I fiori di Leonardo studiati da un ricercatore dell'ateneo pisano. In una pubblicazione confronto tra piante e disegni

Disegno di Leonardo da Vinci, 1508 ca., Windsor, RL 12422r (sx); Genista tinctoria L., fotografata sopra a Castra (Capraia e Limite) l'11 Giugno 2008 (dx).

C’è un angolo di Toscana sino a poco tempo fa non molto conosciuto dal punto di naturalistico, è il Montalbano, che fu anche la culla di Leonardo Da Vinci, uno dei più grandi geni del Rinascimento che raffigurò quel paesaggio e la sua flora in molte tavole e disegni. Per la prima volta Lorenzo Peruzzi, ricercatore del Dipartimento di Biologia dell’Università di Pisa, e l’appassionato botanico Giovanni Gestri hanno studiato quel territorio e ne è nato un libro “I fiori di Leonardo – La flora vascolare del Montalbano in Toscana” (Aracne editrice, 2013), un volume che, oltre allo studio floristico della zona, mette a confronto alcune piante nelle foto di oggi e nei disegni del Da Vinci.

“Un territorio così stimolante e ricco dal punto di vista naturalistico non poteva rimanere inesplorato o quasi, come risultava dalla scarsissime informazioni floristiche disponibili in letteratura - ha spiegato Lorenzo Peruzzi - e non a caso, nel corso della nostra ricerca, abbiamo ritrovato molte delle piante ritratte dal vero da Leonardo Da Vinci con una cura dei dettagli da vero ‘botanico’, tanto che è stato sorprendente mettere a confronto le nostre fotografie con i sui disegni”.

Le ricerche nel Montalbano si sono svolte nell'arco di cinque anni, dal 2008 al 2012, e hanno fatto emergere la spiccata diversità vegetale: oltre 1.400 specie, pari a circa un terzo di tutta la flora della Toscana, buona parte delle quali rivestono anche un elevato interesse botanico, sia fitogeografico che conservazionistico.

“Per molti versi e inaspettatamente - ha concluso il ricercatore dell’Ateneo pisano – il Montalbano si qualifica dunque come una delle aree maggiormente interessanti della Toscana dal punto di vista botanico, storico e paesaggistico senza sfigurare accanto a zone molto più studiate e rinomate dal punto di vista naturalistico, come le Alpi Apuane e il Monte Pisano”.

Fonte: Università degli Studi di Pisa

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