Regionali, Bundu racconta la sua 'Toscana Rossa' tra civismo e istituzioni: "Pace, Ambiente, Salute e Lavoro"
Con la creazione del 'campo largo', e i paletti della legge elettorale regionale, a fare le veci del terzo polo nella geografia politica toscana potrebbe essere Antonella Bundu con 'Toscana Rossa'. Se nel 2020 i candidati erano ben sette, complice le 'agevolazioni' concesse per la raccolta firme a causa del Covid, quest'anno, infatti, a tentar di rompere il bipolarismo tra il centrosinistra di Giani e il centrodestra di Tomasi potrebbe restare solo 'Toscana Rossa'. La candidata è stata ospite ieri negli studi di RadioLady 97.7 e gonews.it a margine della sua visita a Empoli.
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Nome nomen, il progetto intende dare una mano di colore alla vecchia 'regione rossa': un tentativo di riunire la 'sinistra non PD' intorno ad una piattaforma programmatica comune, che raccolga partiti (nel simbolo sono presenti Rifondazione, Potere al Popolo e Possibile), ma anche movimenti civici, a partire da quelli impegnati nei temi indicati a chiare lettere nel simbolo: Pace, Ambiente, Salute e Lavoro.
Nel 2020 i candidati 'a sinistra' erano ben tre, Tommaso Fattori con Toscana a Sinistra, Salvatore Catello con il Partito Comunista e Marco Barzanti con il ricostituito PCI, ma il risultato fu appena del 4% complessivo; il lavoro da fare, in questa area politica che sembra rimanere elettoralmente incapace di uscire dall'ombra del PD, è tanto. Il M5S, allora fuori dal recinto del campo largo con uno sguardo a sinistra, si presentò con Irene Galletti raccogliendo il 6%: ed è forse proprio dagli scontenti del 'patto del campo largo' che potrebbe arrivare qualche voto.
Toscana Rossa nasce in ogni caso per rappresentare l'elettorato della sinistra non PD, pescando quindi anche dalla folta schiera di 'esuli-astenuti'. Il progetto, insomma, è ambizioso: riunire un 'fronte' di sinistra e raccogliere le spinte dal basso di movimenti civici maturati a livello locale dai nodi irrisolti della Giunta Giani. Sul primo fronte si è fatto, citando uno dei simboli, il 'Possibile': che AVS restasse sotto l'ala del PD era quasi scontato, difficile, invece, era tirare per la giacchetta il M5S così tanto a sinistra, rischiando peraltro di finire come gregario al portabandiera pentastellato; se sembra 'naturale' la distanza da quello strano mutamento antropologico del comunismo di Rizzo in 'sovranismo popolare', meno lo è forse il mancato accordo con il PCI.
Sul fronte dei movimenti, proprio ad Empoli un anno fa, si tenne una lunga assemblea tra "liste e coalizioni di sinistra, alternative al centrodestra e al centrosinistra, per coordinarsi a livello regionale su un programma comune" (qui il dettaglio). Sul tavolo c'erano proposte condivise, ma anche un progetto politico nuovo da costruire che a quanto pare si è risolto solo a metà: Bundu rivendica di venire da quell'esperienza, "ci sono state assemblee e molti incontri con quei movimenti civici che volevano essere alternativa a sinistra, che è esattamente quello che rivendichiamo noi", ma ci si è limitati ad un "sostegno esterno".
Bundu però parte da lì: "La coalizione che rappresento è fatta di partiti, ma anche da un grande movimento dal basso di movimenti civici. Vengo da movimenti e attivismo politico, vogliamo portare una voce in capitolo nelle istituzioni, anche fosse solo un pungolo per portare istanze dal basso nei palazzi". Mette quindi sul tavolo la sua storia personale: nata a Firenze, classe 1969, italo-sierroleonese, la candidata di Toscana Rossa ha iniziato a fare politica da giovanissima, anche nei periodi in cui ha vissuto a Liverpool e Sierra Leone. A Firenze ha fatto parte del movimento studentesco della Pantera, è stata impegnata nell'attivismo nei quartieri fiorentini, fino a che nel 2019 è stata candidata a sindaca, ottenendo il 7,9%, ma "continuando a lavorare sia a livello delle istituzioni che nelle piazze". È proprio in questa 'doppiezza' che sembra stare l'unità della sua offerta politica: "Anche dalla nostra parte ci dicono che le istituzioni non servono, invece abbiamo esempi che ci dimostrano il contrario. Dove abbiamo rappresentanze riusciamo a portare le istanze dal basso all'interno dei palazzi".
Toscana Rossa è un'alternativa al centrodestra, ovviamente, che anche nelle vesti del sindaco di Pistoia Tomasi "non è rassicurante": "Il suo ultimo exploit è stato sgomberare una parrocchia (Vicofaro) con un'ordinanza senza prima dare risposta a 10 persone che erano ancora al suo interno, immagini che nessuno avrebbe voluto vedere", dice Bundu, che poi si riferisce ad un cartello elettorale visto a Grosseto dove si leggeva "scrivi questo, ma sai che cosa voti", riferendosi a Vannacci: "Se voti centrodestra non è rassicurante, ecco cosa c'è dietro", chiosa Bundu.
Ma Toscana Rossa è anche alternativa al centrosinistra "che si differenzia dal Cdx solo sul tema dei diritti civili", ma "che va a braccetto con il potere su molti altri temi, come Infrastrutture e Ambiente". Al centro del programma della Bundu, "che presenteremo a breve", c'è intanto la Pace: "È nel nostro simbolo, e non è solo un'indicazione astratta, ma riguarda la Toscana e la necessitò di evitare un'economia di guerra. Il presidente Giani, dopo aver firmato il patto con il M5S in cui si parla di No-Nato, va all'inaugurazione a Rovezzano del comando NATO o prevede progetto di militarizzazione del parco San Rossore. Sono incoerenti".
Poi il Welfare e il Diritto alla casa, "ci sono 5mila case sfitte in Toscana, è li che, bilancio alla mano, si deve investire i soldi, per ristrutturarle dando una risposta all'emergenza abitativa" e il Lavoro, con il sostegno al salario minimo, maggiore attenzione sociale negli appalti e un tipo di economia territoriale che coinvolga imprese locali, cooperative e filiera corta. Legato a questo il tema dell'Immigrazione: "Quando i parla di migranti che lavorano, non vengono mai visti come forza lavoro; li si crea la frattura. L'accoglienza non è un modo calato dall'alto, ma come qualcosa che tutela tutti per cambiare i rapporti di forza". Approccio diverso anche sul tema Sicurezza, "non crediamo a chi ha idee securitarie sulla sicurezza, con telecamere e esercito, ma pensiamo a garantire i diritti fondamentali e il welfare", con una forte critica alla creazioni di 'paludi' carcerarie, cioé lo spostamento fuori città dei carceri come a Grosseto o Sollicciano: "Servono a creare ulteriore marginalizzazione, i carceri servono al recupero della persona". Infine l'attenzione per il tema della Transizione ecologica.
Si tratta di molti dei punti condivisi dall'universi della sinistra. Tra questi, appunto, c'è anche il salario minimo, e probabilmente anche il reddito di cittadinanza regionale, che rappresentano la mano di colore rosso che la Giunta Giani intende dare al suo nuovo mandato sotto indicazione del 'home restyler-M5S'. A differenziarli, però, secondo Bundu, sarebbe innanzitutto la "coerenza": "Il programma prevede 23 punti e ancora non si erano parlati con il resto della coalizione. All'interno c'è tutto l'opposto di tutto. Sono incoerenti sulla NATO e la militarizzazione, sull'aeroporto di Peretola e le politiche ambientali. Nel nostro programma non c'è ambiguità, quello che abbiamo portato avanti fino ad ora è quello che diremo e la gente ci voterà sulla base di quello e non per paura dell'altro".
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Come sta andando raccolta firme, al netto delle polemiche di questi giorni?
Rassicuro tutti e tutte, la raccolta firme sta andando molto bene nonostante gli ostacoli che abbiamo anche noi denunciato. Nonostante tutto siamo sicuri di essere alla prossima tornata elettorale il 12 e 13 ottobre.
Nel simbolo 'Toscana Rossa' ci sono Rifondazione, Potere al Popolo e Possibile...
Aggiungo che c'è anche una bandierina con i colori della Palestina. È una questione che riguarda anche la Toscana, ci sembra urgente che una delle cose principali che riguarda tutti è la Pace e soprattutto non andare verso una economia di guerra.
A Empoli si tenne un coordinamento dei movimenti civici di sinistra, in cui parteciparono anche esponenti di quei partiti, quanto c'è di quel progetto in Toscana Rossa?
Ci sono state assemblee e molti incontri con quei movimenti civici che volevano essere alternativa a sinistra, che è esattamente quello che rivendichiamo noi. All'interno di queste reti vi erano anche rappresentanti a livello istituzionale, nonostante fosse un movimento civico, con rappresentanti anche dei partiti che ci sostengono. La coalizione che rappresento è fatta di partiti, ma anche da un grande movimento dal basso di movimenti civici.
Ti senti parte di questi movimenti dal basso?
Sono nata a Firenze, ho vissuto all'estero, tra Sierra Leone e Inghilterra, e sono sempre stata attiva in politica: dopo l'attivismo in Inghilterra sono tornata a Firenze ai tempi del movimento studentesco della Pantera; c'era un gran movimento a livello di partecipazione. Ricordo il grande sciopero della fame in piazza del Duomo della comunità senegalese e non solo, negli anni Novanta. Nasco da queste esperienze, poi dal 2019 mi sono messa a disposizione di una coalizione di 5 partiti e liste civiche per essere candidata sindaca a Firenze. Siamo arrivati terzi, da lì abbiamo continuato a lavorare sia a livello delle istituzioni che nelle piazze. Non sono più dal 2024 consigliera comunale, ma penso che sia nei quartieri che delle città dove abbiamo rappresentanze riusciamo a portare le istanze dal basso all'interno dei palazzi. Anche dalla nostra parte ci dicono che le istituzioni non servono, invece abbiamo esempi che ci dimostrano il contrario. Speriamo di guidare la Regione, o comunque di portare una voce in capitolo, anche fosse solo un pungolo per portare istanze dal basso nei palazzi.
A chi vi rivolgete, qual è il vostro programma?
La cosa più importante è non svegliarsi prima delle elezioni gridando al voto utile senza presentare un minimo di programma. Abbiamo punti programmatici, che presenteremo a breve, e non ci sono ambiguità. Noi siamo alternativa al Cdx, ma anche al Csx perché spesso e volentieri sui grandi temi come Ambiente o infrastrutture che non siano visioni di diritti civili, spesso vanno a braccetto. Il Csx si differenzia di più dal Cdx per i diritti civili, ma anche lì ricordo che l'europarlamentare ex sindaco di Firenze Dario Nardella votò un atto di FI per il sì ai CPR, senza sapere davvero cosa accade all'interno dei centri.
Noi pensiamo, ad esempio, che quando diciamo che vogliamo la Pace, non è sufficiente dirlo senza fare cose concrete in tal senso. La settimana scorsa dopo che aveva firmato il patto con M5S in cui si parla di No-Nato, l'attuale presidente della regione è andato a presenziare all'inaugurazione a Rovezzano del comando NATO. Il fatto di dire che si è a favore di politiche dell'ambiente e poi mettere in San Rossore un progetto di militarizzazione, è un altro esempio.
Noi, bilancio alla mano, invece di dire in modo astratto vogliamo questo o quello, cerchiamo soluzioni. Faccio ancora un esempio: lo spostamento del carcere di Grosseto dal centro in una struttura più grande al fuori delal città, per dare una percezione di sicurezza, marginalizzando quelle persone che, ricordiamo, dovrebbero essere recuperate, per noi è sbagliato e pensiamo che i soldino vadano investiti altrove. Come investire 5mila case sfitte della Regione, da ristrutturare per darle a chi ha bisogno.
Non crediamo a chi ha idee securitarie sulla sicurezza, con telecamere e esercito, ma pensiamo a garantire i diritti fondamentali, al lavoro, a non favorire multinazionali, ad ascoltare operai.
Altro elemento importante è considerare i lavoratori non come enti separati: quando i parla di migranti che lavorano, non vengono mai visti come forza lavoro; li si crea la frattura. L'accoglienza non è un modo calato dall'alto, ma come qualcosa che tutela tutti per cambiare i rapporti di forza.
Noi portiamo avanti questi progetti, altri proclamano cose che sono tutto l'opposto di tutto.
Tomasi è il candidato del centrodestra: è un profilo 'rassicurante'?
L'ultimo exploit di Tomasi a Pistoia è stato quello di far entrare in una chiesa forze di polizia per uno sgombero. Se avete visto quelle immagini sono immagini che nessuno avrebbe voluto vedere. Sono entrate le forze dell'ordine dietro un'ordinanza del sindaco che ha sgomberato senza prima dare risposta a 10 persone che erano ancora al suo interno, laddove le altre erano già state sistemate altrove in modo ordinato. Se Tomasi è rassicurante? A mio parere no.
Altro esempio. A Grosseto ho trovato dei poster dove si leggeva 'scrivi questo, ma sai che cosa voti', ossia Vannacci: se pensi di votare qualcosa di rassicurante votando il centrodestra sai cosa c'è dietro.
Sul programma PD-M5S?
Il programma prevede 23 punti e ancora non si erano parlati con il resto della coalizione. All'interno c'è tutto l'opposto di tutto. Alcune cose ci vedono d'accordo, ma faccio un esempio: Falchi dice saremo sempre contro l'aeroporto, ma siamo stanchi di questo stallo; essere contro l'aeroporto non significa solo aspettare 5 anni le prossime elezioni. Anche il M5S dice di voler andare al PIT del 2014, ma quel Piano non parlava della non possibilità dell'aeroporto, ma che il parco agricolo della piana poteva coabitare con l'allargamento dell'aeroporto. Vogliamo andare al pre-PIT 2014, fare il Parco della Piana, e di conseguenza è chiaro che non si potrà fare l'aeroporto.
La nostra differenza è che non c'è ambiguità nel nostro programma, quello che abbiamo portato avanti fino ad ora è quello che diremo e la gente ci voterà sulla base di quello e non per paura dell'altro.
Fonte: A cura di Giovanni Mennillo
