"L'errare umano", Cora Impresa Sociale si presenta a Empoli: "Non siamo cambiati, siamo evoluti"
(foto gonews.it)
Non aver paura di sbagliare. A scuola vale ed è lecito essere in difficoltà. Prendere decisioni, costruire fiducia. Dall'errore all'errare, per esplorare altre strade. Queste alcune delle parole chiave dal palcoscenico del teatro Il Momento di Empoli in occasione de "L’errare umano - Un viaggio alla scoperta del talento", la quinta edizione del Convegno "E-Venti di Senso" promosso da Cora Impresa Sociale.
Cora si presenta a Empoli
"Le storie più belle non cambiano. Evolvono con noi". Con questa frase Cora si è presentata alla città in occasione della nuova edizione del convegno a cui hanno partecipato educatori, educatrici, cittadini e esponenti delle amministrazioni comunali, l’assessora alla Scuola del Comune di Empoli Maria Grazia Pasqualetti e il sindaco di San Miniato Simone Giglioli. Sala gremita per il primo evento pubblico di Cora Impresa Sociale, dopo l’evoluzione dalla cooperativa Il Piccolo Principe, da oltre vent'anni sul territorio: "Siamo profondamente riconoscenti al nome Il Piccolo Principe, che ci ha accompagnati per oltre vent’anni, custodendo la nostra visione educativa e il nostro modo di stare nel mondo. Oggi quella storia non si chiude: si trasforma".
Una trasformazione raccontata anche da immagini, suoni e colori de "Il Varco delle Prospettive", con cui Cora ha parlato della sua nascita e non solo, al Cenacolo degli Agostiniani: "Un passaggio che custodisce ciò che siamo sempre stati - spiegano dall’impresa sociale - e allo stesso tempo apre a ciò che stiamo diventando". Un nuovo nome "che nasce dalla visione e dall’esperienza maturate in questi anni sul territorio. Con Cora abbiamo dato forma a una narrazione più chiara e condivisa dei nostri mondi: l’infanzia, le famiglie, i giovani, lo sport sociale, la cultura e l’educazione immersiva". Cambia il modo di presentarsi, compresi grafiche e sito, ma "non cambiamo identità - viene aggiunto - la apriamo al futuro". Un rebranding che rappresenta "un modo nuovo per dire chi siamo, insieme. Perché la nostra storia continua. Continua evolvendo".
L'errare umano: il quinto convegno



Un appuntamento, quello nella mattina del 13 dicembre 2025, per riflettere sul valore generativo dell’errore come spazio di apprendimento, consapevolezza e scoperta del talento, nei bambini, negli adulti, nelle comunità. A scuola e nella vita, nella didattica e nell’esperienza di tutti i giorni. A parlarne sul palco tre relatori d’eccezione: il matematico e professore ordinario al Dipartimento di Matematica dell'Università di Pisa Pietro Di Martino, la filosofa scrittrice e co-fondatrice di Tlon Maura Gancitano, lo psicologo e psicoterapeuta Osvaldo Poli.
"L'errore è un'opzione, uno step nella vita di tutti i giorni. Nella nostra società pervasa dalla logica della performance l'errore è qualcosa di negativo" spiega Roberto Beconcini, presidente di Cora Impresa Sociale. "Invece per chi fa educazione è un passaggio, talvolta inevitabile e ineludibile di quella che è la crescita. Già lo scorso anno avevamo messo il focus sull'errore in maniera positiva: quest'anno abbiamo giocato dall'errore all'errare, dove la radice è la stessa, ma l'errare è il viaggio, l'esplorazione che vogliamo fare in ambiti educativi. Come con l'educazione immersiva al Varco delle Prospettive, che abbiamo realizzato al Cenacolo degli Agostiniani, in cui abbiamo narrato il cambiamento non solo nostro, ma quello di tutti".
"L'errare, verbo collegato all'errore, vuol dire scoprire, esplorare, ricercare, arrivare in altri luoghi" dice Roberta Fabbri, direttrice di Cora, a proposito del tema del nuovo convegno. "Convinti del fatto che tutto l'apprendimento passi sempre da deviazioni, tentennamenti, strade sbagliate, strade che ti porteranno in luoghi in cui all'inizio non pensavi neanche minimamente di arrivare. Questo è il cuore dell'educazione, l'errare è la condizione naturale di chi educa. Nessuno è esente dall'errore, a nessuna età, quel che però fa la differenza è cosa cogliamo nel percorso di errore, di fallimento e in che modo lo guardiamo, per poi da lì ripartire con nuova consapevolezza e nuova esperienza".
"Cora è lo sguardo, una nuova prospettiva"
"Non abbiamo cambiato pagina, non abbiamo terminato una storia ma semplicemente fatto un percorso identitario che ci ha fatto esplorare nuovi ambiti nel settore educativo", commenta Beconcini raccontando la trasformazione dell'impresa sociale che si dedica al mondo dell'educazione per l'infanzia e adolescenza. "Il cambio del nome non era preventivato, era un'opzione" ma anche "un'esperienza forte. Ma come diciamo noi le cose più belle non cambiano, evolvono con noi, e così è stato".
Cora aggiunge Beconcini, "è lo sguardo, è una nuova prospettiva. Un modo di approcciare al mondo dell'educazione per vedere le cose che già facciamo in maniera nuova. Non significa che una storia è finita, ma è semplicemente evoluta". "Cora dal latino significa pupilla, la parte più nobile dell'occhio, quindi sguardo" sottolinea ancora Fabbri, "ma è anche un nome di donna. All'interno dell'impresa sociale siamo oltre il 90% di colleghe. Questa bivalenza ci piaceva, in più il nome fa assonanza con coraggio e corale, parole che rimandano alla nostra vision e mission". Socie e soci "insieme hanno scelto di immaginarsi diversi, hanno accolto il cambiamento - conclude la direttrice - molto riconoscenti dei vent'anni in Piccolo Principe ma anche molto rivolti ai prossimi anni, che ci auguriamo siano altrettanti".
