Il Punto sul mondo: dalla Toscana alla Palestina e Cisgiordania, il racconto del viaggio tra Hebron e Betlemme
Torna la rubrica "Un punto sul mondo", in onda su Radio Lady, in collaborazione con Gonews.it e con l’Atlante delle Guerre e dei Conflitti del Mondo. In questa puntata, ospiti Alice Pistolesi, giornalista dell’Atlante del Mondo e delle Guerre, Simona Cioni, presidente del Consiglio Comunale di Empoli, e Ottavia Viti, assessora alla Cooperazione Internazionale del Comune di Montespertoli, che hanno fatto parte di una delegazione in rappresentanza degli Enti Locali per i Diritti del Popolo Palestinese.
Le tre hanno partecipato a un viaggio istituzionale in Palestina e Cisgiordania, un’esperienza intensa sia dal punto di vista umano che emotivo. Tra le città visitate, Hebron, Ramallah, il governatorato di Gerusalemme e l’amministrazione di Betlemme, hanno incontrato rappresentanti delle istituzioni locali e della società civile palestinese, vivendo in prima persona le difficoltà quotidiane e le restrizioni imposte dall’occupazione.
L'intervista su Radio Lady
La delegazione e il viaggio nascono - racconta Simona Cioni - "su iniziativa degli Enti Locali per i Diritti del Popolo Palestinese, alla quale rete hanno aderito 29 comuni, tra cui Empoli. Il Comune di Empoli aveva approvato una delibera che riconosceva lo Stato di Palestina in maniera simbolica. Quando c'è stata occasione del viaggio organizzato dalla segreteria organizzativa della rete degli Enti Locali e quindi da rappresentanti ARCI Firenze e ANPI, ci hanno chiesto se a Empoli ci fosse la possibilità di prendere parte alla delegazione. Sono stata individuata e ho raccolto con grande piacere e grande onore questo invito".
È stato un onere rappresentare il proprio comune anche per l'assessora Ottavia Viti, che racconta: "È stato non solo un grandissimo onore per noi, ma anche per le persone che andavamo a incontrare durante il nostro viaggio istituzionale. Abbiamo visitato le città di Hebron, Ramallah, il governatorato di Gerusalemme e l'amministrazione di Betlemme. Arrivare là con la fascia in rappresentanza dell'intera cittadinanza è stato molto importante sia per noi che per loro, visto che è stata la prima missione istituzionale".
Viti prosegue spiegando che i palestinesi hanno sottolineato l'importanza del rapporto che si può instaurare tra le città: "Tra i governi è complesso, visti i delicati equilibri politici, ma le città possono avere un impatto concreto nell'aiutarli".
Le ospiti raccontano il loro arrivo nelle città palestinesi, parlando dell'accoglienza calorosa e favorevole che hanno ricevuto nei loro incontri istituzionali. "In ogni municipalità in cui siamo stati ci hanno accolto con tutti gli onori - racconta Cioni -. Per loro il riconoscimento istituzionale è essenziale".
Un'accoglienza calorosa che, come ricordano spesso i media, rispecchia l'alta considerazione del popolo palestinese nei confronti dell'Italia. Viti infatti racconta che "mentre eravamo là ci dicevano di aver accolto con grande piacere le manifestazioni e le proteste che ci sono state in Italia, soprattutto dopo l’abbordaggio della Flotilla. Sanno che la popolazione italiana è vicina a quella palestinese e, ovviamente, sapere che ci sono delle istituzioni al loro fianco per loro è molto importante".
Alice Pistolesi, giornalista dell’Atlante del Mondo e delle Guerre, ha raccontato dal punto di vista tecnico come è stato il viaggio per arrivare fin là: "Ho partecipato in qualità di giornalista con la collega Monica Pelliccia. Per chi fosse interessato a leggere quello che abbiamo prodotto e stiamo producendo, sono usciti quattro reportage su atlanteguerre.it e ne verranno pubblicati altri su altraeconomia.it. È stato un viaggio complicato, sia dal punto di vista emotivo soprattutto all'andata, quando c’era il timore di non riuscire nemmeno a entrare. Per fortuna è andato tutto molto bene e abbiamo potuto fare i nostri giri nel viaggio pienissimo di quattro giorni. Non abbiamo potuto raggiungere Nablus perché erano in corso alcune problematiche anche dal punto di vista della sicurezza. Mentre le altre amministrazioni siamo riuscite a raggiungerle. È stato molto toccante. Abbiamo parlato sia con alcuni comuni, ma anche con tante associazioni della società civile. Un programma intenso e impegnativo".
Sicuramente un viaggio ricco di emozioni che, come racconta Pistolesi, in più occasioni li ha lasciati "a bocca aperta". "In momenti come questo - dice Pistolesi - credo sia importante raccontare quello che è emerso ed è ciò che ci hanno chiesto tutti".
"Quello che mi ha toccato di più - racconta Viti - è come queste persone possano vivere quotidianamente in condizioni che per noi sono impensabili e che ogni singolo momento della loro vita sia controllato da esterni, che siano coloni o esercito israeliano. Anche il fatto che per spostarsi devono attraversare i checkpoint e che quindi non sanno se in quel momento avranno tempo per passare oppure no. In ogni strada che porta a un paese c'è un gate dove c'è l'esercito israeliano che decide chi passa e chi no, indipendentemente dalle urgenze o dai bisogni dei cittadini, anche se c'è una gestante che sta per partorire: ci hanno raccontato di donne che hanno partorito davanti al gate".
"Anche a me ha colpito l'assoluta mancanza di libertà di questo popolo - ha aggiunto Cioni -. Abbiamo assistito alla vita quotidiana di un popolo oppresso da più di 60 anni. Questa occupazione illegale non è certamente iniziata due anni fa. Negli ultimi due anni la situazione è chiaramente peggiorata. Come ha detto Ottavia, i gate sono aumentati, per cui non si riesce a entrare nella città, tant’è che si esce e non si sa quando si rientra, anche perché le chiusure e le aperture delle strade sono assolutamente arbitrarie. Anche nei checkpoint i militari hanno i fucili imbracciati. Non si riesce a programmare la propria vita: dall’uscire per andare al lavoro a, banalmente, uscire la sera per vedersi con gli amici, come ci raccontavano i ragazzi palestinesi di 20 anni".
Diritti internazionali violati e, come spiega Cioni, non c'è neanche la libertà di comprare o possedere un immobile o banalmente ristrutturarlo. Non solo: "Gli viene razionata l'acqua e il carburante. È una situazione di mancanza totale di libertà e diritti umani. Quello che mi ha colpito più di tutto è anche il colonialismo culturale, ovvero la sostituzione da parte di Israele della propria cultura a quella del popolo palestinese. Abbiamo visto una città di fronte a Betlemme che si chiama Efrata, il nome antico di Betlemme sulla Bibbia, e che andrà a sostituire Betlemme, che è una città palestinese. Sorgerà una nuova Betlemme di nuova appartenenza. Questo mi ha colpito particolarmente. Poi, essendo avvocato e vedendo che non vengono rispettati i diritti internazionali, mi ha colpito. Penso ci debba essere una presa di posizione importante a tutti i livelli politici".
"In questi due anni la situazione è veramente cambiata - ha aggiunto Pistolesi -. Io sono stata in Palestina nel 2014, ma ho visto una situazione totalmente peggiorata. Quello che ho potuto fare ormai 11 anni fa, quasi da 'turista', prendendo a noleggio un'auto e girando la sera, ora non è possibile. Abbiamo avuto difficoltà a rientrare nella città di Hebron dopo essere stati a fare delle interviste a Betlemme. A un certo punto non sapevamo se saremmo riusciti a rientrare, tant’è che siamo passati per una strada sterrata. Tutte le parti della città erano state chiuse da questi gate".
Tutte e tre sarebbero pronte a ripartire. Ma il viaggio non si conclude qui. Ci saranno una serie di iniziative organizzate da ARCI Firenze nei circoli del Fiorentino. Lunedì a Montespertoli ci sarà un’iniziativa importante: "Lunedì dalle 21.15 ci sarà un'iniziativa nella sala consiliare di Montespertoli, dove avremo come ospite il sindaco di Betlemme Maher Nicola Canawati - racconta Viti -. Per noi è una grandissima occasione: ci parlerà della situazione di Betlemme, ma anche, con grande piacere, delle decorazioni natalizie a cui loro tengono tanto. Ci sarà anche un altro palestinese collegato. Ovviamente ci sarà il sindaco di Montespertoli Alessio Mugnaini, io e Alice Pistolesi come giornalista".
"Anche io organizzerò un evento di restituzione, a questo punto nel 2026 - aggiunge Cioni -. Inviterò tutti i membri della delegazione a raccontare quello che abbiamo vissuto e visto. Le varie municipalità, oltre a raccontare quello che abbiamo visto con i nostri occhi, ci hanno chiesto anche eventuali collaborazioni e gemellaggi. Ci organizzeremo, ognuno nei propri comuni, per concretizzare queste loro richieste".
