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Regionali, il PD Fucecchio: "Cdx vince per soli 10 voti e perde rispetto al 2020"

"FdI cresce, ma solo sottraendo voti ad alleati per questo svuotati. Il risultato? Nessun nuovo elettore conquistato"

"Ci sono numeri che, più che contare, raccontano. E quelli di Fucecchio raccontano una storia diversa da quella che Fratelli d’Italia sta tentando di scrivere". Con queste parole il PD Fucecchio risponde alla nota diffusa da FdI con cui si parlava di un successo del Cdx in città e di un "processo irreversibile" di spostamento a destra dei fucecchiesi.

"Cinque candidati locali, un apparato elettorale imponente, il vento nazionale a favore. Eppure, dopo settimane di campagna elettorale martellante, Alessandro Tomasi ha ottenuto appena dieci voti in più di Eugenio Giani. Dieci. Un risultato che, più che una esigua vittoria, è la misura esatta di una sconfitta politica: quando ti presenti con una squadra di candidati al consiglio regionale interamente fucecchiese e finisci testa a testa, hai perso! Sei fuori del consenso", così il segretario comunale PD Fucecchio Luca Giorgi.

"Oggi quel margine è azzerato. FdI si proclama “primo partito” con il 36,69%, ma la verità è che la coalizione di destra, nel complesso, perde oltre 400 voti rispetto a cinque anni fa. Non è crescita, è travaso: la Lega, che nel 2020 a Fucecchio contava circa 1.500 voti, oggi è crollata a poche centinaia. FdI cresce, ma solo sottraendo voti ad alleati per questo svuotati. Il risultato? Nessun nuovo elettore conquistato, solo una destra che cambia etichetta e si estremizza.

Intanto mentre FdI si autocelebra, Eugenio Giani ha vinto! Ha vinto in Toscana, e lo ha fatto anche a Fucecchio, dove la destra era convinta di poter archiviare la stagione del centrosinistra. Non è successo. La comunità ha scelto la stabilità, l’esperienza, il radicamento. Ha scelto un presidente che, in anni difficili, ha difeso la sanità pubblica, i servizi e il lavoro, parlando il linguaggio dei fatti e non degli slogan.

Quanto al paragone con le amministrative dello scorso anno, è un’operazione mediatica non politica: quelle regionali sono elezioni completamente diverse per dinamiche, partecipazione e mobilitazione. Il calo dell’affluenza — un fenomeno che riteniamo grave ma generale in tutta Italia — non colpisce solo il centrosinistra, ma tutto il sistema politico.

I dati di Fucecchio lo confermano: non cresce l’area di destra, si restringe quella del voto attivo. Nell’Empolese-Valdelsa, la coalizione di centrosinistra supera il 58%, e a Fucecchio si conferma una tenuta politica e culturale solida. Il Partito Democratico con il suo 34,87% registra un + 5,25% rispetto alle precedenti Regionali e resta la spina dorsale del campo progressista.

Dietro questo risultato ci sono persone e lavoro concreto: Brenda Barnini, con 13.683 preferenze complessive (di cui 998 a Fucecchio), è la più votata dell’intera circoscrizione; Giacomo Cucini ha portato in Regione la voce dei territori con competenza e serietà. Non sono “numeri da propaganda”, sono la prova di una rappresentanza viva e radicata.

FdI parla di “processo irreversibile”. I numeri dicono altro: la destra cresce solo dentro sé stessa, non nel Paese reale. A Fucecchio, come in Toscana, il centrosinistra resta la forza politica di riferimento. Ha tenuto dove altri crollano. In tempi in cui la politica sembra perdere contatto con la realtà, questo è molto più che una vittoria elettorale: è una vittoria di senso. Dieci voti raccontano una verità grande: la destra ha contato, il centrosinistra ha convinto. E in politica, contare non basta. Bisogna saper valere".

 

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