Bilancio 2016 e legge di stabilità: gli atti approvati dalla Regione. Rossi: "Gli investimenti saranno pochi"

"Escludere un aumento di Irap e Irpef per non alterare la capacità di investimento delle imprese e il potere di acquisto delle famiglie; continuare nelle azioni di sostegno alla crescita della domanda interna e dei consumi come componente essenziale di stimolo all’economia”. Questi alcuni dei dispositivi contenuti nella proposta di risoluzione presentata dal capogruppo Pd Leonardo Marras, collegata all’informativa della Giunta toscana sul Documento preliminare al bilancio di previsione 2016, legge di stabilità e proposte di legge collegate, votata dall’Aula a maggioranza.

Nel “condividere i propositi contenuti nel Documento”, la risoluzione impegna l’esecutivo toscano a “completare quanto prima e per quanto di propria competenza, il processo di riordino delle funzioni amministrative per garantire la continuità dei servizi precedentemente erogati dalle Province, con pericolare attenzione al tema della gestione della viabilità regionale, attraverso un’adeguata dotazione finanziaria”; a “mettere in atto tutte le azioni possibili al fine di liberare risorse per rilanciare gli investimenti regionali”; “proseguire nelle politiche di revisione e qualificazione della spesa, in particolare attraverso una riduzione già avviata del sistema delle partecipazioni e nell’ulteriore funzionalità delle agenzie regionali nel cui percorso si inserisce la riforma di Apet”.

Nell’elaborazione definitiva del Documento di economia e finanza, la risoluzione ritiene inoltre opportuno “individuare, all’interno dei prossimi strumenti di programmazione e nel quadro di riordino delle funzioni provinciali, ambiti e aggregati territoriali corrispondenti a fattori socio-economici omogenei, non necessariamente corrispondenti agli attuali ambiti provinciali, sui quali attivare politiche di sviluppo”; “proseguire nel consolidamento degli interventi regionali in ambito di sostegno al lavoro e competitività delle imprese toscane”; “rafforzare la strategia regionale unitaria in merito ai fondi europei”; “proseguire nel completamento della riforma del modello di organizzazione dei servizi sanitari”.

La risoluzione tocca anche gli aspetti relativi ai prossimi adempimenti in materia di programmazione ed in particolare impegna la Giunta a “sviluppare successivamente al Prs 2016-2020 i Progetti regionali già individuati nel Defr 2016, in modo da garantire nel corso della legislatura ed in prospettiva pluriennale, l’effettiva continuità e coerenza degli interventi da attuare, favorendo la concentrazione delle risorse finanziarie”; “ridurre al minimo il numero degli strumenti di programmazione regionale di settore da elaborare nel corso della legislatura, in un’ottica di semplificazione e razionalizzazione”.

Infine, l’atto invita l’Esecutivo ad “attivarsi in sede di confronto nazionale in modo da rivedere i vincoli agli investimenti, o rinviarne l’efficacia degli effetti a partire dal 2016, per consentire alle Regioni di attivare gli investimenti necessari in una fase di parziale ripresa economica come quella attuale”; “liberare dal computo del patto di stabilità la quota di compartecipazione regionale ai fondi europei per liberare risorse”.

L’Aula ha inoltre approvato all’unanimità la proposta di risoluzione presentata da Giovanni Donzelli (Fdi) e sottoscritta da tutte le opposizioni per “sbloccare i contributi concessi per il 2014 e 2015 non ancora erogati per le famiglie con persone disabili, per il bonus bebè, per le famiglie numerose e tutti gli altri contributi previsti e rimasti bloccati”. Fondi che l’assessore al Welfare, Stefania Saccardi ha annunciato “essere sbloccati per tutto il 2014 e per il 2015”. Saccardi ha infatti informato l’Aula che “proprio questa mattina la Giunta è intervenuta e il problema può quindi considerarsi risolto”. “Per tre anni – ha precisato ancora l’assessore – siamo intervenuti con risorse aggiuntive a sostegno delle famiglie. Il blocco ormai caduto non è stato comunque frutto di una cattiva volontà della Regione”.

Sul punto è intervenuto, anche per dichiarazione di voto, il consigliere Paolo Sarti (Sì): “I soldi concessi vanno dati e quindi voterò a favore dell’atto. Non sono però d’accordo con il bonus bebè” ha dichiarato precisando quindi che in futuro “non dovrebbe più essere previsto”.

Stefano Mugnai (Fi) si è detto “soddisfatto dell’intervento dell’assessore” ma ha comunque puntualizzato come lo sblocco delle risorse “non supera l’atto che va comunque votato”.

 

Il dibattito

“Il Documento economico finanziario può essere considerato a tutti gli effetti il primo atto di programmazione, che conterrà le linee e gli indirizzi alla base del futuro Programma regionale di sviluppo” ha rilevato Gianni Anselmi (Pd), il primo ad intervenire sull’informativa dell’assessore Bugli. A suo parere, in un quadro di vincoli strettissimi e di erosione delle risorse non bisogna rinunciare ad un ruolo di guida dello sviluppo, con investimenti pubblici e privati, ma anche aumentando la capacità di consumo delle famiglie per aumentare la domanda interna. “Sarà necessaria un’impostazione ferocemente selettiva nell’utilizzo dei fondi comunitari – ha affermato – ed una maggiore qualificazione della spesa, con la riduzione delle partecipazioni regionali”. Più in generale Anselmi ha sollecitato una revisione degli ambiti territoriali omogenei, interventi a favore del lavoro e delle imprese, investimenti nelle aree con più divario competitivo, politiche per la casa.

“Siamo nel pieno di una stagnazione, abilmente camuffata dal Governo e dal suo apparato propagandistico – ha osservato Claudio Borghi (LN), portavoce dlel’opposizione – Sono d’accordo sulla necessità di rimettere in circolazione denaro e creare domanda, ma di interventi in questo senso non ne vedo in questo documento”. “La riduzione della spesa ed il taglio del personale determinano anche un calo dei redditi, oltre che dei servizi – ha aggiunto - Ci si adegua ad un sistema sbagliato, il pareggio di bilancio, che nessun altro paese europeo rispetta”.

Secondo Paolo Bambagioni (Pd) il vincolo del pareggio di bilancio deve essere rispettato e la Regione deve assumersi la responsabilità di scelte anche difficili, grazie anche ai suoi buoni ‘fondamentali’. “Dobbiamo dare risposte di governo – ha affermato – Dobbiamo garantire i servizi con la riqualificazione della spesa. A suo parere sono necessari altri investimenti in infrastrutture, in particolare per realizzare un nuovo ponte sull’Arno, che permetta il collegamento del porto di Livorno con l’interporto di Prato, un’opera di cui si parla da vent’anni.

“Il quadro idilliaco che traccia questa informativa è del tutto incongruo - ha rilevato Tommaso Fattori (Si) – Non si fa riferimento ai dati sulla povertà assoluta, né alla forbice sociale che si allarga. La Toscana ha il primato di sfratti esecutivi per morosità incolpevole”. In questo quadro Fattori ha ricordato la scarsa affidabilità dell’imprenditore che è intervenuto sulle acciaierie di Piombino. “Tutto è affidato alle esportazioni – ha aggiunto – ma alle esportazioni di Brunello di Montalcino, non dell’acciaio”.

Secondo Jacopo Alberti (LN) se i riferimenti vengono fatti non sui dati nazionali dell’Istat, ma sulle medie regionali, la Toscana risulta una delle regioni meno competitive d’Europa. “Si parla di immigrazione strutturale – ha affermato – Questo è un problema che deve essere risolto, non accolto come un dato strutturale. Non vedo niente sul sociale di aiuto agli italiani”.

“Nella sfida ci sono anche opportunità – ha affermato Andrea Pieroni (Pd) – Vogliamo una regione più vicina ai cittadini ed alle imprese. Il lavoro come ‘ossessione’ deve tradursi in programmi e progetti per la nascita di nuove realtà imprenditoriali e la crescita di quelle esistenti”. A suo giudizio il ritorno ad una spesa che crea debito non è la strada giusta.

“Per mettere nel circuito un po’ di denaro, bisogna aiutare concretamente le famiglie”. E’ questa la tesi di Stefano Mugnai (FI), che ha ricordato che la Toscana è una regione nella quale nascono pochi bambini, mentre una legge regionale specifica non viene finanziata da anni, né vengono garantiti servizi adeguati.

“Chi è causa del suo male pianga se stesso - ha dichiarato Gabriele Bianchi (M5S) – Chi è che ha messo il pareggio di bilancio in Costituzione? Chi ha venduto la sua sovranità in Europa”. A suo parere è stata scelta la difesa delle banche e non l’introduzione del reddito di cittadinanza, che non è un mero aiuto, ma ingloba politiche sociali e promuove il lavoro.

Secondo Elisa Montemagni (LN) lo stesso presidente Rossi condivide il giudizio della Lega sul JobsAct, quando riconosce che il JobsAct ha avuto il merito di invertire il mix tra contratti precari e indeterminati; ma senza una stabilizzazione degli incentivi per le assunzioni e senza forme di detassazione mirate, i benefici rischiano di esaurirsi a breve. Lo stesso accade per la riforma delle province, quando riconosce che ciò lascia inalterati i saldi del bilancio regionale. “Evviva” ha esclamato.

“Molti hanno commentato cose inesistenti”, ha replicato Leonardo Marras (Pd), ribadendo che nel documento si dice “no” all’aumento delle tasse per le famiglie e le imprese, sulle quali “non è possibile intervenire più direttamente per effetto di una norma che speriamo venga presto cambiata”.

“Di tutte le cause possibili che possiamo identificare in origine delle varie malattie, la povertà è la più importante”. Così è intervenuto nel dibattito il consigliere regionale Andrea Quartini (M5S) che ha sottolineato alcune carenze di questo piano come “la mancanza di considerazione del reddito di cittadinanza”. Sugli aspetti sanitari Quartini ha evidenziato che “in realtà ci sono 149 milioni di tagli al fondo sanitario nel 2015 e 149 milioni nel 2016”. Il consigliere ha invitato la Giunta a completare “la riforma del modello organizzativo dei servizi sanitari” e ha ricordato: “in due anni sono 300 milioni i tagli che penalizzano la sanità mentre solo nell’azienda sanitaria di Firenze per tre anni sembra che si siano 258 i milioni per convenzioni con le cliniche private”. Quartini ha espresso voto contrario: “Siamo di fronte – ha concluso - ad uno smantellamento del servizio sanitario pubblico a vantaggio del privato”.

 

Le proposte bocciate.

Collegate all’informativa della Giunta sono state bocciate tre proposte di risoluzione, due presentate dalla Lega e una a firmaGiovanni Donzelli (Fdi).

Il primo atto della Lega respinto dall’Aula intendeva impegnare la Giunta per una “analisi dettagliata delle spese superflue ed improduttive che potrebbero essere oggetto di razionalizzazione in riferimento agli enti del sistema regionale”. “Bisogna far sì che la Regione continui a sostenere gli enti locali anche su materie che non sono di stretta competenza regionale (sport, scuola, viabilità) - ha detto il portavoce dell’opposizione Claudio Borghi – svolgendo la funzione di camera di compensazione per quelle spese che gli enti locali non sono più in grado di sostenere, a causa dei tagli statali ma che impattano sulla qualità dei servizi ai cittadini”. Nell’atto si chiedeva inoltre che la Regione sia portavoce nei confronti del Governo sulla necessità di superare la previsione del pareggio di bilancio in sede europea e di riforma costituzionale.

Si chiedeva infine di non variare in aumento le aliquote tributarie, di rinunciare ai tagli della spesa sanitaria che possano inficiare la qualità delle prestazioni erogate ai cittadini e di riformare la legge regionale 22/2015 che dà attuazione alla riforma Delrio sul territorio toscano, garantendo un alto grado di autonomia dei territori.

La seconda proposta di risoluzione, sempre a firma Lega, intendeva invece impegnare la Giunta a “privilegiare i cittadini italiani in tutti i campi di intervento e nell’erogazione di qualsiasi tipo di servizio erogato con risorse regionali, soprattutto in riferimento all’emergenza sociale”.

L’ultimo atto respinto dall’Aula, con 15 voti a favore e 22 contrari, a firma Giovanni Donzelli (Fdi), intendeva impegnare la Giunta ad “interrompere l’erogazione di fondi ad Uncem e a non stipulare nuovi accordi finché non verranno resi pubblici o messi almeno a disposizione dei consiglieri regionali, i dettagli delle spese effettuate da Uncem con finanziamenti regionali”.

Il capogruppo Pd Leonardo Marras, in sede di dichiarazione di voto, ha ricordato un “atto simile presentato dallo stesso Donzelli è già stato respinto. Voterò contro anche a questo documento” ha detto rilevando come “per trasparenza, vogliamo per primi fare chiarezza”.

Il presidente della commissione Controllo Jacopo Alberti (Lega) ha informato che si sta “valutando l’opportunità di investire la commissione della questione e di audire il presidente Uncem”. Intenzione valutata positivamente da Antonio Mazzeo (Pd).

Stefano Mugnai (Fi) ha dichiarato come “faccia piacere sapere che la maggioranza non senta più il bisogno di certe situazioni”. Donzelli si è invece detto “particolarmente turbato” dall’intervento di Marras. “Se qualcuno ha speso in modo scorretto i fondi non esiste moratoria. La maggioranza dovrebbe chiedere trasparenza due volte”.

 

L'intervento di Rossi

Presentazione del bilancio parte corrente, l’emendamento con gli investimenti, il piano di sviluppo e il riordino delle competenze dopo la legge Delrio. Queste le quattro tappe ricordate dal presidente della Regione Enrico Rossi nel suo intervento nel dibattito sull’informativa della Giunta relativa al documento preliminare al bilancio.

“A causa del pareggio di bilancio, - ha detto Rossi - quello 2016 sarà durissimo” e gli investimenti saranno pochi. “Con questo documento – ha detto il presidente - si entra nel vivo della legislatura”.

“L’impegno – ha ribadito il presidente - è quello di mandare in aula, entro i primi di novembre, il bilancio parte corrente che poi accompagneremo con un emendamento che prevede la parte degli investimenti con il pareggio di bilancio”. L’anno si concluderà con la consegna del piano di sviluppo regionale che “sarà una sorta di masterplan per la legislatura. Saranno individuati – ha detto Rossi - 25, 30 progetti regionali sui quali concentreremo i nostri lavori”.

Il quarto passaggio fondamentale è rappresentato dal cambiamento delle competenze che scatteranno da gennaio: “Le competenze delle province (ambiente, agricoltura, formazione) insieme a quelle per i centri per l’impiego passeranno alla Regione, questa sarà una prova decisiva e ci vorrà un confronto serio in aula”.

Infine, Rossi ha ricordato: “Abbiamo stretto un rapporto forte con il Governo sulle politiche per il lavoro sia attive che passive” e adesso “l’obiettivo è che il Governo faccia proprio il documento per l’allenaza per la povertà con la previsione di istituire una sorta di reddito minimo per chi rientra nella povertà assoluta”.

Fonte: Toscana Consiglio Regionale

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