Attentati Parigi, acceso dibattito in Consiglio regionale: tutti gli interventi

foto d'archivio

“Siamo vicini alle vittime francesi e alla popolazione di Parigi, ma siamo anche solidali con le vittime di tutte le guerre, comprese quelle scatenate dalle potenze occidentali”. Così ha esordito Paolo Sarti (Sì), dando il “la” al dibattito e dichiarandosi contrario ad ogni forma di violenza: “Non è giusto che per vendicare Parigi si vada a bombardare la Siria, non è con la guerra che si vince il terrorismo, la strada da percorrere non può che essere quella della giustizia sociale”. All’Italia scegliere: “E’ giusto che Renzi vada ad omaggiare l’Arabia Saudita in cambio di commesse?”, ha domandato il consigliere all’aula, ribadendo la necessità di non chiudere le frontiere ai profughi.

“Siamo straziati dalla morte di questi nostri fratelli e nostri figli – ha affermato Andrea Quartini (M5S), dando lettura della posizione ufficiale del Movimento 5 stelle – ma la guerra totale al terrore ha fatto esplodere il terrorismo, e il terrorismo 2.0 si affronta internamente lavorando sulla sicurezza e non facendo alzare in volo un F35”. Da qui l’invito all’Italia a ripristinare i fondi che il governo ha tagliato alle forze dell’ordine; a interrompere ogni rapporto e sanzionare tutti quei Paesi che direttamente e indirettamente sostengono la jihad; a varare subito una moratoria sulla vendita di armi ai Paesi coinvolti in conflitti; a rafforzare le nostre frontiere; a introdurre misure volte alla prevenzione del terrorismo.

“Vicinanza al popolo francese, ma anche russo e libanese” è stata espressa a chiare note da Stefano Mugnai (Fi), che ha definito i fatti di Parigi “perla del triste rosario” cui da anni siamo costretti. “La verità è che nel nostro mondo c’è uno scontro di civiltà – ha affermato – e come affermano gli analisti, siamo in guerra perché qualcuno ci spara addosso”. “Bisogna allora sporcarsi gli stivali nella sabbia, bisogna avere il coraggio di difendere i fondamentali della nostra civiltà occidentale anche attraverso i simboli”, ha detto con forza, accennando agli ultimi fatti di cronaca. “Vorrei che in ogni istituzione pubblica ci fosse un presepe – ha concluso – per fare i conti con ciò che siamo in profondità e per dare un segnale forte”.

Secondo Manuel Vescovi (Lega nord) “ciò che sta accadendo è frutto di quanto è stato seminato, in primis della tolleranza, e quando noi facciamo le pecore c’è il lupo che si mangia le pecore”. “Ci sono troppi musulmani che festeggeranno la strage e noi non possiamo rispondere loro togliendo i nostri simboli – ha sottolineato – chi viene da noi deve rispettare le nostre regole”. “Dico di no alla tolleranza e chiedo anche al nostro Consiglio di difendere i nostri simboli e la nostra storia”, ha concluso.

Giovanni Donzelli (Fdi) ha parlato di fallimento della politica: “tutti i radical chic si sono commossi quando è stato eletto Obama, un presidente di colore, che ha poi finito per portare avanti una politica estera peggiore di quella di Bush”. Se il sistema dell’integrazione ha fallito come reagire oggi? Questa in sintesi la ricetta del consigliere: fermare i flussi economici, intervenire nei territori occupati dall’Isis, investire in sicurezza, fare controlli a tappeto sui clandestini e sulle moschee, mettere in atto un diverso approccio culturale.

“Il presente entra nelle nostre case anche se noi non vogliamo, avremo voluto consegnare ai nostri figli un mondo migliore ma così non è – ha sottolineato Claudio Borghi, portavoce dell’opposizione – come rappresentanti dei cittadini e uomini di stato abbiamo il dovere di analizzare le cause e agire di conseguenza”. E rifacendosi ad un precedente di 1600 anni fa, per sottolineare che l’immigrazione controllata non porta alcun vantaggio, ha invitato tutti a “riconoscere di essere dentro a regole sbagliate, per non attendere un nuovo Rinascimento nel 3000”.

 “Sarebbe ipocrita dire che non siamo pervasi da paura e rabbia ma questo non è il momento delle generalizzazioni e tanto meno degli avvoltoi politici che sciacallano voti fomentando nuovo odio. Serve, oggi più di sempre, misurare le azioni e le parole con estrema attenzione e non pensare che esista sangue che vale più di altro sangue o morti che valgono più di altre morti”.

Così Antonio Mazzeo, consigliere regionale e vicesegretario del Pd Tocana, che nel corso dell’intervento in Aula ha voluto ricordare, oltre al dramma di Parigi, anche i morti dell’aereo russo abbattuto sul Sinai, le esplosioni che hanno dilaniato Beirut e più in generale le migliaia di persone che da anni muoiono in Siria o fuggono da quel territorio sperando di costruire altrove il loro futuro

“Il nemico da combattere – ha spiegato Mazzeo – non è l’intero popolo musulmano. Perché musulmani sono anche Zuheir e Safer che venerdì sera coi loro gesti hanno salvato molte vite umane e musulmane sono anche tante delle vittime di quel sedicente Stato Islamico che è in realtà la più grande bestemmia nei confronti della religione. All’Islam moderato una cosa però dobbiamo chiederla: alzate la voce, difendete il vostro credo, urlate la vostra rabbia contro chi, in nome di dio, semina morte, terrore e distruzione.  E schieratevi senza se e senza ma accanto a Europa, Stati Uniti, Russia e tutte le civiltà democratiche per costruire una risposta politica, diplomatica e, certo, anche militare che superi gli interessi di parte e abbia come unico obiettivo comune quello di isolare e sconfiggere l’Isis”.

Mazzeo ha poi sottolineato anche la necessità di “un’altra risposta, di carattere culturale” volta a “togliere le basi di consenso su cui si alimenta il fondamentalismo a partire dalla marginalità e dal senso di esclusione”. “Come Regione Toscana – ha detto – dobbiamo promuovere un piano dello sviluppo economico che contrasti quel disagio sociale prodotto dalla crisi nel quale, come abbiamo visto anche in Belgio, si creano le prime condizioni per la costruzione dell'odio a cui attingono i terroristi”

Per il consigliere PD “inclusione sociale e dialogo interreligioso non sono la causa del terrorismo, ma piuttosto un possibile antidoto” e in questo senso “a Parigi i terroristi non hanno scelto di colpire il Louvre o gli Champs Elysees ma lo stadio, il teatro e i ristoranti, luoghi e quartieri cosmopoliti, dove i giovani francesi socializzano con i coetanei che frequentano le moschee”. “Hanno colpito la generazione Bataclan – ha aggiunto - una moltitudine di ragazze e ragazzi di paesi, storie e tradizioni diverse che simboleggiano i valori del multiculturalismo, del progressismo e della libertà”.

Per questo per Mazzeo la risposta che deve arrivare dall’Italia deve essere “unitaria e rispondente ai valori che le sono propri che, come ha ricordato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, bene erano testimoniati da Valeria Soresin il cui spirito di fratellanza, la sua voglia di conoscenza, la sua disponibilità di essere a fianco degli ultimi ne facevano un simbolo dell’identità del nostro Paese e più in generale dell’Europa che vogliamo”. E ricordando che “l’8 dicembre inizia il Giubileo e la Toscana sarà una delle terre più visita dai pellegrini” ha invitato la giunta “ad aiutare i Comuni e le prefetture nell'organizzazione di un anno sicuro per i milioni di visitatori che arriveranno anche sul nostro territorio”.

Per finire Mazzeo ha citato la lettera scritta da Antoine Leiris (che nell’inferno di Bataclan ha perso la moglie, e ai terroristi scrive ‘Non avrete il mio odio’) rivolgendo un invito agli altri consiglieri: “Dobbiamo essere più forti delle nostre paure e della nostra rabbia e combattere tutti insieme una battaglia di civiltà per sconfiggere la barbarie.  Non possiamo lasciare che quanto accaduto a Parigi sconvolga le nostre vite e non possiamo diventare ostaggi di noi stessi. Se lo facessimo per i terroristi sarebbe una vittoria. E questo non possiamo e non dobbiamo permetterlo”.

Fonte: Consiglio regionale della Toscana - Ufficio stampa

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