Fratelli d'Italia contro un convegno alla biblioteca sul 'gender': "No alla 'rieducazione' nelle scuole"

La biblioteca di Pistoia

"Nel pomeriggio di ieri (8 novembre), presso la Biblioteca S.Giorgio di Pistoia, dalle ore 15 alle ore 19 è previsto un corso di formazione dal titolo "Educare alle differenze", organizzato dall’Amministrazione comunale, in collaborazione con la Provincia di Pistoia e la consigliera provinciale di Parità e con il contributo di docenti esperti. L'incontro è rivolto in particolare al personale scolastico ed educativo delle scuole comunali e statali e dei servizi educativi della provincia, ma aperto alla partecipazione di tutti. Sul manifesto e volantino esplicativi non si legge altro.

A prima vista sembra quindi una buona iniziativa volta a contrastare nelle scuole pistoiesi il fenomeno della discriminazione basata sulla diversità (di genere, di religione, di etnia), in nome del principio di accoglienza; senonché andando bene a guardare e cercando ulteriori informazioni apprendiamo che l'evento rientra all'interno di un progetto nazionale promosso da SCOSSE (Soluzioni Comunicative Studi Servizi Editoriali), associazione di promozione sociale "antirazzista, laica, antifascista" che con tale iniziativa si propone, facendo pressione anche sulle amministrazioni locali, di attuare la "Strategia nazionale per la prevenzione e il contrasto delle discriminazioni basate sull'orientamento sessuale e sull'identità di genere" (2013-2015) del Dipartimento delle Pari Opportunità e dell'UNAR, con lo scopo di "contrastare gli stereotipi di genere" e di "prevenire le violenze legate all'orientamento sessuale e/o al l'identità di genere".

Ricordiamo che questo documento accoglie le direttive europee per l'introduzione nelle scuole dell'ideologia Gender che, vanificando la differenza tra maschile e femminile, e destrutturando quindi la famiglia naturale su cui si fonda la nostra società, insegna che l'orientamento sessuale e i compiti dell'uomo e della donna in ambito familiare e sociale non deriverebbero dal sesso biologico ma semplicemente da un condizionamento culturale che occorre rimuovere. Pur affermando di ispirarsi "ai principi della democrazia e dell’uguaglianza" e di ripudiare "ogni forma di violenza e di discriminazione", l'associazione SCOSSE nel documento finale del Convegno svoltosi a Roma il 21 e 22 settembre u.s. su "Educare alle differenze", è la prima a violare tali principi, in quanto, oltre a politicizzare vergognosamente e indebitamente il settore dell'educazione scolastica, si scaglia con parole cariche di astio e disprezzo, falsando anche la realtà, contro coloro che hanno manifestato e manifestano un pensiero diverso in ordine all'educazione affettiva e sessuale.

Si legge infatti che il convegno è stato concepito come la "replica... a un clima reazionario e oscurantista, alimentato da gruppi politici di estrema destra e del fondamentalismo religioso, che si basano sulla polarizzazione tra natura e cultura, con una concezione assai arretrata e problematica del rapporto tra queste". Di questi gruppi si sottolinea "il furore ideologico e l'aggressività degli attacchi che si sono susseguiti nei mesi scorsi (quali? le manifestazioni pacifiche delle "Sentinelle in piedi" o della "Manif pour Tous", aggredite da esponenti delle lobby LGBT?) e che "vorrebbero eliminare i progetti di educazione alle differenze nelle scuole, promuovendo un modello unico di amore e famiglia, a cui tutti debbono aderire".

Pertanto FdI-Alleanza Nazionale denuncia con forza ancora una volta il tentativo di introdurre nella scuola per vie subdole, come i consueti corsi di formazione per insegnanti, la dittatura ideologica del pensiero unico dominante, che vorrebbe ridurre la scuola a veri e propri campi di "rieducazione" a partire dalla 'rieducazione" del personale docente, tappando la bocca così a chi la pensa diversamente. Richiama altresì i sindaci e le amministrazioni locali alle loro responsabilità, e cioè al dovere di informare le famiglie sui progetti riguardanti l'educazione affettiva e sessuale nelle scuole e, proprio in nome del principio di laicità e di democraticità, a tutelare la libertà di insegnamento e di educazione che è sacrosanta! Per la Costituzione Italiana (art.30) il diritto-dovere di istruire ed educare i figli spetta in primis ai genitori, soprattutto in un ambito così delicato come l'educazione affettiva, che incide in modo determinante sulla crescita dei ragazzi. Gli amministratori devono pretendere che sia garantito quindi anche il diritto delle famiglie a dissentire dalla formazione impartita dagli istituti scolastici sulla materia nel caso in cui questa non sia confacente con il tipo di educazione scelta per i propri figli!".

Patrizio La Pietra - Portavoce provinciale FdI-AN Pistoia

Elena Bardelli - Resp. Politiche per la famiglia FdI-AN Pistoia

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