Agguato al cardinale e a don Brogi: per la corte manca il movente ma l'imputato è colpevole

Don Paolo Brogi con il Cardinale Giuseppe Betori

 Quanto emerso dal processo costituisce ''un logico, coerente, valido compendio indiziario in base a cui riconoscere'' in Elso Baschini l'autore dell'aggressione avvenuta il 4 novembre 2011 in curia a Firenze, quando l'arcivescovo Giuseppe Betori venne minacciato con una pistola e il suo segretario, don Paolo Brogi, ferito con uno sparo. E' quanto scritto nella motivazione della sentenza che, comunque, rileva ''l'assenza del movente''.

Baschini, 76 anni, è stato condannato a 12 anni di reclusione. Originario di Udine e da tempo residente a Firenze, Baschini era già conosciuto alle forze dell'ordine: la sua prima rapina risale agli anni Settanta. Riguardo il movente, secondo i giudici ''non sono state chiarificatorie'' nemmeno le dichiarazioni di uno degli accusatori di Baschini, il suo ex amico Mohamed Kahoul Toufik, che parlò di un ''sentimento di rabbia'' di Baschini ''nei confronti dei preti'', di mire sul patrimonio devoluto da un'anziana alle istituzioni religiose e dell'intenzione di Baschini di compiere un furto in curia, dove erano custoditi oggetti preziosi.

Nella sentenza si spiega che ''il silenzio tenuto da Baschini'', che si è sempre dichiarato innocente, ''non aiuta a fare chiarezza, ciò però non toglie valenza al contesto probatorio offerto nell'istruttoria dibattimentale, giacché caratterizzato da un alto grado di razionalità e, quindi, dalla certezza processuale che consente di attribuire all'imputato la condotta in contestazione come fatto proprio. Perciò, diviene irrilevante l'assenza del movente''. 

Tutte le notizie di Firenze

<< Indietro
torna a inizio pagina