Il presidente del Consiglio di Certaldo risponde alle opposizioni: "Disertare la seduta scelta controproducente"
Elia Cinci, presidente Consiglio comunale Certaldo
Dopo che i gruppi consiliari Più Certaldo, Fratelli d'Italia e Alleanza Verdi e Sinistra hanno deciso di non partecipare alla seduta del Consiglio comunale di Certaldo del 27 ottobre, protestando contro quella che hanno definito una "condotta faziosa, disorganizzata e non imparziale" da parte del presidente del Consiglio e lamentando anche "la mancata individuazione di un’apposita stanza per i gruppi consiliari", il presidente stesso risponde con una nota.
"Anzitutto, i tempi di convocazione sono stati pienamente rispettati, in conformità a quanto previsto dall’art. 17, comma 3, del Regolamento per il funzionamento del Consiglio Comunale" afferma Elia Cinci, presidente del Consiglio comunale di Certaldo sulla convocazione che vedeva un solo punto all'ordine del giorno, riguardante la convenzione per la gestione associata dell'ufficio del Giudice di Pace di Empoli. "L’urgenza della seduta non è dipesa da una cattiva organizzazione dei lavori, bensì da circostanze esterne e imprevedibili, comunicate agli uffici competenti dai Comuni interessati e collegate alla necessità di approvare nei termini il rinnovo della convenzione per il mantenimento del Giudice di Pace, un servizio di prossimità utile per tutti i nostri cittadini. La polemica sollevata, pertanto, risulta infondata e sterile e rischiava di pregiudicare l’approvazione di un atto che ha esclusivamente finalità di interesse pubblico.
Quanto alle accuse di faziosità e mancata collaborazione, le respingo con decisione - continua Cinci. In questo anno e mezzo di mandato, mi sono sempre messo a disposizione di tutti i Consiglieri, Maggioranza e Minoranza, trasmettendo le competenze maturate nei miei precedenti cinque anni di esperienza consiliare e facendomi portavoce delle istanze di tutti i Gruppi nei confronti degli uffici e della Giunta — anche andando oltre le prerogative che lo Statuto riconosce al Presidente del Consiglio.
Ho garantito massima libertà di espressione durante le sedute, anche quando gli interventi si discostavano dal merito degli atti in discussione, nella convinzione che il Consiglio debba essere luogo di confronto politico oltre che amministrativo. Al tempo stesso, il mio ruolo impone il dovere di assicurare il rispetto delle regole e dei tempi del dibattito, a tutela di tutti i Consiglieri e, soprattutto, dei cittadini.
Sul piano organizzativo, mi sono impegnato per individuare una sistemazione logistica adeguata per tutti i Gruppi consiliari, ricevendo tuttavia un rifiuto rispetto alla proposta formulata. Allo stesso modo, ho sempre posto la massima attenzione nella convocazione dei Consigli Comunali, scegliendo giorni e orari che tenessero conto delle disponibilità e delle esigenze, in particolare dei Consiglieri di Minoranza. Proprio per questo, esprimo rammarico per le parole forti utilizzate nei confronti della Presidenza e per il gesto della diserzione, che ritengo una scelta sproporzionata e controproducente rispetto a una convocazione legittima, nel pieno rispetto delle regole e delle prerogative di ciascun organo istituzionale.
Invito tutti i Gruppi - conclude il presidente - a una riflessione più ponderata sulle forme del confronto politico: il dissenso è legittimo e necessario, ma deve sempre esprimersi all’interno delle istituzioni e nel rispetto reciproco dei ruoli. Solo così possiamo garantire il buon funzionamento del Consiglio Comunale e, soprattutto, l’efficienza dei servizi che rappresentano un diritto per l’intera comunità certaldese".