Il Lions Club 'Empoli Ferruccio Busoni' celebra il grande musicista empolese
Nella conviviale del 23 ottobre scorso, il Lions Club Empoli Ferruccio Busoni ha voluto rendere omaggio al grande musicista empolese da cui il sodalizio prende il nome. Ospite e relatore della serata è stato il maestro Lorenzo Ancillotti, organista e compositore empolese, che ha saputo catturare l’attenzione dei presenti con una relazione appassionata e ricca di aneddoti e curiosità.
La serata è stata un’occasione per riscoprire la figura di Ferruccio Busoni, “un uomo di confine” – come lo ha definito il relatore – che ha segnato la storia del pianoforte e del pensiero musicale tra Ottocento e Novecento.
Il maestro Ancillotti, laureato in Storia dell’arte e Musicologia all’Università di Firenze, è organista della Collegiata di Sant’Andrea a Empoli, direttore artistico del Centro Studi Musicali Ferruccio Busoni, professore di Storia della musica al Conservatorio di Lucca, ricercatore presso l’Université Paris-Sorbonne e collaboratore di numerose riviste specializzate.
Nel suo intervento, Ancillotti ha sottolineato l’importanza di restituire a Busoni la “giusta e meritata collocazione” nella storia della musica europea, liberandolo dalle leggende e dai luoghi comuni che ne hanno spesso offuscato la figura. Nato per caso a Empoli da genitori di temperamento opposto – madre pianista cosmopolita e padre clarinettista di bande – Busoni mostrò fin da bambino un talento straordinario, tanto da esibirsi in pubblico già a cinque anni.
La sua formazione si sviluppò in ambito viennese, ma i viaggi in Europa e oltre i confini lo misero in contatto con le correnti artistiche e intellettuali più avanzate del suo tempo. Considerato il primo concertista di fama intercontinentale, Busoni fu molto apprezzato in America e in Russia, mentre in Italia la sua figura rimase in ombra a causa della centralità del melodramma.
Secondo Ancillotti, la musica di Busoni è “difficile da ascoltare e da dirigere” perché riflette la complessità di un pensiero proiettato verso il futuro, in cui la musica diventa linguaggio universale capace di unire gli animi e favorire la fratellanza tra i popoli. Un ideale che maturò durante i quattro anni di esilio a Zurigo, nel pieno del conflitto mondiale.
Il relatore ha concluso il suo intervento invitando i soci a visitare la casa natale del musicista, nel cuore di Empoli, oggi custode di un prezioso patrimonio di scritti, idee e progetti. “Un luogo – ha detto Ancillotti – da cui trarre ispirazione e spunti di riflessione, per regalarsi un’opportunità di crescita e consapevolezza.”
Fonte: Ufficio Stampa