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Mozione su parità di genere bocciata a Vinci, duro botta e risposta PD-FdI tra "errori gravi" e "pretesti"

“Un copia-incolla con un errore grave” per il PD, “una battaglia per la parità sacrificata per un pretesto” secondo FDI: si accende la polemica a Vinci

“Un copia-incolla con un errore grave” per il PD, “una battaglia per la parità sacrificata per un pretesto” secondo FDI. Si è acceso a Vinci il botta e risposta tra PD da una parte e la consigliera di centrodestra Manuela Mussetti dall’altra dopo la bocciatura in consiglio comunale a Vinci di una mozione in cui si chiedeva di rispettare la rappresentanza di genere nei consorzi di bonifica.

La mozione conteneva "un errore materiale, indicando il Consorzio di Bonifica Toscana Medio Valdarno anziché quello del Basso Valdarno", come ha spiegato la stessa consigliera Mussetti in una nota diffusa sulla stampa in cui però criticava il PD per non aver comunque approvato la mozione modificando quel punto: "Sono rimasta delusa dalla mancanza di collaborazione su un tema da me così sentito e che pensavo sinceramente avesse la priorità su un errore materiale che non ne andava assolutamente a modificare la sostanza. Hanno votato contro le donne che a parole dicono di voler difendere", così scriveva la consigliera.

"Non si tratta di un semplice ‘refuso’, come la consigliera ha cercato di far passare – rispondono oggi Bortolai e Chini  – ma di una dimostrazione evidente di superficialità. Chi porta un documento in aula dovrebbe almeno conoscere la realtà territoriale del Comune in cui risiede”. Dal canto loro, Bortolai e Chini ribadiscono la disponibilità "a lavorare, tutte insieme, a un ordine del giorno condiviso e sottoscritto da tutte le consigliere comunali, che possa lanciare un segnale forte e unitario sull’importanza di rendere effettiva la parità di genere negli organi direttivi degli enti pubblici". E non risparmiano un ulteriore stoccata alla consigliera: "La parità di genere non è una bandiera da sventolare a convenienza: è un impegno quotidiano, che merita rispetto, preparazione e responsabilità".

Dopo appena poche ore la controrisposta: Mussetti accusa il PD di "sacrificare i valori sull’altare di un refuso" e di aver "messo in piedi un teatrino" dichiarandosi "basita dall’arroganza e dall’ostinazione del Partito Democratico, che continua a spostare l’attenzione su un semplice refuso pur di non affrontare il vero problema: l’assenza totale di rappresentanza femminile ai vertici dei Consorzi di Bonifica". Infine sull'accusa di superficialità: "L'assessore ha candidamente ammesso di non sapere chi compone l'Ufficio di Presidenza del Consorzio. Io, a differenza loro, ho citato i nomi, ho dimostrato che la composizione dell'Ufficio di Presidenza è interamente maschile. Dunque, dov’è la superficialità?"

Di seguito le note integrali:

Questa la nota integrale firmata da Cristina Bortolai, Capogruppo PD in Consiglio Comunale e Mila Chini Assessora alle Pari Opportunità: "C'era errore grave"

Durante il Consiglio comunale di venerdì 27, la consigliera di centrodestra Manuela Mussetti ha presentato una mozione relativa alla rappresentanza di genere all’interno del Consorzio di Bonifica 3 Medio Valdarno. Una proposta che, a una lettura attenta, si è rivelata un copia-incolla da altri contesti e contenente un errore grave: Vinci, infatti, non rientra nel Consorzio di Bonifica 3, bensì nel Consorzio di Bonifica 4 Basso Valdarno.

Non si tratta di un semplice “refuso”, come la consigliera ha cercato di far passare, ma di una dimostrazione evidente di superficialità. Chi porta un documento in aula dovrebbe almeno conoscere la realtà territoriale del Comune in cui risiede.

Nel dibattito, come capogruppo del Partito Democratico e come assessora alle Pari Opportunità, abbiamo chiesto di ritirare la mozione per poterla discutere in commissione, correggere l’errore e – soprattutto – estendere l’impegno alla parità di genere non solo al consorzio corretto, ma anche ad altri enti partecipati, in un’ottica più seria e strutturata.

La consigliera ha però rifiutato, sostenendo con toni polemici che il ritiro equivarrebbe a non voler affrontare il tema della parità. È esattamente il contrario. Riteniamo che l’uguaglianza di genere sia una questione troppo importante per essere trattata con superficialità e usata per fare propaganda.

A Vinci lavoriamo da anni sul tema delle pari opportunità, con azioni concrete: dalla Consulta delle Donne a progetti di sensibilizzazione sul territorio, fino a percorsi educativi nelle scuole.

Ribadiamo, inoltre, la nostra disponibilità a lavorare, tutte insieme, a un ordine del giorno condiviso e sottoscritto da tutte le consigliere comunali, che possa lanciare un segnale forte e unitario sull’importanza di rendere effettiva la parità di genere negli organi direttivi degli enti pubblici.

Perché la parità non si proclama: si costruisce, con serietà e competenza.
La parità di genere non è una bandiera da sventolare a convenienza: è un impegno quotidiano, che merita rispetto, preparazione e responsabilità.

La risposta di Mussetti (FDI): "Predicano uguaglianza ma non conoscono numeri"

Rimango sinceramente basita dal teatrino messo in piedi dal Partito Democratico, che con arroganza e ostinazione continua a spostare l’attenzione su un semplice refuso, pur di non affrontare il vero problema: l’assenza totale di rappresentanza femminile ai vertici dei Consorzi di Bonifica.

Ho già chiarito pubblicamente, senza difficoltà, di aver commesso un errore materiale nel testo della mozione, che peraltro è stato presentato in numerosi comuni dell’Empolese-Valdelsa dal centrodestra proprio per difendere un principio che dovrebbe essere trasversale: la parità di genere.

Chi non ammette gli errori, invece, è il PD, che pretende di dare lezioni mentre non conosce neppure i dati basilari. È successo in consiglio comunale, quando l’assessore Marzocchini – invece di garantire trasparenza e informazione – ha candidamente ammesso di non sapere chi compone l'Ufficio di Presidenza del Consorzio. Una giustificazione inaccettabile per chi governa. Eppure, sarebbe bastato fare una rapida ricerca su internet, come farebbe qualunque cittadino.

Non si tratta solo di refusi o formalismi. Si tratta di serietà e credibilità. Io, a differenza loro, ho citato i nomi, ho dimostrato che la composizione dell'Ufficio di Presidenza è interamente maschile. Dunque, dov'è la superficialità? È loro, che si riempiono la bocca di simboli e retorica, ma quando si tratta di passare dalle parole ai fatti, si rifugiano dietro i cavilli burocratici.

Ringrazio ancora il consigliere Pandolfi, che pur essendo politicamente distante, ha avuto il buon senso di proporre un emendamento per correggere il refuso, salvando il principio fondamentale della mozione: difendere i diritti e la rappresentanza delle donne.

Invece il PD, con un voto miope e strumentale, ha bocciato la mozione. Mi chiedo: è giustificabile che si sacrificano i valori sull’altare di un refuso? È accettabile che le donne del PD abbiano anteposto la fedeltà di partito al diritto delle donne di essere rappresentate?

Viviamo in un Paese che ha negato troppe opportunità alle donne. Ci è stato tolto il voto, ci hanno tenute fuori dalle istituzioni, dalle forze armate fino al 2000, dalla magistratura fino al 1965. Solo nel 2022, con Giorgia Meloni, abbiamo avuto la prima donna Presidente del Consiglio. Mai una donna è stata eletta Presidente della Repubblica. E ancora oggi, davanti a questi dati, c'è chi pensa che la nostra battaglia per la parità possa essere messa in discussione da un cavillo.

Difendere la rappresentanza femminile non è un capriccio, è un dovere. Spiace constatare che il PD, in questo caso, si sia mostrato meno attento e meno lungimirante persino di altre forze politiche più a sinistra, che hanno anteposto il principio al pretesto.

Il Partito Democratico continua a dire di avere a cuore certi valori, ma alla prova dei fatti si arrampica sugli specchi per non ammettere le proprie mancanze. Così non si costruisce il dialogo, si alimenta solo la distanza, e si tradisce l’idea stessa di uguaglianza che tanto si sbandiera nei convegni.

Delusione, amarezza, ma soprattutto determinazione: la battaglia per la dignità e i diritti delle donne non si ferma certo davanti all'ipocrisia di chi predica bene e razzola male.

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