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"La filosofia e la guerra", il Liceo Marconi di San Miniato incontra il professor Matteo Saudino

“Possiamo avere un mondo senza guerra?”. Questo l’incipit della conferenza che si è svolta nella mattinata del 4 dicembre presso l’auditorium della Crédit Agricole di San Miniato, dal titolo “La filosofia e la guerra: la ragione di fronte al conflitto”, tenuta dal prof. Matteo Saudino e organizzata dal Liceo Marconi, grazie al lavoro del Dipartimento storico-giuridico-filosofico. L’incontro, rivolto alle classi quarte e quinte del Liceo e introdotto dall’Assessore Matteo Squicciarini e dal Dirigente Scolastico Luca Petrini, ha offerto agli studenti una riflessione intensa sul rapporto tra guerra, politica e uso contemporaneo della ragione. Fin dall’inizio Saudino ha ricordato che “la guerra è il proseguimento della politica con altri mezzi”, citando Carl von Clausewitz, invitando così a leggere i conflitti come trasformazioni della volontà politica. Secondo il professore, oggi si osserva una tendenza preoccupante al ritorno della forza come strumento per regolare i rapporti fra Stati, in luogo del dialogo. Da qui il parallelismo, forte ma efficace, tra figure lontane come Vercingetorige e Netanyahu, accomunati – nella lettura proposta – dall’uso dell’affamare i civili e dall’eliminazione fisica come arma politica.

Saudino ha poi attraversato il mondo del mito e della filosofia per mostrare come i grandi temi del pensiero antico continuino a parlare all’oggi. Il riferimento al mito della “biga alata” di Platone ha permesso di evidenziare come il “cavallo nero” simbolo dell’attrazione acritica verso il mondo sensibile, sia oggi alimentato dalla seduzione dei social, mentre il mito della Caverna, sempre di Platone, trova un parallelismo diretto nelle “ombre” dei mondi virtuali. Con ironia ha accostato anche Homer Simpson al cavallo nero platonico, rendendo immediato e vivace il confronto tra desiderio, istinto e ragione. In questa tensione si inserisce la dialettica fra Eros e Thanatos, che secondo il professore continua a orientare il nostro modo di vivere e di scegliere.

Un passaggio particolarmente significativo è stato il richiamo al mito di Prometeo che si è sacrificato per donare agli uomini il “fuoco sacro”; un gesto che però non è bastato a costruire una società giusta, infatti è la Politica, affidata agli uomini da Ermes, che consente la convivenza e la nascita della comunità. Per questo Saudino ha insistito sulla necessità, nella scuola e nella società, di educare al “noi”, contrastando “l’individualismo ipertrofico” che domina la contemporaneità. La deriva identitaria che va dal “cogito ergo sum” al “consumo ergo sum” è stata presentata come una delle cause dell’attuale crisi di partecipazione civile e politica, in cui prevale un “uso della ragione abbinato alla noia” e la “sublimazione del voto” verso scelte effimere come nei talent show. Invece la bellezza, intesa come incontro tra etica ed estetica, è stata proposta come orizzonte di senso capace di restituire profondità ai legami e di ricostruire un sentimento di comunità. A ciò si collega la perdita del pòlemos eracliteo come conflitto costruttivo: oggi, ha affermato Saudino, si tende a cercare scontri distruttivi, volti a sopraffare l’altro, perché, in qualche modo, “la guerra è la semplificazione della realtà”.

Gli studenti hanno risposto con interesse e maturità, dando vita a un dialogo vivace. Alcuni interventi hanno chiesto di approfondire il confronto tra Hobbes e Locke sullo stato di natura e sul ruolo dello Stato nel garantire sicurezza e libertà. Altri hanno richiamato Epicuro e Orazio per interrogarsi su come recuperare oggi l’aurea mediocritas come misura e serenità in una società dominata dall’urgenza e dall’eccesso. Un ulteriore contributo è venuto dal riferimento a Bauman e alla società liquida, collegata alla fragilità dei legami e alla difficoltà di costruire comunità stabili. Le domande hanno mostrato la capacità degli studenti di legare gli stimoli del professore ai loro percorsi di studio, trasformando la conferenza in un autentico momento di confronto. L’incontro si è concluso con un invito ad esercitare la ragione, ricostruire il senso del “noi”, aspirare alla bellezza e coltivare una partecipazione consapevole alla vita sociale e politica. Un messaggio che gli studenti hanno accolto con attenzione, portando con sé l’idea che la filosofia continui a essere un alleato prezioso per comprendere – e trasformare – il presente.

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