Grande Guerra: a cent'anni dalla tragedia, nuove commemorazioni per un difficile anniversario

Non è compito facile la commemorazione centenaria della prima guerra mondiale, la Grande guerra. Evento epocale, segnato da una carneficina senza precedenti, ruppe ogni ponte con l'eredità ottocentesca e aprì la strada ad un Novecento segnato da tragedie terribili e da rivolgimenti di cui ancora viviamo le conseguenze.

"Per questo la Regione Toscana -ha sostenuto l'assessora alla cultura Sara Nocentini presentando stamani l'anterprima del programma dedicato all'evento – interpreta questo entenario come una commemorazione da fare soprattutto nel ricordo di chi vi ha combattuto e spesso caduto, ma anche di chi ha lavorato dalle retrovie allo sforzo bellico, a partire dalle donne per la prima volta in fabbrica, per costruire un quadro storico-culturale capace di offrire comprensione di quei tragici fatti e materia di riflessione".

Interpretare l'anniversario della prima guerra mondiale è una sfida difficile: si parla di un tornante decisivo nella storia d'Italia, segnando il compimento di quella liberale, ma anche le origini dell'avvento del fascismo e del nazismo nel tragico trentennio che si concluderà nel 1944.

"Sfida che diventa difficilissima se vogliamo poi trasmetterla in modo comprensibile alle giovani generazioni – ha aggiunto -. Fu una guerra fondata sulla mobilitazione di tutte le risorse del paese; molti strati delle classi subalterne, soprattutto meridionali, scoprirono sotto l'uniforme di essere diventati popolo, nazione. Fu anche la nascita della società di massa dentro una crisi socio-economica complessiva".

Anche lo storico Nicola Labanca, dell'Università di Siena, ha sottolineato che sono da ricordare soprattutto i costi e le sofferenze che ogni guerra porta con sé e la grande guerra moltiplicò. Prendiamo l'esempio dei toscani alla guerra: i soldati, naturalmente, caduti in 50mila senza contare i feriti, ma anche le famiglie distrutte.

Per questo la Regione ha pensato ad un centenario lungo quanto il periodo di guerra. Dove costruire, nel tempo, una rete di azioni capace di toccare tutti questi aspetti in modo non effimero, utilizzando i molteplici linguaggi della contemporaneità (dalle lezioni di storia alle performance artistiche, dalla rielaborazione musicale alla narrazione teatrale, dalla cinematografia alle mostre virtuali) così da collegare le varie realtà presenti in regione.

Fonte: Regione Toscana

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