Per l’autore i protagonisti della Prima Guerra mondiale non sono re o imperatori, ma sono fanti, contadini. Sono i nostri nonni. Ascoltare i loro racconti era come discendere, per un attimo, negli inferi, rivivere le atrocità del conflitto, affondare nel buio di trincea. Ma oggi i preziosi testimoni di quel massacro non ci sono più e la responsabilità di tramandare la storia alle nuove generazioni tocca a noi. Cazzullo pone al centro del suo racconto gli eroi senza targhe e senza fanfare. Si tratta della “grande massa dei corpi sacrificati alle atrocità della guerra industriale - spiega Cazzullo - Sono i feriti, i mutilati, gli esseri rimasti senza volto, talora non in senso metaforico, come le gueules cassées, le facce deformate dalle schegge e dalle esplosioni”. Pertanto, “Il recupero della memoria della Grande Guerra, cent’anni dopo, è un dovere nei confronti dei salvati e più ancora dei sommersi. Perché il mare grande dell’oblio, talora, restituisce un frammento del grande naufragio – uno scheletro, una foto, un diario – da cui si indovina la storia di un giovane che un secolo fa era alto, bello e ben fatto, come sono oggi i nostri ragazzi”.
Fonte: Comune di Firenze - Ufficio Stampa
<< Indietro