David Guasti, in Cina con la compagna

David Guasti con la figlia Vittoria

David Guasti è il primo Toscano all’estero che vive in Cina. Nell’intervista che segue si smontano alcuni luoghi comuni sul Paese più grande del mondo (dallo sputare in terra ai funerali) senza però nascondere le difficoltà del viverci.

LA SCHEDA

Nome: David Guasti

Anni: 42

Cresciuto a: Vinci

Studi: licenza media, dopo ho iniziato a lavorare.

Residenza e professione: vive nell’isola di Xiamen City e sta aprendo un coffee shop in un centro commerciale

Prima esperienza all’estero: Quella attuale

Lavoro in Italia: negli ultimi 20 anni ho fatto il trasportatore

Frase:

L’INTERVISTA

Come ha perso la decisione di andare all’estero?

La decisione è stata presa a causa della situazione nazionale, nella quale si lavora sempre di più per avere sempre meno. Quindi, data l’età della bambina e contando sull’aiuto della mia compagnia, senza la quale una cosa come questa non sarebbe possibile, ho deciso di provare.

Da quanto tempo è in Cina?

Sono qui da un anno fisso e saltuariamente dal 2005. Ho trascorso in Cina più periodi di diversa lunghezza. Ho conosciuto la famiglia di mia moglie e preso contatto con la realtà locale, fino a quando ho preso la decisione definitiva. Per questo ho lasciato la mia aziende in modo definitivo a ottobre 2013.

Lavori in Italia ne ha fatti?

Negli ultimi 20 anni ho lavorato come trasportatore per una ditta di Empoli.

Nella sua esperienza, quali sono le principali differenze fra il mondo del lavoro italiano e quello estero?

La prima e più grande differenza è l’assenza dello stato sociale, quella struttura che dà la sicurezza ai cittadini italiani e in generale europei. Qua questo non c’è. Chi va avanti è perché è bravo, poco da fare. Il merito viene rpemiato sempre e le oportunità sono tantissime. Questo rende vivere qui molto semplice; anche se è difficile dire quanto.

Un episodio significativo?

L’autobus. Alla fermata c’è una cassettina tipo quelle che in Italia sono in chiesa per le offerte. Chi sale mette i soldi, basta. Niente biglietti, niente appalti a chi li stampa. Nessuno non paga.

In Occidente la Cina è anche il Paese della limitazione delle libertà. Lei cosa hai visto da questo pundo di vista?

La limitazione della libertà non si vede, se non attraverso alcune cose come Internet. In generale viene giustificata dal fatto che ci vuole limitazione per non far trasformare in confusione la vita in un Paese così grande.

La sanità privata dunque non esiste?

La sanità di fatto è privata. Lo vedo dalla parente della mia compagna, afflitta da un male incurabile. Lo Stato da alcuni anni ha iniziato a pagare una percentuale delle spese mediche, ma di fatto senza una assicurazione sanitaria non si va avanti. Molte aziende però iniziano a pagarla ai privati.

Qualcosa che non le piace?

Il modo di approcciarsi a quello che non è proprio, come sputano in terra oppure come buttano le cose in terra senza cura. Cose che stanno cambiando molto negli ultimi anni, anche grazie all’educazione televisiva, ma che comunque ancora è molto presente.

Luoghi comuni?

Questo è un Paese molto avanzato dal punto di vista delle energie rinnovabili. Gli scooter sono praticamente tutti elettrici e le pale eoliche sono diffusissime. Poi non è vero che non fanno i funerali (ride), li fanno eccome, e sono un giorno di festa nel quale si canta e si balla.

Dell’Italia cosa le manca?

Il cibo, la famiglia, gli amici. Le cose che sono molto diverse e non si possono portare con sè quando siva lontano.

Tornerebbe a lavorare in Italia?

Solo per brevi periodi, non stabilmente.

Il voto alla sua vita adesso rispetto a quello quando era in Italia.

In Italia nell’ultimo periodo 4, in Cina 7.

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