L'assessore all'ambiente Picchi a processo a maggio: "Da questa vicenda nessun vantaggio e sono fiero del mio operato"

Valter Picchi (foto gonews.it)

 

L'assessore provinciale pisano all'Ambiente, Valter Picchi, è stato rinviato a giudizio nell'ambito dell'inchiesta della procura di Massa sulla Cermec ed ErreErre le aziende che gestivano il trattamento dei rifiuti, e nella quale si ipotizza un'associazione a delinquere finalizzata a vari reati tra i quali la corruzione, la concussione, la truffa ai danni della Ue e l'abuso d'ufficio.

La notizia del rinvio a giudizio è stata resa pubblica dallo stesso Picchi in una nota.

L'assessore afferma che il processo si aprirà ''il prossimo 28 maggio davanti al Tribunale penale collegiale di Massa'' e di vivere con ''profondo stupore, disappunto ed amarezza'' la decisione di essere stato rinviato a giudizio.

''Perché - scrive Picchi - neanche per l'accusa avrei ottenuto qualche vantaggio da questa mia asserita partecipazione: il che sembra incredibile, ma è davvero così. Soprattutto, perché le condotte che dovrebbero dimostrare questa mia partecipazione 'no profit' sono condotte che ancora oggi tornerei a tenere e di cui sono assolutamente fiero: continuo infatti a essere convinto che si dovesse trovare il modo per far terminare, una volta per tutte, il conferimento alla discarica di Peccioli, dei rifiuti prodotti a Massa e che Massa finalmente si dotasse di un impianto, fra l'altro strategico per tutta la costa toscana, di produzione di combustibile da rifiuto''.

 Infine, Picchi esprime ''profonda amarezza perché all'udienza preliminare, il giudice inizialmente investito della richiesta di rinvio a giudizio, chiamato a ricoprire altissimi incarichi istituzionali, è stato sostituito da altro giudice di altro Tribunale, quando ormai un'ampia istruttoria era stata compiuta e si trattava solo di tirare le conclusioni''.

''Resto infatti - conclude l'assessore pisano - dell'idea che ciò abbia influenzato non poco la decisione finale di rinviare a giudizio tutti gli imputati e sostanzialmente per tutte le imputazioni, scelta questa che costituisce in realtà, nell'udienza preliminare, la soluzione più deresponsabilizzante, demandando ad altri, ovvero al Tribunale, la parola definitiva sul fondamento dell'accusa mossa. Peraltro, proprio per questo, non mi perdo d'animo, nella certezza che in sede di giudizio dibattimentale, l'assoluta inconsistenza dell'accusa che mi è stata rivolta potrà essere agevolmente dimostrata''. 

 

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