Polemica sul centro disabili, Frilli (Dipoi): "La malafede non è nel nostro comportamento"

Patrizia Frilli

«Devo ammettere – esordisce la presidente del Dipoi (Coordinamento toscano delle organizzazioni per il durante e dopo di noi), Patrizia Frilli – che sono rimasta molto sorpresa da toni e argomenti utilizzati dal sindaco di Empoli, Brenda Barnini, rispetto alla discussione in corso sul “Centro polivalente per la disabilità e l'autismo”.

Intanto non ho ben capito a quale malafede faccia riferimento, dato che il verbale della riunione è stato inviato a tutti coloro che vi hanno partecipato, i quali non hanno sollevato obiezioni o fatto pervenire integrazioni. Il fatto che Autismo Toscana abbia pubblicato il verbale sul proprio sito internet, è da questo punto di vista un elemento di trasparenza che va apprezzato.

Senza polemica, vorrei ricordare che la riunione dello scorso 18 Maggio presso l’assessorato regionale alla salute non è stata frutto del caso, ma la conseguenza di alcune criticità che a nostro avviso presentava il progetto e che abbiamo chiesto di discutere. Ci preoccupava, infatti, l’ipotesi di realizzare una grande struttura multifunzionale per concentrarvi ben 78 persone con disabilità e localizzata in una zona periferica del comune di Empoli. Quando sia gl’indirizzi della Regione Toscana che della nuova legge sul Dopo di Noi, vanno nella direzione di promuovere piccole realtà residenziali a dimensione familiare e servizi che mirino a integrare le persone con disabilità nel tessuto sociale, piuttosto che a concentrarle in enclave isolate.

Da quella riunione siamo usciti con una mediazione condivisa delle rispettive posizioni, basata sull’accettazione della localizzazione in forza della donazione del terreno sul quale sarà realizzato il centro, ma anche sulla sua ridefinizione in termini edilizi e funzionali in base a una valutazione più puntuale dei bisogni reali delle persone con disabilità che ne fruiranno. Ecco perché è stato previsto un successivo incontro per entrare nel merito delle singole questioni.

Dipoi e Fish Toscana, che erano presenti all’incontro, condividono la preoccupazione rispetto all’approccio che in risposta alle esigenze delle persone con disabilità propone la loro concentrazione in ambienti o contesti “specializzati”, continuando a trattarle da persone “malate” e sottovalutandone le capacità e i bisogni relazionali. A nostro parere la medicalizzazione della disabilità è un errore strategico pericoloso, che ha conseguenze nefaste sulla qualità della vita delle persone con disabilità e dei loro familiari. E in definitiva ha come esito di produrre anche costi più elevati per la collettività.

Per questo, educatamente ma fermamente, nella nostra veste di rappresentanti di associazioni di persone con disabilità e delle loro famiglie, continuiamo a tenere duro su una visione delle cose che riteniamo più avanzata e rispettosa della dignità delle persone disabili. Proprio perché la malafede non fa parte del nostro codice di comportamento».

Coordinamento Dipoi

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