Ciampolini lascia dopo 15 anni la direzione dell’Unione dei Comuni: "Col Circondario la Provincia si è avvicinata a Empoli. Sulla scuola? Servivano più investimenti"



Alfiero Ciampolini lascia la direzione generale dell'Unione dei Comuni dell'Empolese-Valdelsa (foto gonews.it)

Alfiero Ciampolini lascia la direzione generale dell'Unione dei Comuni dell'Empolese-Valdelsa (foto gonews.it)

Alfiero Ciampolini lascia la direzione generale dell’Unione dei Comuni del Circondario Empolese-Valdelsa. Dopo 15 anni di servizio, l’ex sindaco di Certaldo dal 1975 al 1985 e assessore provinciale fino al 1999, ha scelto di andare in pensione.

Per salutare tutti i suoi colleghi ha deciso di dare oggi, giovedì 26 giugno, un buffet al risotorante ‘I Burghero’ in Piazza della Vittoria a Empoli, proprio a due passi dal Circondario.

L’Unione, la cui Giunta è stata quasi completamente rinnovata dopo le recenti elezioni comunali di maggio, perde così una dei dirigenti più importanti della sua storia decennale. Ciampolini è stato infatti il direttore generale dell'Unione Empolese-Valdelsa fin dalla data di fondazione dell’Ente nel 1999.

Sembrerebbe inoltre che Ciampolini potrebbe essere non solo l’ultimo, ma anche l’unico DG dell’Unione: infatti la nuova Giunta starebbe valutando la possibilità di non sostituire questa figura istituzionale e riorganizzare l’Ente, forse tenendo anche in considerazione la nascita delle Città Metropolitane introdotte dalla legge Delrio. Vedremo come andrà a finire.

Intanto Ciampolini fa un bilancio di questi anni: “E’ stata un'esperienza straordinaria soprattutto nella sua originalità. Abbiamo messo le basi per costruire qui nell'Empolese-Valdelsa un’istituzione che può essere un punto di riferimento per altri territori".

"Si può sempre far meglio – continua - ma l’aspetto più significativo è quello di aver fatto nascere un Ente autonomo che ha avvicinato le funzioni ai cittadini: se serve una pratica per l’agricoltura, per la formazione o per l’edilizia scolastica si viene al 54 di Piazza della Vittoria, non a Firenze".

Una semplificazione per i cittadini quindi, ma anche una gestione comune di alcune funzioni che possono essere organizzate con più efficienza e con margini di risparmio.

Ma per Ciampolini non è solo un problema di costi: “Accorpare delle funzioni genera anche dei benefici economici, ma il risparmio non è al primo posto, serve efficienza. Tagliare e basta non serve a questo paese".

L’obiettivo, infatti, è quello di massimizzare la qualità dei servizi. Una prospettiva questa, che dovrà confrontarsi con la riorganizzazione generale degli Enti in Italia: la legge Delrio ha istituito recentemente le città metropolitane e depotenziato le province di cui è stata già annunciata la definitiva eliminazione (che dovrà passare, però, attraverso i tempi burocratici di una riforma costituzionale).

Quale sarà dunque il ruolo delle Unioni dei Comuni?. Per rispondere dovremo attendere di capire quali funzioni saranno effettivamente delegate ai vari Enti. Ciampolini intanto fa un auspicio: “L’Unione deve avere la possibilità, ad esempio, di gestire l’edilizia scolastica di tutte le sue strutture dagli asili alle Università. In questo modo il servizio diventa più efficiente. Noi qui abbiamo accorpato alcune funzioni e questa prospettiva spero sia rispettata anche nei prossimi anni”.

“Non dimentichiamo – precisa Ciampolini – che questo Ente è amministrato dai sindaci degli 11 comuni che si assumono le responsabilità delle cose fatte di fronte ai cittadini”.

L’ex direttore generale dell’Unione dei Comuni spende due parole anche sull’edilizia scolastica, un argomento che ha sempre seguito con attenzione nel corso di questi 15 anni.

"Quando mi sono insediato avevamo 4900 studenti, adesso sono quasi 8mila. A questa domanda doveva seguire un altrettanto proficuo investimento in strutture, ma questa prospettiva è stata disattesa”.

“E’ ovvio che 120 nuove classi hanno bisogno di 120 nuove aule adeguate, ma questi investimenti non sono arrivati. Qualcosa è stato fatto come ad esempio il primo lotto del Ferraris, ma il secondo e il terzo devono essere ancora completati".

"C’è tanto da fare - conclude - e speriamo che il paese inizi ad impegnarsi per aumentare le risorse finanziarie e investire sulle risorse umane anche attraverso la scuola”.

Giovanni Mennillo

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