In Consiglio regionale la presentazione del libro ''Critica del monetarismo e dei derivati di credito"

Lucia De Robertis

Dalla ‘bolla dei tulipani olandesi’ nel Seicento, alla ‘bolla della Compagnia dei Mari del Sud’, fino alla ‘grande bolla’ del 1929 e poi quelle dei tempi nostri: la ‘bolla di Internet’, quella dei mutui sub-prime.

Il termine ‘bolla’ viene utilizzato per spiegare le vicende economiche più diverse. L’appiattimento interpretativo in cui è incorsa tanta parte dell’analisi economica mette in ombra le cause di fondo e impedisce di trovare una via d’uscita dalla crisi. La soluzione viene cercata nello spostamento di risorse dal settore pubblico al settore privato, ovvero dalla spesa pubblica ai mercati finanziari, ma dopo molti anni dall’inizio della crisi tutto ciò non ha portato i benefici attesi.

L’analisi, e la critica, dei nuovi strumenti di finanza derivata, indagati alla luce delle teorie che hanno portato alla crisi, sono al centro del lavoro di Giorgio Bellucci, “Critica del monetarismo e dei derivati di credito”, edito da Ediesse nella collana ‘Saggi’. Se ne è parlato questo pomeriggio in un incontro a palazzo Panciatichi, sede del Consiglio regionale. Ha portato i saluti istituzionali il presidente dell’Assemblea toscana, Eugenio Giani, è intervenuta nel dibattito la vicepresidente Lucia De Robertis.

“Si parla di finanza, oggi sulla bocca di tutti, ma realmente compresa da pochi”, ha detto la vicepresidente. “Questo saggio colpisce con una sua verità: dopo poco meno di dieci anni dall’esplosione della crisi, manca ancora un’approfondita lettura delle cause e manca, soprattutto, una reazione a livello di elaborazione teorica”.

“Su che basi si azionano gli strumenti istituzionali per andare oltre la crisi? È una domanda che occorre porsi”, si chiede Lucia De Robertis. “L’autore sostiene che i subprime hanno scatenato la crisi non per il venir meno della capacità di onorare i debiti, bensì per l’eccesso di offerta di quei mutui e dei prodotti correlati”.

Il saggio ci dice che è difficile pensare all’abolizione degli strumenti della finanza globale e che diventa dunque necessario procedere ad una “regolamentazione più efficace ed efficiente dei mercati, strada che sta provando a percorrere l’Europa”. “Non tutta la finanza è cattiva”, ha concluso Lucia De Robertis, ma le istituzioni hanno bisogno “di una base conoscitiva e di una o più elaborazioni teoriche su cui strutturare la propria azione per rispondere alle distorsioni del mercato”.

Sono intervenuti anche don Leonardo Salutati, docente di Teologia morale della Facoltà Teologica dell’Italia Centrale di Firenze; il professor Filippo Zatti, associato di Diritto dell’economia all’Università di Firenze; l’autore del libro, Giorgio Bellucci, e Danilo Barbi, della segreteria nazionale della Cgil. Dalida Angelini, segretario generale della Cgil toscana, ha coordinato i lavori.

Fonte: Consiglio Regionale

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