"Mio figlio vuole sentirsi parte di una comunità" e lancia la proposta a Montelupo: "Cartelli specifici per disabilità intellettive"
"Noi non nasconderemo mai nostro figlio". A dirlo, e a ripeterlo più volte, è una mamma di Montelupo Fiorentino: "Lui vorrebbe essere amico di tutti, vorrebbe sentirsi parte della comunità" racconta dopo che nei giorni scorsi ha pubblicato una lunga riflessione su Facebook "per chiudere definitivamente la questione", lanciando nell’occasione una proposta al Comune: "Per affiggere dei pittogrammi in centro, specifici per ragazzi autistici, con regole da tenere nel contesto sociale esterno".
Andando per ordine la mamma descrive suo figlio, nello spettro autistico, come un ragazzo a cui piace girare all’aperto, incontrare persone, nuotare in piscina "fin da quando aveva quattro anni va a Empoli, dove anche lì è di casa, sono tutti bravissimi con lui", grande fan della serie di film sul ragionier Ugo Fantozzi che guarda con la famiglia e dei cartoni animati. Ma l’estate "è il periodo dell’anno più difficile. Non ci sono scuole, i centri estivi finiscono a luglio e arrivare a metà settembre è dura. Ha 15 anni e, come qualsiasi adolescente, vuole uscire da solo. Tutto è fatto in coordinamento con educatori e psicologi, c’è un team dietro, non facciamo le cose a caso. Abbiamo iniziato a fargli fare dei piccoli giri, tenendolo comunque d’occhio, per fare proprio un lavoro di autonomia, su cui ha buone capacità e possibilità, che vogliamo potenziare" e perché, aggiunge "un giorno io e mio marito non ci saremo più". Ad esempio "l’educatore gli ha insegnato ad andare a fare dei piccoli acquisti, che ora è in grado di fare".
Dalle "reazioni sproporzionate" al fiume di solidarietà: "Stiamo facendo un lungo lavoro"
"A volte può avere dei comportamenti fuori dal comune - spiega. Per esempio gli piace dare delle carezze alla gente. La maggior parte delle persone restano stupite, perché non se lo aspettano, ma non hanno reazioni negative. Magari gli fanno un sorriso e finisce lì. Purtroppo però da parte di qualcuno ci sono state reazioni sproporzionate". La mamma evidenzia che in paese "la stragrande maggioranza dei negozianti e delle persone lo conosce e gli vuole bene". Ma ecco la questione citata: come emerso sui social, "la mamma di un suo ex compagno di classe ha fatto un post molto indignato la settimana scorsa, nei confronti di alcune persone che non hanno trattato benissimo mio figlio. La ringrazio di cuore per questo". In particolare, spiega "ha visto una persona che gli si è rivoltato contro e che lo ha insultato. Un’altra scena a cui ho assistito io è stata in un negozio, dove mio figlio è sempre ben accolto" e dove senza che nel momento fosse presente il titolare, che come spiegato si trovava sul retro, "qualcuno lo ha spinto fuori dopo una carezza".
Ringraziamenti per "i numerosi commenti di empatia e solidarietà, mi hanno fatto veramente bene al cuore" scaturiti dal post. Poi riferisce di pochi, "giusto un paio" che hanno avuto da ridire: "C'è chi in forma anonima, cosa che mi ha dato molto fastidio, insinuava che non siamo buoni genitori. Data la velata critica ho ritenuto opportuno spiegare tutto il lavoro che stiamo facendo con nostro figlio". Da qui è nata, a sua volta, quella che è diventata una sorta di lettera dove sottolinea: "Un lavoro lungo, faticoso, che richiede molte energie e molta pazienza, e anche molto costoso. Un lavoro che la reazione sproporzionata di un passante può mandare in fumo in un secondo". E ancora, "è necessario anche dare a lui un minimo di fiducia. Un lavoro che richiede numerose figure professionali, ma anche la tolleranza e la comprensione della comunità in cui vive".
La proposta al Comune, che ha già fissato un incontro: "Fare cartelli in CAA"
Tra le righe che hanno commosso molti utenti, "ho avuto solo commenti positivi", emerge anche la sua proposta all’amministrazione: "L’idea è venuta all’educatore di mio figlio, prendendo spunto da ciò che è stato fatto a Empoli" dove già dal 2024 è in corso l’installazione in alcune aree di segnaletica in Comunicazione Aumentativa Alternativa (CAA), progetto ideato con il Comune dall’associazione Abbracciami Aps di cui la mamma fa parte, così come di Noi da Grandi. Anche a Montelupo, precisamente al MMAB, dalla fine dello scorso anno è presente la segnaletica. "Pensavamo a cartelli, nel linguaggio specifico con immagini e parole per ragazzi che sanno leggere ma anche non verbali, da affiggere per le strade, con regole generali da tenere all’aperto che possano servire a tutti i giovani con disabilità intellettiva. Ho contattato l’assessora alle politiche sociali di Montelupo, che mi aveva cercato dopo il primo post, se avessi avuto bisogno di qualcosa. Mi ha dato appuntamento". Sul progetto "siamo anche disposti a farci carico dei costi" ha scritto, "basterebbe il permesso".
"Basta poco. Un sorriso, un saluto, come per fortuna tanti fanno"
"Basta poco. Un sorriso, un saluto, una chiacchiera come tanti, per fortuna, qui in centro fanno", dice ancora raccontando di alcuni bambini che in una mattina qualunque "si sono messi a sedere con lui. Ringrazio di cuore i genitori, anche se non so chi siano. Stanno indubbiamente facendo un buon lavoro con i loro figli. Per i bambini è così, loro non fanno distinzioni. Così dovrebbe essere anche per gli adulti". La mamma, che ringrazia chi le è stato vicino e "tutti coloro che "accolgono" mio figlio con calore e con un sorriso, perché lui ha un disperato bisogno e il diritto di fare parte della comunità", mentre "chi è infastidito da una carezza - chiarisce - non merita un centesimo del mio tempo", conclude con un augurio: "Il mio sogno sarebbe trovasse un suo ruolo, un piccolo compito, un lavoretto" nel futuro, "qualcosa che lo facesse sentire utile e integrato e che, non ne dubito, lui farebbe con tanta felicità ed entusiasmo".
Margherita Cecchin