L'associazione Gabbie Vuote scrive ai parroci: "No all'agnello per Pasqua"

foto di archivio

L'associazione animalista Gabbie vuote ha scritto questa lettera ai parroci chiedendo di invitare a non mangiare l'agnello per Pasqua.

Gentile Parroco
il 60% degli ovini macellati in Italia,vengono uccisi nel periodo di Pasqua, circa 3 milioni e mezzo di agnelli.

Ma quello che fa indignare è il trattamento riservato alla loro seppur breve vita: non è permesso loro di brucare erba per far mantenere la carne più buona, e per questo sono tenuti rinchiusi.

Nel periodo pasquale il carico di lavoro per le catene di montaggio dei macelli è talmente alto che può capitare che si salti il processo di stordimento degli animali, obbligatorio per legge: in questo modo gli agnelli si rendono conto di tutto quello che accade loro, dai rumori dei macchinari ai lamenti strazianti dei loro simili in fin di vita.

La Pasqua dovrebbe essere il giorno della rinascita e non del sacrificio delle creature che abbiamo eletto a simbolo di purezza e innocenza.

La crudeltà insita nella strage di questi innocenti danneggia l'immagine di amore e pace che la Chiesa intende diffondere.

Perchè non ascoltare le parole di Benedetto XVI, durante l’omelia tenuta il 5 aprile 2007 in San Giovanni in Laterano: “Egli però ha celebrato la Pasqua con i suoi discepoli probabilmente secondo il calendario di Qumran, quindi almeno un giorno prima – l’ha celebrata senza agnello, come la comunità di Qumran, che non riconosceva il tempio di Erode ed era in attesa del nuovo tempio. Gesù dunque ha celebrato la Pasqua senza agnello – no, non senza agnello: in luogo dell’agnello ha donato se stesso, il suo corpo e il suo sangue. ”

Oppure ascoltare l'esortazione al rispetto di tutti gli esseri viventi che oggi sembra trovare maggiore eco con Papa Bergoglio il quale, scegliendo il nome del Santo di Assisi, richiama quello spirito francescano di umiltà, povertà, semplicità e di armonia col Creato. Uno spirito di amore universale per tutte le creature sull’esempio di Francesco. Nella sua prima omelia in San Pietro, infatti, il Papa ha pronunciato fra l’altro queste importanti frasi:
“Avere rispetto per ogni creatura di Dio e per l’ambiente in cui viviamo.” sottolineando come “ quando non ci prendiamo cura del creato allora trova spazio la distruzione e il cuore inaridisce” ed esortando con forza “tutti coloro che occupano ruoli di responsabilità in ambito economico, politico o sociale, tutti gli uomini e le donne di buona volontà" ad essere “custodi della creazione, del disegno di Dio iscritto nella natura, custodi dell’altro, dell’ambiente”. Concludendo con “non lasciamo che segni di distruzione e di morte accompagnino il cammino di questo nostro mondo!”.

Gentile Parroco, le chiediamo di diffondere questi messaggi di pace e di non violenza nei prossimi giorni.
Le chiediamo di fare una scelta e di promuoverla presso i suoi fedeli, le chiediamo di far comprendere loro che non è necessario uccidere un agnello per sentirsi più cristiani, più vicini al Cristo risorto.
Le basta poco, basta intanto dire “NO, io non mangerò l'agnello a Pasqua".

Fonte: Mariangela Corrieri, presidente Associazione Gabbie Vuote Firenze

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