gonews.it

Una tentata evasione e una protesta dei detenuti ieri a Sollicciano

Il carcere di Sollicciano

Uomo è riuscito a scavalcare le inferriate e a raggiungere l’intercinta, altri detenuti hanno protestato per la mancanza di acqua calda. La UilPa: "Istituto in totale abbandono"

Alla casa circondariale di Sollicciano quella di ieri è stata “una giornata da dimenticare”, come denuncia la UilPa Polizia Penitenziaria. In mattinata un detenuto di origini magrebine ha tentato l’evasione, riuscendo – secondo quanto riferito – “arrampicandosi su un pilastrino” a scavalcare le inferriate dei passeggi e a raggiungere l’intercinta. Dopo essersi impossessato di “un giubbotto catarifrangente”, avrebbe tentato di allontanarsi sperando di non essere notato, ma il suo piano è stato sventato dal “tempestivo intervento degli operatori della pattuglia di ronda e di altri operatori presenti”. L’uomo è stato bloccato e riportato nel reparto detentivo.

La tensione è proseguita in serata, quando “numerosi detenuti hanno iniziato a protestare rifiutandosi di entrare nelle proprie celle”. All’origine della protesta, spiegano dal sindacato, la mancanza di acqua calda, con i detenuti che hanno chiesto la presenza del comandante e del direttore “affinché vedessero con i loro occhi la situazione in cui sono costretti a vivere”. Solo dopo il loro arrivo la protesta è rientrata.

A denunciare i fatti è Antonio Mautone, segretario generale territoriale della UilPa: “Siamo nuovamente alle solite… sembra di rivedere un film già visto diverse volte”. Mautone ricorda che “sono anni che denunciamo lo stato di totale abbandono in cui versa l’istituto di Sollicciano” e che, nonostante le visite di esponenti locali e nazionali, “nulla è cambiato”.

Il sindacato critica anche l’inerzia rispetto a decisioni più radicali: “Non comprendiamo il motivo per cui tutti concordino che ormai è il momento di fare delle scelte mirate anche alla chiusura dell’istituto, ma ciò non avviene”. Una situazione che, avverte, genera “malcontento non solo tra i detenuti ma anche tra gli operatori”, costretti a lavorare in ambienti “freddi, insalubri e poco decorosi”.

Mautone conclude ringraziando il personale: “Se ancora non siamo collassati è solo grazie agli uomini e alle donne della polizia penitenziaria e di tutti i comparti, alla loro professionalità e al loro spirito di abnegazione. A loro va tutta la nostra gratitudine”.

Exit mobile version