Moschea, Nocchi e Nardini incontrano il capo spirituale della comunità musulmana

I candidati Pd pisani al Consiglio Regionale Francesco Nocchi e Alessandra Nardini, con il deputato Pd Khalid Chaouki, hanno incontrato Khalil Mohammed, capo spirituale della comunità musulmana pisana, per parlare della costruzione della moschea a Pisa. Gli esponenti Pd pisani hanno voluto mettere al corrente il deputato che si occupa di immigrazione e terze generazioni sulla vicenda della moschea, al centro di forti attacchi mediatici da parte di alcuni schieramenti della destra pisana, impegnati a strumentalizzare e a creare un clima di intolleranza e paura, puntando a danneggiare il naturale equilibrio tra la comunità musulmana e il resto della città. Nocchi ha già preso nei mesi scorsi posizioni forti a favore della garanzia dei diritti previsti dalla Costituzione, per quel che riguarda la libertà di culto e quindi la possibilità di dare un luogo dignitoso e sicuro di preghiera ai fedeli islamici. Una moschea a Pisa poi esiste già, ma non è idonea alla richiesta che si presenta oggi, con centinaia di fedeli che hanno bisogno di una sede adeguata e stabile.

"Abbiamo condiviso alcuni aspetti centrali del ruolo di una moschea, come simbolo di dialogo e condivisione, non solo adibito alla preghiera ma anche ad iniziative culturali e di socialità – afferma Nocchi –. Del resto a Pisa questo accade già, grazie a fedeli inseriti in pieno nel tessuto sociale cittadino, anche per mezzo del ruolo di questi nelle associazioni. L'idea di una comunità chiusa in se stessa e votata solo alla preghiera, senza alcun legame con la città, è distorsiva e caricaturale. Se in questi anni i rapporti sono sempre stati caratterizzati da una normale convivenza è proprio perché non è mancata la volontà di sentirsi comunità cittadina oltre che religiosa. Una nuova moschea, che tra l’altro non graverà sulle spese pubbliche perché sarà la comunità islamica stessa a finanziarsi, sarà un dignitoso luogo di preghiera e di partecipazione cittadina. Di sicuro non un pericolo. Non lo sarà a maggior ragione se ben presidiata da fedeli attenti a eventuali infiltrazioni di fanatismo. E a Pisa su questo possiamo contare. Il nostro dovere è contrastare ogni forma di fanatismo, sia quello che usa come bandiera l’islamismo e il cristianesimo, o qualsiasi opposizione all’esercizio della fede che rispetti la legge italiana".

Fonte: Ufficio Stampa

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