Empoli saluta lo storico dirigente sportivo Silvano Bini. Presente anche Spalletti: "Un maestro"
(Foto gonews.it)
Familiari, amici e cittadini hanno partecipato questa mattina mercoledì 29 ottobre all’ultimo saluto a Silvano Bini, storico dirigente dell’Empoli calcio, mancato due giorni fa all’età di 96 anni. Ai funerali, per rendere omaggio ad un pilastro del calcio non solo empolese ma italiano, anche volti dal mondo sportivo. Uno su tutti l’allenatore Luciano Spalletti, originario dell’Empolese Valdelsa che nella sua carriera, subito dopo quella calcistica, è stato tecnico a metà degli anni Novanta proprio della squadra della società azzurra, in cui Bini ha trascorso oltre mezzo secolo.
"Un maestro che mi ha insegnato tantissime cose, di cui ho fatto tesoro per avere la carriera che ho avuto" ha commentato Spalletti ricordando Silvano Bini. "A lui, come naturalmente anche a Fabrizio Corsi, devo tutto perché sono quelli che mi hanno fatto iniziare, protetto da tutte le insicurezze di quando si inizia una nuova professione". Tanti i ricordi custoditi dall'allenatore: "Aveva una personalità spiccatissima" e "la qualità di sapere decidere. Tutta questa esperienza gli era venuta da tutte le decisioni che aveva preso nel suo ruolo, nella sua professione. Dalle persone come lui c'è da imparare soprattutto questo, prendere delle decisioni, stare da una parte senza stare sempre sulla via di mezzo. Un uomo forte, che ha avuto una carriera fortissima, che è stato il bene dell'Empoli per tanti anni per quello che è riuscito a costruire, come possibilità e come storia calcistica".
Tra i presenti alla cerimonia nella chiesa di Ponzano, quartiere di nascita nel 1929 di Bini, la moglie Marisa insieme alla famiglia, il segretario generale dell’Empoli calcio Stefano Calistri, il sindaco di Empoli Alessio Mantellassi, Brenda Barnini, vari assessori ed esponenti politici del territorio. In tanti hanno voluto rendere omaggio a Bini, empolese doc, figura di riferimento per tifosi e società, al Castellani dal 1947 al 1996. Mezzo secolo di impegno per la squadra, in cui ha ricoperto molti ruoli tra cui la presidenza, poi l'arrivo in Serie A e gli anni vissuti con Fabrizio Corsi. Senza dimenticare lo scouting di tantissimi giocatori di alto livello.
Una dedizione per lo sport ricordata anche da don Massimo Scalzi che, sull'esempio di Silvano Bini, ha raccomandato l’esperienza dello sport a ragazze e ragazzi. Immancabili sulla tomba dell'ex presidente insieme ai fiori anche le maglie e le sciarpe dell’Empoli, così come una sciarpa della Pistoiese, una delle squadre in cui Bini continuò a lavorare dopo la parentesi empolese come Genoa e Livorno, dove contribuì al ritorno in serie A. Cordoglio espresso a nome di tutta la città di Empoli dal sindaco Alessio Mantellassi: "Un empolese che ha lasciato il segno" lo ha definito, "come dirigente sportivo nato sul campo, non venuto da fuori per dirigere ma nato con la squadra". A ricordarlo anche i tifosi ieri durante la partita con la Sampdoria in casa, con uno striscione con scritto: "Un pezzo di storia se ne va. Ciao Silvano".
Il ricordo della famiglia: "Non solo dirigente ma uomo, padre, marito, nonno"
Franco Pescali, marito di Silvia Bini una delle figlie di Silvano, ha parlato dei centinaia di messaggi di vicinanza arrivati in questi giorni, "segno concreto di quanto Silvano è stato stimato. Se da lassù può vedere tutto questo, ne sarà sicuramente compiaciuto e dirà 'qualcosa di buono ho fatto'". Non solo dirigente sportivo "ma uomo, padre, marito, nonno". Ed essere Empolese, "per lui era un sentimento, un motivo di orgoglio. Veniva da una generazione di uomini e donne che dopo la guerra hanno costruito la nostra comunità. Trasformando Empoli in un centro di eccellenza. Tra i suoi amici c’erano persone che hanno segnato la storia di questa città". E poi c’era l’Empoli: "Di quella società e di quella maglia Silvano era orgoglioso come una famiglia" ricordando che nella sua carriera aveva anche ricevuto offerte altrove, "ma aveva sempre rifiutato. Non poteva immaginare di vivere lontano da casa". Sempre a contatto con i giovani "voleva che studiassero, era presente nei loro momenti importanti della vita. Gioiva sinceramente quando un suo ex calciatore aveva successo, come giocatore o allenatore, voleva dire che aveva seminato bene". "Ma la parte più bella della sua vita è forse quella privata" parlando poi della famiglia costruita con la moglie Marisa. "Una presenza costante. Ma quello che ci lascia non si perde. Grazie Silvano".
Commosso il ricordo delle nipoti Emilia e Eugenia: "Un nonno presente in ogni fase anche nella nostra vita" hanno detto, "abbiamo stampato dentro di noi i valori che ci hai trasmesso. Lasci un vuoto che mai sarà colmato, ma sarai con noi in ogni istante". Poi la dedica a entrambi i nonni, "siete l’esempio dell’amore più bello che ci sia al mondo".




Margherita Cecchin

