Dà fuoco a un operaio in reazione a uno scherzo, fermato

Avrebbe dato fuoco a un operaio in reazione a uno scherzo fattogli dalla stessa vittima. Così hanno ricostruito i carabinieri dopo che un 51enne è stato ricoverato, in gravi condizioni, al centro grandi ustionati di Cesena: ha riportato ustioni di terzo grado al volto e al tronco. Tutto è successo il 9 ottobre in una carrozzeria di Figline Valdarno. Fermato per tentato omicidio un 45enne che inizialmente avrebbe cercato di far passare quanto accaduto per un incidente sul lavoro, con la complicità di testimoni.

In base al racconto della vittima, confermato dai testimoni, l'uomo, cliente abituale della carrozzeria, gli avrebbe dato fuoco dopo che lui gli aveva attaccato ai pantaloni un pezzo di scotch che aveva incendiato con un accendino. L'operaio avrebbe staccato subito lo scotch, prima che potesse danneggiare i vestiti. Il cliente avrebbe reagito cospargendolo di solvente e dandogli fuoco. La vittima, subito avvolta dalle fiamme, sarebbe stata soccorsa dal titolare e da un altro operaio, che poi lo avrebbero portato al pronto soccorso di Montevarchi, dicendo che si era ustionato mentre saldava un serbatoio di benzina che aveva preso fuoco. L'operaio, in gravi condizioni, è stato trasferito al Centro grandi ustionati di Cesena e posto in coma farmacologico. Ieri, quando si è svegliato, ha raccontato la sua versione ai medici, che hanno subito avvisato i carabinieri. Il proprietario della carrozzeria e il suo dipendente, interrogati, hanno confermato la versione della vittima, confessando di aver mentito. Il cliente, un operaio incensurato, è stato portato in caserma.

Interrogato per ore, ha continuato a proclamarsi innocente. Questa mattina intorno alle 2 è stato sottoposto a fermo e trasferito in carcere. Secondo fonti mediche, le condizioni dell'operaio ustionato sono in miglioramento. Non sarebbe più in pericolo di vita, ma rischia di rimanere sfigurato. Ha riportato ustioni di terzo grado sul 15% del corpo, con zone interessate sul petto, sul collo e sul volto. La prognosi è di 40 giorni.

Gli inquirenti,versione falsa per salvare amico

Un racconto falso per cercare di non rovinare un amico. Sarebbe questo il motivo per cui, in un primo momento, per giustificare le ustioni dell'operaio di 51 anni accompagnato all'ospedale di Montevarchi il 9 ottobre, la versione fornita è stata quella dell'incidente sul lavoro. Solo ieri, al risveglio dal coma, l'operaio ha detto che, invece, si è trattato della 'vendetta' di un amico per uno scherzo non gradito. A differenza di quanto emerso in un primo momento, è stato lo stesso operaio, prima di entrare in coma, a dire ai sanitari di essere stato vittima di un incidente sul lavoro, raccontando che un serbatoio si era incendiato mentre lo stava saldando. I suoi due accompagnatori, un collega e il titolare della carrozzeria di Figline Valdarno, si sarebbero limitati a non smentirlo.

Secondo gli inquirenti, l'obiettivo era non rovinare il responsabile dell'aggressione, che è un cliente e frequentatore abituale della carrozzeria e che conosce titolare e operai. Al risveglio dal coma, però, l'operaio ha dato un'altra versione, poi confermata dal collega e dal titolare: a dargli fuoco era stato l'amico, che non aveva gradito uno scherzo che gli avevano fatto in officina. L'amico, 45 anni, operaio, di Castelfranco di Sopra, è stato sottoposto a fermo. In caserma ha ribadito la tesi dell'incidente sul lavoro e, anzi, ha detto di aver soccorso per primo l'operaio. Aveva una mano fasciata per delle ustioni, per le quali non ha fatto ricorso alle cure dei medici.

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