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Autospurgo scaricava illegalmente all'Elba: scoperti 190mila euro non dichiarati

Un'operazione di polizia ambientale si è trasformata in un'importante indagine fiscale sull'Isola d'Elba. I militari della Sezione Operativa Navale della Guardia di Finanza di Portoferraio hanno scoperto un sistema di evasione fiscale legato a una società di autospurghi che operava scaricando illegalmente rifiuti liquidi nei tombini pubblici.

L'inchiesta è partita lo scorso giugno, quando i finanzieri hanno sorpreso un autospurgo che scaricava illecitamente il contenuto della cisterna in un tombino di raccolta delle acque piovane a Porto Azzurro, invece di recarsi presso la discarica autorizzata. Il rappresentante legale della società è stato denunciato all'Autorità Giudiziaria per abbandono illecito di rifiuti.

Tuttavia, l'episodio ha insospettito gli investigatori della Compagnia di Portoferraio, che hanno avviato un'attività ispettiva sui conti della società. Attraverso l'analisi della documentazione fiscale e contabile, unite a indagini bancarie e al sistema di videosorveglianza comunale, è emerso un quadro preoccupante: la società offriva servizi di raccolta e smaltimento di acque reflue prevalentemente ad abitazioni private, incassando compensi senza rilasciare documenti fiscali e sversando i materiali in punti di raccolta pubblici del territorio elbano.

Le indagini bancarie hanno rivelato movimenti bancari sospetti in capo alla società e ai due soci amministratori, per un totale di oltre 190mila euro di proventi non dichiarati. Le telecamere del Comune di Porto Azzurro hanno inoltre permesso di individuare altri 14 episodi analoghi tra marzo e aprile 2025.

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