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Diverticoliti acute complicate, a Pisa presentate le più recenti novità terapeutiche

Dal congresso internazionale dell’Aoup indicazioni aggiornate su quando evitare gli antibiotici, come gestire gli ascessi e quali interventi chirurgici adottare nei casi più gravi

Quando basta solo un trattamento medico conservativo, se bisogna somministrare antibiotici, quando invece è necessario intervenire chirurgicamente e se in chirurgia “open” o con tecnica robotica… Sono solo alcune delle principali novità emerse dal recente congresso internazionale tenutosi a Pisa sul trattamento delle diverticoliti acute complesse, ossia le infiammazioni dei diverticoli intestinali complicate da ascessi, fistole, ostruzioni o perforazioni (fino al 15% circa dei casi di diverticolite che, di per sé, colpiscono anche i giovani e fino al 60% degli ultraottantenni).

"Acute Complicated Diverticulitis: An International Update": questo il titolo dell’evento scientifico presieduto da Dario Tartaglia, associato di Chirurgia generale all’Università di Pisa e in forza nell’Unità operativa di Chirurgia generale e d’urgenza dell’Aoup (diretta da Federico Coccolini), cui hanno partecipato numerosi specialisti Aoup insieme a esperti colleghi da tutt’Italia e dall’estero, con una lectio magistralis introduttiva di Massimo Chiarugi (da poco collocato a riposo). Il programma, articolato in quattro sessioni, ha spaziato dagli aggiornamenti su classificazioni e linee guida fino alle più recenti strategie terapeutiche con un’attenzione particolare alle tecniche mini-invasive, alla gestione multidisciplinare e all’approccio personalizzato al paziente.

In particolare è emerso che nelle diverticoliti acute non complicate la scelta migliore è la terapia medica conservativa, così come anche gli antibiotici vanno evitati, salvo segni di sepsi. Gli esperti si sono anche confrontati sull’opportunità di un drenaggio percutaneo, in caso di ascessi di dimensioni rilevanti, in attesa dell’intervento chirurgico programmato. Tra le novità terapeutiche si è parlato del lavaggio peritoneale laparoscopico (nelle peritoniti purulente senza perforazione viscerale), dell’intervento di Hartmann (resezione di una parte del colon) nei pazienti immunodepressi, della necessità dell’Open Abdomen (tecnica chirurgica che prevede la possibilità di lasciare per un periodo transitorio la parete addominale aperta) quando c’è un quadro infettivo grave, della preferenza delle medicazioni a pressione negativa e di altri scenari chirurgici con preferenza di determinati coloranti fluorescenti. Tra i momenti più apprezzati, le sessioni interattive di discussione che hanno permesso un confronto diretto tra esperti di diversa formazione: chirurghi, gastroenterologi, infettivologi e radiologi. L’evento, accreditato Ecm e con il patrocinio di Aoup e Unipi e delle principali società scientifiche di settore, ha confermato Pisa come centro di riferimento nazionale per la chirurgia d’urgenza e l’aggiornamento scientifico in ambito addominale acuto (edm).

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Fonte: AOU Pisana - Ufficio stampa

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