Omicidio stradale, una visione d’insieme dopo i fatti di Vinci

Sono 3 gli indagati per omicidio stradale a seguito dell’incidente di sabato 18 maggio, quando un auto, all'altezza dell’incrocio tra via Lamarmora e viale Matteotti, ha travolto i pedoni in attesa al semaforo, uccidendo sul colpo una donna, Paola Nicolucci di 78 anni, e ferendo gravemente altre persone. Le tre persone indagate sono i conducenti delle due auto che, dopo lo scontro sono finite sul marciapiede, e anche il proprietario di una vettura lasciata in divieto di sosta nei pressi del luogo dove è avvenuto l’incidente.

Un altro caso di omicidio stradale risale invece alla notte del 1 giugno, quando un ragazzo di diciannove anni, Jiahao Hu, è stato investito da un Audi TT intorno alla mezzanotte in via Leonardo da Vinci a Sovigliana. Alla guida dell’auto, il conducente, si è subito fermato per prestare soccorso. Purtroppo, anche l’aiuto del 118 è stato vano, il diciannovenne è morto sul posto dopo cinquanta minuti di rianimazione. Il conducente sotto shock è stato portato all'ospedale di Empoli. E’ stato sottoposto prima all'alcool test, risultato negativo, poi ad accertamenti clinici inerenti all'eventuale uso di sostanze psicotrope. L’esame delle urine ha dato invece esito positivo alla cocaina. L’episodio rientra appieno nelle condizioni previste dal reato di omicidio stradale, infatti è stato arrestato in flagranza e portato presso la casa circondariale di Sollicciano (al momento il gip ha convalidato gli arresti domiciliari).

In entrambi i casi, ci troviamo davanti al  reato di omicidio stradale, così come prevede la nuova legge del 23 marzo 2016 numero 41, in vigore dal 25 marzo 2016, che  ha introdotto questa fattispecie di reato. All'omicidio stradale è dedicato l’art. 589 bis del codice penale, che viene graduato su tre varianti. Resta la pena già prevista da 2 a 7 anni per l’ipotesi base, quando la morte viene causata violando il codice della strada. La seconda variante prevede da 8 a 12 anni di carcere per chi provoca la morte di una persona sotto effetto di droghe o in stato di ebbrezza grave (tasso alcolemico maggiore a 1,5 g/l), la terza, la reclusione da 5 a 10 anni se l’omicida si trova in uno stato di ebbrezza più lieve (sopra la soglia di 0,8 g/l) o abbia causato incidente dopo condotte pericolose come l’eccesso di velocità.

Nel caso il conducente provochi la morte di più persone o la morte di una persona e lesioni ad un’altra, il limite massimo di pena è di 18 anni. Ricordiamo inoltre che l’ipotesi più grave di reato si applica ai camionisti, autisti di autobus e in genere ai conducenti dei mezzi pesanti, per costoro anche per ebbrezza lieve saranno applicati gli aggravi di pena. Nei casi di condanna o patteggiamento (anche con condizionale) viene automaticamente revocata la patente, che potrà essere conseguita dopo almeno 5 anni (nell'ipotesi di lesioni) e 15 anni (nell'ipotesi di omicidio). Se invece il conducente è fuggito potrà riavere la patente 30 anni dopo la revoca.

Il percorso che ci ha portato oggi a parlare  dell’omicidio stradale è stato lungo, ed è iniziato proprio da Firenze, dalle lacrime e dal dolore per Lorenzo Guarnieri, un ragazzo  che non aveva ancora diciotto anni quando morì in uno scontro con un altro scooter condotto da un uomo risultato positivo all'alcool test e alla droga, di ritorno da una serata con gli amici al Parco delle Cascine. I suoi genitori Stefano e Stefania,si sono fatti forza, e da quell'immenso dolore hanno deciso di cominciare una battaglia, certo non facile, ma che è riuscita appieno nel suo intento.

Sono partiti  dal fondare un’associazione intitolata a Lorenzo, che ha subito attivamente operato per la raccolta  firme affinché l’omicidio stradale diventasse reato. A distanza di sei anni, dopo vari rinvii e tentennamenti, l’omicidio stradale è realtà.  Ricordiamo che sono 3.385 all'anno le vittime per incidenti stradali (dati Istat 2013). Questa, è sicuramente una legge che rivoluziona totalmente il peso delle responsabilità a carico  di chi uccide sulla strada dopo aver commesso alcune violazioni gravi, prime fra tutte gli abusi di alcool e droga. Certamente, nella sfortuna, possiamo essere orgogliosi che questa legge di giustizia e buon senso sia nata a Firenze.

 

Giulia Meozzi

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