Nel bilancio 2016 della Regione mancano 130 milioni di euro. L'informativa di Bugli

Per chiudere il bilancio 2016 - che vale 8 miliardi e 400 milioni, un miliardo e quattrocento milioni di risorse libere - la giunta toscana dovrà trovare nelle prossime settimane tra i 120 e i 130 milioni. Ma la farà cercando di evitare di intervenire sulle tasse.
Un centinaio di milioni sono necessari ad assorbire gli effetti delle manovre di governo che si sono succedute nel corso degli ultimi anni e che hanno tagliato già nel 2015 oltre 440 milioni alla capacità di spesa della Regione. "L'anno scorso abbiamo potuto utilizzare l'elastico dei fondi Fas (ovvero i fondi statali per le aree sottoutilizzate ndr)" spiega l'assessore Vittorio Bugli, dopo essere intervenuto in Consiglio regionale dove si discuteva oggi il documento preliminare al bilancio. "Ma quest'anno – aggiunge – le norme non ce lo consentono e a novanta, cento milioni dovremo far fronte con risorse regionali". Altri trenta milioni serviranno a pagare la riforma delle Province, il personale e le funzioni tornate in capo alla Regione.

Gli investimenti rischiano di ridursi ad un terzo
Con l'obbligo poi del pareggio di bilancio che riduce di due terzi gli investimenti possibili, le difficoltà aumentano. La Regione non potrà infatti più ricorrere a mutui per finanziare piccole e grandi opere. "L'abbiamo già sperimentato quest'anno – dice Bugli - ed abbiamo potuto spendere solo 100 milioni contro una media di 280-300 milioni investiti degli ultimi tre anni, sanità compresa". "Sarà uno dei bilanci più difficili degli ultimi anni – conferma il presidente Rossi - . Stiamo discutendo con il governo per vedere di allargare le possibilità di fare investimenti e portarli almeno a 150-170 milioni". Altrimenti ci saranno opere che dovranno essere rinviate.

Regione più sobria e aiuti per la ripresa
"Ciononostante accettiamo la sfida – sottolinea l'assessore Bugli – come l'abbiamo fatto l'anno scorso". Senza tagliare i servizi, ma provando ad aiutare la ripresa che quest'anno per la prima volta sembra aver fatto capolino : costruendo "una nuova Regione ancora più sobria, più leggera e con una classe politica più consapevole di dover costare meno e sopportare un carico di lavoro maggiore - ha ripetuto in aula l'assessore -, con la filiera decisionale accorciata, meno dipendenti e meno dirigenti, con una semplificazione dei passaggi tale da trasformarla, oltre che in ente di legislazione e controllo, anche in ente che si prende la responsabilità del governo e mette i piedi nel piatto nella gestione di filiere fondamentali per i cittadini e le imprese puntando ad una semplificazione di "chi deve fare cosa", in settori chiave come l'ambiente, la formazione e l'agricoltura, la difesa del suolo, la formazione e il lavoro o la viabilità regionale".

"I 120-130 milioni che mancano all'appello sulla spesa corrente – spiega l'assessore - li troveremo con un'ulteriore spending review, ma senza tagliare i servizi ai cittadini. Arriveranno dalla riforma sanitaria che abbiamo deciso di portare avanti e dai 260 dipendenti della Regione che entro il prossimo anno andranno in pensione anticipata e non saranno sostituiti. Arriveranno dalla gara unica per il trasporto pubblico locale. Sono già il frutto della riduzione di assessori e consiglieri".

Si guarda anche al possibile finanziamento di alcune misure e politiche regionali attraverso i fondi europei: fondi che, grazie alla sforzo di compartecipazione della Toscana, per l'attuale settennato ammontano a 143 milioni in più del precedente, venti l'anno. Si punta su un ulteriore recupero dell'evasione fiscale, che già buoni frutti ha dato in questi anni.

"Cercheremo di evitare di intervenire sulle tasse – conclude Bugli –, di sicuro non andando a toccare l'addizionale Irpef, che tocca i lavoratori e l'Irap, e l'Irap, che riguarda le imprese".

Rossi: "Fisseremo 25-30 punti di intervento, sarà il masterplan della legislatura"

A dicembre la Regione Toscana presenterà il suo piano di sviluppo regionale che "sarà una sorta di masterplan per la legislatura". E' quanto spiegato oggi dal presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, nel corso del dibattito su una informativa della Giunta relativa al documento preliminare al bilancio 2016. Rossi ha ricordato che, a causa dell'obbligo di pareggio di bilancio, "il bilancio 2016 sarà durissimo" e che anche gli investimenti saranno pochi. Per questo il piano di sviluppo regionale "avrà un approccio diverso rispetto al passato. Invece di metterci tutto lo scibile della Toscana, pensiamo a un intervento secco individuando 25-30 punti su cui concentrare tutte attività".

Il piano, ha detto ancora, sarà "un lavoro organizzato su progetti specifici". Il governatore ha poi spiegato all'aula che "abbiamo stretto un rapporto forte con il governo sulle politiche per il lavoro, sia attive che passive. Il nostro obiettivo è che il governo faccia proprio il documento per 'l'alleanza per la povertà, con la previsione di istituire una sorta di reddito minimo per chi rientra nella povertà assoluta". Secondo Rossi "se questa operazione dovesse avvenire, sarebbe importante per lenire le sofferenze di una parte popolazione".

Rossi: "Il bilancio 2016 uno dei più difficili"

"A causa del pareggio di bilancio", se non ci saranno modifiche, quello del 2016 "sarà uno dei bilanci più difficili per la Toscana" e "dovremo comprimere la parte di spesa come mai fatto in precedenza. Lo ha detto il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi intervenendo oggi in Consiglio regionale nel dibattito su una informativa della Giunta relativa al documento preliminare al bilancio 2016.

"Prendiamo impegno a mandare a Roma, entro il 30 ottobre - ha aggiunto - il nostro bilancio di parte corrente e lo accompagneremo con un emendamento sugli investimenti che quest'anno, sempre per il pareggio di bilancio, saranno molto ridotti". Rossi ha sottolineato che "con il pareggio di bilancio, il libro dei sogni degli investimenti finisce. Possiamo spendere molto poco, stiamo discutendo con il governo per vedere di allargare le possibilità di fare investimenti, che al momento sono di circa 100 milioni di euro. Se anche arrivassimo a 150 ci permetterebbe di affrontare in modo più rilassato il bilancio". Da gennaio, ha detto ancora, "ci sarà poi un altro tassello con il cambiamento delle competenze, perché alcune funzioni delle Province passeranno alla Regione. Anche questa sarà una prova decisiva".

Il Pd in Regione: “Escludere aumento Irap e Irpef, completare riordino funzioni provinciali, proseguire nella riduzione delle partecipate”

Crescita, lavoro, consumi, competitività e un buon livello dei servizi. E’ questo il modello toscano; un modello che il gruppo Pd mette al centro della risoluzione in merito alla proposta di Defr, alla legge di bilancio 2016 e alle proposte di legge collegate, illustrate dall’assessore Vittorio Bugli in un’informativa. I punti principali: evitare un aggravio fiscale su cittadini e imprese, escludendo in particolare l’aumento di Irap e Irpef, completare il riordino delle funzioni provinciali, mettere in atto, seppur a fronte di minori risorse, tutte le azioni possibili per rilanciare gli investimenti, sfruttare al massimo i fondi euroei, proseguire gli obiettivi della riforma sanitaria, portare avanti una revisione della spesa pubblica, proseguendo nella riduzione delle partecipate.

“La Toscana è una terra produttiva che ha saputo reagire ad una fase difficile, questo ci consente di ricercare i margini per impostare politiche di sviluppo. Il Defr è il documento in cui potranno trovare una prima scansione gli indirizzi programmatici: l’ossatura dello sviluppo toscano – spiega Gianni Anselmi, consigliere regionale Pd e presidente della commissione sviluppi economico - Purtroppo non si può prescindere dal quadro vincolistico; dall’erosione delle risorse disponibili. Ma non intendiamo rinunciare al nostro ruolo di guida, alle nostre prerogative di governo. In un contesto in cui si avvertono segnali di ripresa, sia a livello nazionale che locale, seppur in modo territorialmente non omogeneo, è necessario evitare un aggravio fiscale su cittadini e imprese. E’ fondamentale proseguire negli interventi a sostegno del lavoro, insistendo sulle aree di crisi del nostro territorio – continua Anselmi - Condividiamo l’impostazione ferocemente selettiva e attenta che la giunta ha messo in piedi sull’utilizzo pro-attivo dei fondi comunitari. Inoltre, la risoluzione chiede alla giunta di proseguire il percorso in sede nazionale al fine di flessibilizzare la legge sul pareggio di bilancio; unico modo per rivedere i vincoli agli investimenti, e svincolare dal patto di stabilità la quota di compartecipazione regionale ai fondi europei”.

“La nostra posizione è netta: no a nuove tasse sulle famiglie e sulle imprese. Abbiamo bisogno di continuare il cammino virtuoso verso una Regione leggera, in grado di reperire ancora nuove risorse per riconfermare l’impegno sui servizi essenziali e su alcuni settori strategici, dall’istruzione al sociale, dalla cultura alla gestione del territorio. Crediamo che farlo è ciò che i cittadini toscani si aspettano da noi”, dichiara in aula Leonardo Marras capogruppo Pd in Regione.

Nella risoluzione si ricorda che “nel periodo 2010-2014 il tetto di spesa predeterminato annualmente dalla legge di stabilità si è ridotto di oltre 800 milioni di euro, passando dai 2,2 miliardi circa del 2010 ad 1,3 miliardi del 2014 comportando una drastica riduzione della capacità di intervento regionale nelle materie di propria competenza” e “con l’introduzione del pareggio di bilancio la capacità di spesa complessiva della Regione è determinata dalle previsioni di entrata, che per il 2016 si assestano a circa 1,4 miliardi”.

La  risoluzione da un lato chiede di “escludere un aumento dell’imposizione sulle famiglie e i cittadini, anche in linea con i provvedimenti del Governo” e dell’altro di “proseguire nel consolidamento degli interventi regionali in ambito di sostegno al lavoro e competitività delle imprese toscane, istruzione, cultura e sociale, difesa del territorio ed ambiente e mettere in atto ulteriori investimenti nell’ammodernamento delle infrastrutture”. Per fare ciò è opportuno rivedere e qualificare la spesa, “in particolare attraverso una riduzione già avviata del sistema delle partecipazioni regionali e nell’ulteriore efficientamento delle agenzie regionali” mentre resta prioritario proseguire nella riforma del sistema sanitario, “con l’obiettivo di continuare a garantire una sanità pubblica equa, efficiente e di qualità come quella toscana, anche in un contesto di minori risorse”, nonché, “di fronte ad una domanda sociale crescente a sostenere adeguate politiche per la casa e sul social housing”. Oltre alla necessità di ultimare il riordino delle funzioni provinciali già intrapreso con la legge regionale 22/2015, emerge l’opportunità di valutare nuovi ambiti su cui attivare specifiche politiche regionali, non necessariamente corrispondenti, in termini territoriali, a quelli delle ex province, ma legati a piuttosto a comuni caratteristiche socio-economiche.

LA NOTA DEL CONSIGLIO REGIONALE

“Per la prima volta dopo diversi anni la nostra discussione si inserisce all’interno di un quadro caratterizzato da segnali di ripresa”.

Lo ha sottolineato l’assessore Vittorio Bugli nell’informativa sul ‘Documento preliminare al bilancio di previsione 20166, legge di stabilità e proposte di legge collegate’. La cornice economico-finanziaria, cioè, che contiene le scelte che saranno alla base del bilancio di previsione e della legge di stabilità del prossimo anno.

A suo giudizio siamo di fronte ad un’inversione di tendenza, sostenuta sia da fattori esterni (la politica espansiva della Bce, il basso costo delle materie prime, il tasso di cambio favorevole), sia dal percorso riformatore del Governo: JobsAct, Irap sul lavoro, decontribuzione per i nuovi assunti, 80 euro, riforme istituzionali e via dicendo. “Il Paese ha riconquistato la fiducia dei risparmiatori, dei mercati, dell’Europa – ha osservato Bugli – che ci ha permesso di utilizzare i margini di flessibilità previsti dai trattati”.

In questo contesto la Toscana ha tenuto meglio di altri, tanto che le previsioni di Irpet stimerebbero a fine anno una crescita del Pil dell’ 1-1,2% ed anche i dati sull’occupazione, relativi al primo semestre 2015, segnalerebbero una ripresa significativa.

Bugli ha ricordato che la legge di stabilità 2015 e gli interventi legislativi precedenti hanno chiesto al sistema regionale un contributo rilevante di 5,2 miliardi di euro e, per la Toscana questo significa minori trasferimenti per oltre 440 milioni.

“Non potevamo restare a guardare - ha aggiunto l’assessore – Abbiamo accettato la sfida e provato a disegnare una ‘nuova Regione’: ancor più sobria, leggera, con la filiera decisionale accorciata, con una classe politica consapevole di dover lavorare di più e costare di meno”. Una semplificazione, cioè, tale da trasformare la Regione, oltre che in ente di legislazione e controllo, anche in ente di gestione e governo. E’ stato deciso, inoltre, di mettere mano alla riforma sanitaria, per ottimizzare “uno dei migliori sistemi sanitari d’Italia”.

I direttori generali sono passati da otto ad uno, sono state eliminate le aree di coordinamento, i dirigenti passeranno da 114 a 70. Entro l’anno andranno in pensione anticipata circa 260 dipendenti, per un risparmio a regime di circa 9 milioni di euro, calcolati solo sullo stipendio tabellare. Sarà avviato concretamente nei prossimi mesi il riordino delle funzioni provinciali, ci sarà l’affidamento della gara per il gestore unico del Trsporto pubblico locale, una forma unica nel panorama nazionale. Nella sanità la riduzione delle aziende e l’avvio dell’Estar consentirà sia di risparmiare, sia di qualificare la spesa sanitaria.

L’assessore ha sottolineato come negli ultimi due bilanci siano state anticipate risorse sui fondi comunitari per circa 100 milioni, per anticipare bandi fondamentali e che nei prossimi sette anni le risorse saranno superiori, perché nella trattativa sono stati garantiti 143 milioni in più su 410 milioni totali di risorse regionali a cofinanziamento di quelle comunitarie, circa 20 milioni l’anno in più da cercare nel bilancio regionale.

Per quanto riguarda la proposta di bilancio 2016/2018 Bugli ha precisato che è stata elaborata a legislazione vigente. Ecco le cifre.

Le entrate regionali libere e le risorse erariali per il Tpl attese per il 2016 sono pari a circa 1.447 milioni di euro. Esse consentiranno il finanziamento  delle spese obbligatorie (131 milioni), dei fondi di riserva (117 milioni), delle spese di funzionamento (402 milioni), delle spese incomprimibili (123 milioni), del Tpl (559 milioni). Inoltre 12 milioni di euro serviranno per spese che erano state finanziate con il ricorso all’indebitamento e dovranno essere coperte da spese di parte corrente. I restanti 103 milioni serviranno ad assorbire, almeno in parte, la manovra finanziaria statale.

Oltre alle entrate regionali libere, saranno iscritti in bilancio: il fondo sanitario indistinto (6,7 miliardi di euro), le risorse per la programmazione Ue per circa 411 milioni (Fesr 105, Fse 100, Feasr 206).

Restano da finanziare circa 130 milioni di euro, attraverso una revisione della spesa ulteriore, risparmi sulla spesa per il personale e sui costi della politica, recupero di risorse nell’ambito della nuova programmazione Ue.

“E’ sul fronte degli investimenti che nascono le maggiori difficoltà e incertezze se non intervengono maggiori elasticità sull’attuazione del pareggio di bilancio, come richiesto dalla Conferenza Stato-Regioni, perché non possiamo contrarre nuovo debito” ha sottolineato Bugli, ricordando che l’importo massimo del debito contraibile è attualmente pari a circa 70 milioni di euro. “La Regione Toscana – ha concluso – investiva ogni anno qualcosa come 350/400 milioni l’anno. Adesso siamo fermi a 70 milioni”.

Bilancio 2016 e legge di stabilità: gli atti collegati all’informativa e approvati

“Escludere un aumento di Irap e Irpef per non alterare la capacità di investimento delle imprese e il potere di acquisto delle famiglie; continuare nelle azioni di sostegno alla crescita della domanda interna e dei consumi come componente essenziale di stimolo all’economia”. Questi alcuni dei dispositivi contenuti nella proposta di risoluzione presentata dal capogruppo Pd Leonardo Marras, collegata all’informativa della Giunta toscana sul Documento preliminare al bilancio di previsione 2016, legge di stabilità e proposte di legge collegate, votata dall’Aula a maggioranza.

Nel “condividere i propositi contenuti nel Documento”, la risoluzione impegna l’esecutivo toscano a “completare quanto prima e per quanto di propria competenza, il processo di riordino delle funzioni amministrative per garantire la continuità dei servizi precedentemente erogati dalle Province, con pericolare attenzione al tema della gestione della viabilità regionale, attraverso un’adeguata dotazione finanziaria”; a “mettere in atto tutte le azioni possibili al fine di liberare risorse per rilanciare gli investimenti regionali”; “proseguire nelle politiche di revisione e qualificazione della spesa, in particolare attraverso una riduzione già avviata del sistema delle partecipazioni e nell’ulteriore funzionalità delle agenzie regionali nel cui percorso si inserisce la riforma di Apet”.

Nell’elaborazione definitiva del Documento di economia e finanza, la risoluzione ritiene inoltre opportuno “individuare, all’interno dei prossimi strumenti di programmazione e nel quadro di riordino delle funzioni provinciali, ambiti e aggregati territoriali corrispondenti a fattori socio-economici omogenei, non necessariamente corrispondenti agli attuali ambiti provinciali, sui quali attivare politiche di sviluppo”; “proseguire nel consolidamento degli interventi regionali in ambito di sostegno al lavoro e competitività delle imprese toscane”; “rafforzare la strategia regionale unitaria in merito ai fondi europei”; “proseguire nel completamento della riforma del modello di organizzazione dei servizi sanitari”.

La risoluzione tocca anche gli aspetti relativi ai prossimi adempimenti in materia di programmazione ed in particolare impegna la Giunta a “sviluppare successivamente al Prs 2016-2020 i Progetti regionali già individuati nel Defr 2016, in modo da garantire nel corso della legislatura ed in prospettiva pluriennale, l’effettiva continuità e coerenza degli interventi da attuare, favorendo la concentrazione delle risorse finanziarie”; “ridurre al minimo il numero degli strumenti di programmazione regionale di settore da elaborare nel corso della legislatura, in un’ottica di semplificazione e razionalizzazione”.

Infine, l’atto invita l’Esecutivo ad “attivarsi in sede di confronto nazionale in modo da rivedere i vincoli agli investimenti, o rinviarne l’efficacia degli effetti a partire dal 2016, per consentire alle Regioni di attivare gli investimenti necessari in una fase di parziale ripresa economica come quella attuale”; “liberare dal computo del patto di stabilità la quota di compartecipazione regionale ai fondi europei per liberare risorse”.

L’Aula ha inoltre approvato all’unanimità la proposta di risoluzione presentata da Giovanni Donzelli (Fdi) e sottoscritta da tutte le opposizioni per “sbloccare i contributi concessi per il 2014 e 2015 non ancora erogati per le famiglie con persone disabili, per il bonus bebè, per le famiglie numerose e tutti gli altri contributi previsti e rimasti bloccati”. Fondi che l’assessore al Welfare, Stefania Saccardi ha annunciato “essere sbloccati per tutto il 2014 e per il 2015”. Saccardi ha infatti informato l’Aula che “proprio questa mattina la Giunta è intervenuta e il problema può quindi considerarsi risolto”. “Per tre anni – ha precisato ancora l’assessore – siamo intervenuti con risorse aggiuntive a sostegno delle famiglie. Il blocco ormai caduto non è stato comunque frutto di una cattiva volontà della Regione”.

Sul punto è intervenuto, anche per dichiarazione di voto, il consigliere Paolo Sarti (Sì): “I soldi concessi vanno dati e quindi voterò a favore dell’atto. Non sono però d’accordo con il bonus bebè” ha dichiarato precisando quindi che in futuro “non dovrebbe più essere previsto”.

Stefano Mugnai (Fi) si è detto “soddisfatto dell’intervento dell’assessore” ma ha comunque puntualizzato come lo sblocco delle risorse “non supera l’atto che va comunque votato”.

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