Gioco d’azzardo, numeri allarmanti anche nell’Empolese: il progetto 'Play4Fun' per prevenzione e supporto
Il gioco d'azzardo in Italia ha raggiunto dimensioni allarmanti: 156 miliardi di euro giocati nel 2024 a livello nazionale, di cui 8,6 miliardi solo in Toscana. Numeri che rivelano un fenomeno in costante crescita, con il mondo del lavoro che rappresenta uno dei contesti più a rischio. È in questo scenario che si inserisce “Play4Fun”, il progetto promosso dalla Società della Salute dell'Empolese Valdarno Valdelsa per contrastare la dipendenza da gioco d'azzardo attraverso prevenzione, informazione e supporto diretto ai cittadini. I protagonisti del progetto ne hanno parlato ai microfoni di Cristina Ferniani a Radio Lady.
L'INTERVISTA SU RADIO LADY 97.7
“Il lavoratore rappresenta un profilo tra i più alti per quanto riguarda il rischio”, spiega Giacomo Del Sala della Cooperativa CAT, uno degli enti attuatori del progetto. “Si tratta di una platea molto eterogenea per età, ruolo e istruzione, ma accomunata da un elemento fondamentale: un'entrata mensile che garantisce quella disponibilità economica che è la prima condizione per poter giocare”.
I dati dell'INPS parlano chiaro: a fronte di un reddito medio da lavoro dipendente di circa 23.000 euro lordi annui (circa 1.400 euro netti al mese), la spesa media pro capite nel gioco d'azzardo nell'area della SdS Empolese Valdarno Valdelsa raggiunge i 1.900 euro l'anno. “Più di uno stipendio medio viene giocato”, sottolinea Del Sala, precisando che si tratta di un dato statistico che però rivela chiaramente l'entità del fenomeno.
Sul territorio locale, i numeri sono ugualmente preoccupanti. Filippo Torrigiani, consulente della commissione antimafia in materia di gioco d’azzardo, evidenzia come nella sola città di Empoli si sia passati dagli 84 milioni di euro impegnati nel gioco d'azzardo nel 2022 ai 113 milioni del 2024: un incremento di 30 milioni di euro in soli due anni, equivalenti a circa 60 miliardi di vecchie lire.
“Tutti questi soldi sono sottratti all'economia reale”, avverte Torrigiani. “Se una persona impegna i propri denari nel gioco d'azzardo con la convinzione di cambiare la propria vita, in realtà va ad ingrossare le casse delle concessionarie”. Un sistema che si inserisce, secondo Torrigiani, in una più ampia dinamica predatoria: “L'84% degli italiani è indebitato per la casa, per mutui, per la macchina. Più il lavoro è povero e più povertà c'è, più il gioco d'azzardo cresce. E questo è certificato dai dati”.
Un plauso particolare va alla Regione Toscana, che si è distinta a livello nazionale per le politiche di contrasto al gioco d'azzardo. “La Toscana è un faro rispetto al contesto nazionale”, dichiara Torrigiani, ricordando come la Regione sia stata l'unica, pochi mesi fa in sede di Conferenza Stato-Regioni, a opporsi alla compartecipazione al 5% del gettito del gioco d'azzardo sugli apparecchi. “Questo gli va riconosciuto”, sottolinea, evidenziando una posizione di principio mantenuta con coerenza negli anni.
Il progetto “Play4Fun” si articola su tre ambiti principali: la scuola, la prevenzione universale e il mondo del lavoro. “Il filo conduttore che collega tutti e tre gli ambiti è la diffusione di informazioni per sfatare credenze infondate e dare strumenti alle persone”, spiega Del Sala. “Far emergere il problema, rendere le persone consapevoli è probabilmente la cosa che alla lunga risulta più efficace”.
La strategia degli operatori del terzo settore si basa sulla presenza capillare sul territorio: campagne di informazione, dialogo diretto con le persone, ricerca attraverso interviste e questionari. “Si cerca di tenere l'argomento sotto i riflettori”, continua Del Sala, che sottolinea anche l'importanza dell'orientamento: “Molto spesso le persone che si ritrovano in una situazione problematica, personale o di un parente, non sanno che esistono professionalità in campo apposta per aiutarli”.
Il progetto coinvolge diversi soggetti che operano in sinergia sul territorio. Oltre alla Cooperativa CAT, alla Sds Empolese Valdarno Valdelsa e all'Asl Toscana Centro, sono attivi a vario titolo anche la cooperativa Il Cammino, l'associazione Progetto Arcobaleno, le cooperative Arnera e Coop21, l'ARCI Empolese Valdelsa e Valdarno Inferiore, la Croce Rossa Italiana Comitato di Certaldo, la Fondazione I Care di Fucecchio e l'associazione nazionale Di.Te.. “Questa interazione fra più soggetti radicati sul territorio rende il senso di quanto sia necessaria una rete”, evidenzia Del Sala.
L'amministrazione locale si sta muovendo in questa direzione: il sindaco di Empoli ha recentemente annunciato l'intenzione di creare una cabina di regia a livello circondario per contrastare il fenomeno, coinvolgendo amministratori locali e tutte le figure di rappresentanza istituzionali del territorio.
Per chi volesse maggiori informazioni o avesse bisogno di supporto, sul sito della SDS Empolese Valdarno Valdelsa è disponibile una pagina dedicata al progetto “Play4Fun” con tutti i riferimenti degli sportelli attivi, gli orari e le modalità di contatto. È possibile presentarsi direttamente allo sportello, telefonare o inviare messaggi attraverso i canali dedicati.
Del Sala ricorda che spesso “le richieste non arrivano dal diretto interessato, che se ne rende conto quando la situazione è ormai insostenibile”. Per questo è fondamentale che familiari, amici e colleghi siano consapevoli dell'esistenza di questi servizi e possano fare da ponte per chi si trova in difficoltà.
Il gioco d'azzardo patologico è riconosciuto come una dipendenza comportamentale assimilabile alle dipendenze da sostanze. Affrontarlo richiede un approccio integrato che metta insieme prevenzione, informazione e orientamento ai servizi. “Play4Fun” rappresenta un passo concreto in questa direzione, un presidio territoriale che mette al centro le persone e la loro capacità di riconoscere e affrontare un problema che, troppo spesso, rimane nascosto fino a quando non è troppo tardi.

