Guazzini (Gruppo Misto): "Le preoccupazioni della Consulta di San Donato hanno fondamento"
La consigliera Manola Guazzini (Gruppo Misto) interviene sulle recenti segnalazioni della Consulta di San Donato, ritenendo che le preoccupazioni "abbiano pieno fondamento". Nel mirino finiscono il percorso "accelerato" del nuovo piano strutturale e le criticità emerse dai pareri tecnici, elementi che per Guazzini richiedono "una discussione politica adeguata" prima dell’approvazione finale.
La nota integrale:
Condividiamo pienamente la preoccupazione espressa in un intervento sulla stampa a nome della Consulta di San Donato da Giancarlo Fiaschi e Renzo Carrai per la situazione idraulica della frazione.
Purtroppo le vicende che stanno portando dall'adozione del nuovo piano strutturale con grandissimo ritardo, nonostante nostre ripetute sollecitazioni con interpellanze e mozioni in Consiglio Comunale, solo in questo mese di novembre sono state consegnate ai Consiglieri comunali 183 osservazioni, di cui circa 140 relative al Comune di San Miniato, che erano state presentate dai privati entro fine 2024: e i pareri espressi su queste osservazioni verranno messi tutti in votazione nel Consiglio dell'11 dicembre prossimo, attraverso un percorso accelerato e concitato di analisi fatto in varie Commissioni Consiliari. Così è come se il il Consiglio Comunale si riducesse a mero organo di ratifica.
I pareri sulle osservazioni appaiono in generale abbastanza sensati. Gran parte di quelle di cui viene proposto il non accoglimento o la non pertinenza avrebbero implicato ulteriori consumi di suolo o ridefinizioni in aumento del territorio urbanizzato; sono state fatte eccezioni per casi di presa d'atto di situazioni esistenti o perché si sono individuate in alcuni casi possibilità di diversa localizzazione di volumi da abbattere in aree di rigenerazione urbana (ad esempio concerie di Ponte a Egola): ma già qui ci sono molte contraddizioni tra questo orientamento e un livello già troppo elevato di occupazione del territorio: c'è il rischio che i trasferimenti vadano ad aggiungersi ad altre edificazioni, determinando una completa saturazione del territorio. E comunque neanche il criterio del trasferimento può giustificare, ad esempio, il parere positivo su un'osservazione che propone di fatto una lottizzazione sul piede del colle di San Miniato a San Miniato Basso in località Fontevivo.
E troviamo molto discutibile, e in alcuni casi proprio inaccettabile, la conferma di previsioni inserite e non realizzate, e in un caso molto grave questo riguarda proprio San Donato, con la conferma di un'espansione edilizia lungo la ferrovia a Ovest del Viale Leonardo da Vinci, che dovrebbe invece diventare un polmone verde e un luogo dove risolvere il nodo del collegamento ciclopedonale con Ponte a Egola.
Ma ancora più inquietante è che su mia richiesta di qualche giorno fa ho avuto le osservazioni e contributi che il Comune era obbligato a chiedere a Enti e a Istituzioni, e che, dalle date di protocollo, sembrano tutti pervenuti agli uffici a estate 2024.
Dalla lettura di questi documenti emerge tra le altre cose:
1)-che l' Autorità di Bacino Distrettuale dell'Appennino Settentrionale rileva “evidenti differenze tra il quadro della pericolosità da alluvione del piano Urbanistico adottato con quelle del vigente Piano di Gestione del Rischio Alluvioni”, e il Genio Civile lamenta l'assenza di rilievi topografici sui corsi d'acqua del Comune di San Miniato: manca dunque non solo la volontà politica e l'efficienza, ma anche la base conoscitiva per risolvere problemi come quelli evidenziati dalla Consulta di San Donato;
2)-che il Settore Mobilità e Infrastrutture della Regione, rispetto al Polo logistico di San Donato, che si vorrebbe ampliare sia verso Casa Bonello che a ovest di via Leonardo da Vinci, rileva che il Piano non consente “valutazioni sulla sostenibilità della rete stradale limitrofa ai nuovi insediamenti, ed in particolare sulle ripercussioni connesse alle strade “SGC FI-PI-LI” e “S.R 436 Francesca”;
3)-che il dipartimento Urbanistica della Regione lamenta un'eccessiva previsione di nuove edificazioni rispetto al recupero in particolare nelle funzioni artigianale-industriale e direzionale e di
servizio, e indica la necessità di “rivedere il dimensionamento delle previsioni adottate in coerenza con le capacità di carico del territorio e nell'ottica della riduzione del consumo di suolo” ai fini del mantenimento della permeabilità dei suoli;
Ce n'è dunque più che abbastanza per sollecitare non una pura ratifica, ma una discussione politica e un processo partecipativo all'altezza dell'importanza di questi temi prima dell'approvazione definitiva del Piano.