Clizia Macchi a Londra con un concorso della Provincia, tra fotografia e Harrod's

La storia di Clizia Macchi, 30 anni da San Miniato, è la storia di molti giovani, toscani e non. In Italia ha collezionato una lunga serie di esperienze lavorative non remunerate con il sogno della fotografia chiuso nel cassetto. Poi ha deciso di partecipare ad un concorso per giovani creativi indetto dalla Provincia di Arezzo. E lì arriva la svolta. Vola a Londra, trova impiego come fotografa per importanti eventi, studia alla Central St Martins e lavora da Harrod's. Ecco la sua storia in questo nuovo appuntamento con 'Toscani in giro'.

Nome e Cognome: Clizia Macchi
Anni: 30
Cresciuta a: San Miniato
Studi: Universita di Lingue e Letterature Straniere a Pisa
Residenza e professione: Londra, lavoro come Front of House Coordinator in Personal Shopping at Harrods
Lavoro in Italia: Vari lavori stagionali, progetti, part time, servizio civile, mai un lavoro vero e proprio
Prima esperienza all'estero: Praticamente questa.

Perché hai deciso di andare all'estero? Per cambiare aria. Dopo l'università non riuscivo a trovare un lavoro che mi piacesse e non mi andava di accontentarmi. Trovai un concorso per giovani creativi indetto dalla provincia di Arezzo che prevedeva un pacchetto completo lavoro-casa-rimborso spese per varie destinazioni in Europa.

Non ho studiato fotografia, ma la porto avanti da autodidatta e freelance da ormai otto anni (all'epoca quattro), avevo messo su il portfolio a forza di lavori non pagati, dargli un'occasione era il minimo.

Sono rientrata tra i primi otto e mi hanno assegnato ad una camera di commercio nel West London dove avevano bisogno di nuove fotografie del distretto per attirare investitori, per i loro eventi e di alcuni lavori di grafica. E stata un'esperienza tra le migliori, sia a livello di lavoro che di amicizie, alcune continuano ancora oggi, iniziate il giorno del colloquio ad Arezzo.

Una volta finito il progetto ho trovato lavoro part-time come receptionist in un ristorante a Knightsbridge. Durante i networking events della camera di commercio avevo conosciuto molte altre persone, associazioni e gruppi di network più grandi, quindi con il lavoro part-time avevo una base sicura per l'affitto e le spese fisse, nel resto del tempo mi dedicavo alla fotografia di eventi.

L’ho fatto praticamente fino all'anno scorso a novembre ed é stato un periodo molto interessante. Sono stata diverse volte a Westminster e in club privati, ho incontrato MPs, responsabili e portavoce anche di grandi aziende come Heathrow, GSK, Westfield, TFL.

Sembrava tutto normale, ma a pensarci adesso mi rendo conto della fortuna che ho avuto. Primo di tutti il fatto che ero trattata da pari, da professionista. L'anno scorso ho perso un po' la passione per la fotografia di conferenze. Circa un anno e mezzo fa mi ero iscritta infatti ad un corso di Reportage Photography & Storytelling della Central St Martins e ho capito che quella era la mia direzione in fotografia.

Riducendo il lavoro da freelance per progetti personali, ho dovuto cercarmi un lavoro a tempo pieno. Oggi lavoro nel Personal Shopping di Harrods, un'altro capitolo di storie da raccontare e un mondo a parte, direi.

Quali sono le principali differenze fra il mondo del lavoro italiano e quello estero? Non posso fare un paragone decente. Io vengo da San Miniato e lavoro a Londra, è ovvio che le cose sono diverse. Posso dire che il mondo del lavoro in UK inizia alle scuole superiori con programmi di internship lunghi mesi (non 2 settimane al massimo) e preparano lo studente molto prima rispetto a noi. A Londra c'e moltissima offerta di lavoro, ma bisogna vedere per quali posizioni. Gli orari possono essere lunghissimi e i turni massacranti.

Se non hai un obiettivo chiaro, è una città troppo difficile e soprattutto cara. Per fare il cameriere o il barista non vale molto la pena. Il Regno Unito é grande e ovunque é meglio di Londra dal punto di vista della qualità della vita. Io stessa sto cercando di cambiare città.

La vita e il lavoro all'estero sono diversi dall'idea che ti eri fatta prima di partire? Sinceramente, non avevo nessuna idea. E un esercizio che faccio spesso; ridurre le aspettative a zero, cosi non ti becchi neanche troppe delusioni.

All'inizio sapevo che stavo facendo un bel salto. Non ero mai stata a Londra nemmeno in vacanza e poi  tutto d'un tratto ho deciso di trasferirmi lì. Posso dire che il lavoro è sempre andato piuttosto bene e ho avuto, e sto avendo, delle belle soddisfazioni. Anche se non sono mancati i momenti difficili. Il discorso 'vita' è un po’ più complicato.

Dispiace vedere il mercato immobiliare impazzito, con persone che spesso si approfittano di chi non parla bene la lingua o comunque non ha riferimenti per capire se stanno facendo i furbi a loro discapito. A parte questo aspetto, e i costi da metropoli, i servizi sono in generale molto migliori, più facili da capire e usare e come cliente hai molta più voce in capitolo. Credo che non sopravviverei senza Uber, Barclays app e Hungryhouse

Cosa ti manca dell'Italia? L'aria, il cibo e ovviamente la famiglia.

Torneresti a lavorare in Italia? Certo che tornerò, ma non adesso.

Hai qualche aneddoto sulla permanenza all'estero? A volte bisogna andare lontano per capire il valore di ciò che abbiamo qui, tutti i giorni e riguardo a questo sono stati per me molto utili due episodi avvenuti ad Harrod's. Nel primo caso ricordo che nel mio dipartimento era presente un display di prodotti al tartufo. Da brava sanminiatese mi sono detta "Vediamo da dove viene! Sull’etichetta trovo scritto 'Prodotto confezionato da xxxxxx Tartufi di San Miniato'. Nel secondo caso invece trovai sulla scrivania una certificazione di qualità di una borsa di pelle esotica di un famoso brand, da spedire ad un cliente. "La conceria XYZ di Santa Croce sull'Arno certifica che la pelle usata...."Tutte le notizie di San Miniato