Condannato per pedofilia, l'avvocato difensore: "Faremo appello. Non ci sono prove, nemmeno mediche"

Nei giorni scorsi è stato pubblicato da gonews.it (fonte ANSA) la notizia della condanna di un uomo a Firenze per un presunto caso di pedofilia.

L'avvocato Simone Carboncini, che difende l'imputato 30enne (non 40enne come scritto in precedenza), intende fare delle precisazioni in merito.

"Voglio specificare che non siamo di fronte a una sentenza definitiva e che faremo appello. La situazione, infatti, è tutto tranne che chiara - spiega il legale di parte - non ci sono prove, nemmeno mediche, se non la dichiarazione della bambina. Ciò a nostro avviso non è sufficiente per attribuire una responsabilità penale; altrimenti ragionando, chiunque potrebbe ottenere una condanna per violenza sessuale sulla base della propria parola. Il racconto della piccola, poi, è pieno di contraddizioni: nelle varie occasioni in cui è stata ascoltata non ha mai confermato la stessa versione. In qualche modo - prosegue l'avvocato Carboncini – la narrazione della bambina ricorda molto l’archetipo del lupo cattivo che bussa alla porta, mentre il bambino rimane nascosto sotto il letto".

"Infine, non è certo che il giorno in cui sarebbero avvenuti i fatti la fidanzata dell'imputato fosse a Follonica - è la difesa di Carboncini - in quanto, secondo i tabulati telefonici, per tutto il pomeriggio né l'imputato né il padre della bambina erano in casa, quando invece tutti sostengono il contrario. Ne deriva il dubbio che la data in cui sarebbero avvenuti i fatti sia stata accertata solo in maniera approssimativa".

Il legale conclude: "L'imputato adesso riceve continue minacce da parte della comunità peruviana. Voglio rassicurare che non è in carcere: il giudice ha revocato gli arresti domiciliari e l'ha rimesso in libertà. Vorrei precisare, infine, che tre anni per un reato del genere sono comunque pochi, visto che generalmente le condanne vanno dai 7 ai 14 anni, senza contare le ulteriori aggravanti che erano state contestate".

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