Suicidi in carcere, egli psicologi: "È un emergenza". Ecco alcuni dati

La Toscana è la regione con il numero più alto di fenomeni di autolesionismo in carcere (1047 episodi) e di tentati suicidi sventati dagli agenti (112). I suicidi nel 2014 in Italia sono stati 43, già 7 fino a marzo 2015, 10 quelli degli agenti di custodia. In 10 anni i detenuti suicidatisi in Italia sono saliti a 823, e oltre 100 sono stati i suicidi tra il personale di polizia penitenziaria. In Toscana sono 18 gli istituti penitenziari per una capienza regolamentare di 3437 persone. I detenuti, al 28 febbraio 2015 sono 3278 di cui 119 donne e 1535 stranieri. In Toscana ci sono 415 detenuti in attesa di primo giudizio 271 condannati non definitivi e  appellanti 271 e 148 ricorrenti. I condannati definitivi sono 2297, 113 gli internati.

E’ questa la fotografia emersa dal convegno Il ruolo dello psicologo in carcere: quale futuro?, promossa dal Gruppo di Lavoro di Psicologia Penitenziaria dell'Ordine degli Psicologi della Toscana, istituito nel 2014 per rispondere ad alcune problematiche che colpiscono i professionisti operanti nel contesto inframurario nonché i detenuti e in corso fino a domenica 15 marzo. Una realtà che spesso finisce per mettere a repentaglio il benessere delle persone che vivono in questo contesto. Un tema sempre più attuale visti i numerosi casi di suicidi e violenza nelle carceri che la cronaca contemporanea ci consegna. In Italia ci sono 450 psicologi che lavorano nelle carceri, fanno sostegno, interazione fra i detenuti, diagnosi, esperti ex art. 80 e psicologi delle ASL che lavorano negli istituti penitenziari.

«Gli episodi di suicidio dall'inizio di quest'anno – spiega il presidente dell’Ordine degli psicologi della Toscana Lauro Mengheri - finiscono per sollecitare la necessità di parlare dell'assistenza psicologica ai detenuti, agli agenti e a tutti quanti operano nelle carceri.  I suicidi sono la più drammatica espressione di un’emergenza di cui sono complici il sovraffollamento delle carceri, l'uso indiscriminato della soluzione detentiva per affrontare problemi di natura sociale e psichica, la presenza massiccia di persone in attesa di giudizio che si trovano a vivere una condizione in cui sono totalmente assenti stimoli alla crescita personale e requisiti essenziali di vivibilità».

La situazione del sovraffollamento Arezzo (capienza 101) ci sono 25 detenuti, ad Empoli (capienza 18) i detenuti sono 14, a Firenze (Mario Gozzini 90 di capienza) e 97 detenuti, Firenze (Sollicciano 494 di capienza) 686 detenuti, OPG Montelupo Fiorentino (capienza 175) 118 detenuti, Grosseto (capienza 15) detenuti 25, Massa Marittima (capienza 48) detenuti 43, Livorno (capienza 385) detenuti 115, Livorno Gorgona (capienza 87) detenuti 61, Porto Azzurro (capienza 363) detenuti 266, Lucca (capienza 91) detenuti 110, Massa (capienza 2014) detenuti 191, Pisa (capienza 216) detenuti 251, Volterra (capienza 187) detenuti 143, Prato (capienza 613) detenuti 603, Pistoia (capienza 57) detenuti 83, San Gimignano (capienza 235) detenuti 375, Siena (capienza 58) detenuti 72.

"E' opportuno che chi lavora in determinati ambiti sia formato per lavorare, come nel caso della psicologia penitenziaria - aggiunge Mengheri - il futuro e' nell'interazione fra i singoli enti e quindi negli accordi interistituzionali, anche con il garante per i detenuti".

«A fronte di tanti datori di lavoro e obiettivi professionali, ancora oggi lo psicologo in carcere non raggiunge una visibilità istituzionale ufficialmente riconosciuta: il singolo lavoratore si trova esposto a una composita realtà lavorativa, all'interno della quale pochi professionisti riescono a raggiungere una stabilità contrattuale lavorativa" – ha concluso Enzo Benelli coordinatore del gruppo di lavoro Psicologia penitenziaria OPT .

Fonte: Ordine Psicologi Toscana - Ufficio Stampa

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