21.579, noi non lo potremmo accettare, sia che prevalgano i no, sia che prevalgano i sì tra i votanti.