Il ricordo della Legione straniera nel 70' anniversario della liberazione

Legionari a Radicofani

Il corpo speciale liberò la cittadina il 18 giugno ‘44


All’ombra della fortezza di Radicofani, settant’anni fa, venivano giustiziati sommariamente due partigiani, Vittorio Tassi  e Renato Magi. L’indomani si sarebbe scatenata una battaglia molto cruenta, che vide protagonista la Legione straniera e che sarebbe costata la vita a un centinaio legionari (e circa duecento tedeschi). Eventi così drammatici, che hanno segnato la storia del piccolo Comune della val d’Orcia, sono stati ricordati solennemente MARTEDI 17 GIUGNO, alla presenza di picchetti di carabinieri e dei militari del famoso corpo speciale che raccoglie militi da tutto il mondo, oltre a esponenti dell’Anpi, ai sindaci della zona e alle autorità militari italiane e francesi: tra questi, il vicecomandante generale dell’Arma dei carabinieri Tullio Del Sette, e il comandante della Legione carabinieri Toscana Alberto Moscai. Toccanti sono state la presenza e le testimonianze, dei figli e dei nipoti dei personaggi coinvolti in quei tragici fatti.

 

Per Francesco Fabbrizzi, giovane sindaco di Radicofani, si è trattato della prima e commossa uscita pubblica, durante la quale ha ringraziato, a nome della comunità, i liberatori della Legione straniera, e l’Arma dei carabinieri. “Finché Vittorio Tassi e Renato Magi continueranno a rimanere presenti nel nostro ricordo – ha osservato - avremo la sicurezza di vivere ancora nella libertà e nella democrazia”. 

Tre i momenti fondamentali della commemorazione: alla località la Mossa (ore 9,00) sono stati  tributati gli onori ai caduti, al monumento dedicato a questo corpo speciale dell’esercito francese. Carabinieri e legionari si sono poi diretti, insieme agli amministratori pubblici, al cimitero dove è avvenuta una deposizione di corone, con gli onori alle tombe dei due partigiani. Dopo la messa, a fine mattinata, è c’è stata la visita al cippo dove furono ritrovati i corpi dei Tassi e Magi, in un bosco a poca distanza da Radicofani, in direzione nord.

Nato nel 1903, il carabiniere Vittorio Tassi (medaglia d’oro al valor militare) prestava servizio in provincia di Arezzo. Per non aderire alla repubblica di Salò, dopo l'armistizio si diede alla macchia. Raggiunto il suo paese natale, organizzò un gruppo di partigiani e ne assunse il comando. Durante un rastrellamento, Tassi ordinò ai suoi partigiani di sganciarsi e cercò di ritardare, con altri cinque compagni di lotta, l'avanzata del nemico. Catturato dai tedeschi, smentì che gli altri arrestati facessero parte della formazione partigiana. Fu solo parzialmente creduto e i tedeschi lo fucilarono con Renato Magi (medaglia di bronzo), un muratore di 19 anni, anche lui nato a Radicofani. Un messaggio di quest’ultimo ai genitori e alla fidanzata è riprodotto nel volumeLettere di condannati a morte della Resistenza italiana. A Vittorio Tassi è stata intitolata, a Firenze, la caserma dei carabinieri ospitata nell'antico monastero di Santa Maria di Candeli.

La battaglia per conquistare Radicofani vide altri atti di eroismo, come quello del sottotenente Poirel che riuscì, insieme a sei commilitoni, a penetrare in un edificio adibito a fortino, stanando i nemici stanza per stanza. Alla fine, i superstiti della guarnigione catturati furono un centinaio. Superato questo ostacolo, il sottotenente Jullian si arrampicò con sei legionari nel sentiero roccioso, riuscendo a penetrare nel torrione, dove catturò sette tedeschi. Fu espugnata, così, una fortezza considerata imprendibile. La pioggia cadeva incessante, e continuò anche il giorno seguente. Ma, nonostante il fango, l’avanzata continuò fino all’Orcia. A Radicofani restavano lutti e distruzioni.

Fonte: Comune di Radicofani - ufficio stampa

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