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Multiutility e acqua pubblica: In Comune per Vinci critica sull'ipotesi della gara

"In Comune per Vinci" ha portato in discussione nella seduta del Consiglio Comunale del 27 novembre una Mozione che chiedeva di avviare una profonda modifica dello statuto Multiutility/Plures, approvato solo tre anni fa a Vinci con la delibera 70/2022 e contestualmente in altri 60 comuni toscani, alla luce dell'ampio e ormai visibile dissenso sia della popolazione, sia in larga parte nella stessa maggioranza di centrosinistra nei comuni e in Regione.

"Lo testimonia la larga partecipazione e la vittoria dei Sì al referendum comunale ad Empoli del 9 novembre e l'assemblea di sindaci dell'ambito 3 Medio Valdarno il 19 novembre che ha rinviato la gara e avviato le procedure per una, ancora incerta e precaria, gestione in house - dicono gli esponenti della lista In Comune per Vinci - si chiedeva uno statuto che prevedesse gestioni integralmente "in house" quindi con affidamento diretto del servizio senza necessità di gara europea. Nei fatti la mozione è stata respinta, o più precisamente, grazie ad un maxiemendamento della maggioranza, modificata a tal punto da risultare l'opposto degli intenti. Abbiamo dunque dovuto votare contro. Chi, come noi e gran parte della cittadinanza quando è correttamente informata, contesta lo statuto approvato tre anni fa da quasi tutti i comuni della Toscana centrale. Lo fa perché con quello statuto, i servizi non possono essere gestiti in house, ossia con affidamento diretto ad una società totalmente pubblica e con caratteristiche statutarie che, in base alle normative, possa avere la gestione di servizi idrici, energetici e di igiene urbana, senza necessità di passare da una gara periodica. Con le limitate modifiche statutarie che invece prevede la mozione uscita alla maggioranza, non vi è alcuna effettiva garanzia che la gestione del grosso dei servizi sia in house e quindi non vi è garanzia che non si vada a gara europea. Naturalmente, si ribadisce nella mozione emendata che, a differenza dello statuto approvato tre anni fa, le modifiche devono escludere la quotazione in borsa della società, ma non ci sfugge la contraddizione di questa posizione."

"Se comunque alla fine il nucleo centrale dei servizi deve andare a gara - prosegue la nota di In Comune per Vinci - , come si può immaginare che una società interamente pubblica, possa partecipare e vincere? Si tratterebbe di gare contro società tutte quotate in borsa, tutte soggette alle pesanti ingerenze strategiche di fondi di investimento, notoriamente in regime di monopolio finanziario, e tutte interessate a distruggere progressivamente la presenza stessa del capitale pubblico e locale o regionale, su qualunque mercato, tanto più sul prezioso mercato dei servizi acqua, rifiuti e energia. L'unico modo per mantenere nel futuro il carattere pubblico dei servizi locali è rappresentato dalle gestioni in house con affidamento diretto. Esattamente quello che chiedevamo e che è stato cassato dalla mozione. È facilmente prevedibile che, via via che ci si avvicinerà alla scadenza improrogabile della gara, se non in house, il ritorno al ricorso a società quotate in borsa ed aperte alla penetrazione dei capitali finanziari sia inevitabile e l'intento di escludere la quotazione, oggi dichiarato, sia spazzato via dalle necessità contingenti di non perdere la gara. Del resto, esistono in Italia Multiutility miste soggette a gare europee che non siano quotate in borsa direttamente o indirettamente tramite uno o più soci come Acque o Publiacqua? Non ci risulta salvo prova contraria da parte dei fautori delle modifiche contenute allo statuto."

Fonte: Ufficio Stampa

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